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24 agosto 2008: immersione a Tenero! PDF Stampa E-mail
Scritto da Stefania Rossetti   

Questa mattina, 24 agosto 2008, non ho avuto bisogno dell'aiuto della sveglia per alzarmi: come un orologio svizzero, alle ore 7:00 del mattino mi ritrovo già a gironzolare per la casa. In meno di 20 minuti sono pronta. Il tempo di caricare l'attrezzatura subacquea in macchina, e via verso il punto di ritrovo con i miei compagni d'avventura!
Alle 7:45 sono già nel parcheggio della mia associazione. Vedendomi arrivare con un quarto d'ora di anticipo rispetto all'ora stabilita per la partenza, chi mi conosce da un po' di tempo non ha potuto evitare di guardarmi con aria stupita, impressione poi confermata dall'esclamazione collettiva dei presenti: 'Buongiorno Stefania, ma che ci fai qui a quest'ora? Sei in anticipo!'…che ci posso fare…la mia sveglia biologica si rifiuta di essere puntuale anche nel week-end! Chiedo venia!
Mentre aspettiamo gli altri vengo nominata 'compagna di viaggio' di Fabrizio. Il poveretto è consapevole, conoscendomi, che lo attendono circa due ore d'auto in cui, alla vista anche solo di un rigolo d'acqua, sono un continuo: 'Guarda lì che bello!' e: '…uuu!...guarda là che panorama!', e così via. D'altra parte, sono o no una subacquea??!! Quindi scusate, ma il fatto che sia water-oriented è più che lecito!

L'anno scorso siamo stati per la prima volta a Tenero, e quella volta ci è bastata per farci innamorare del posto. Siamo stati letteralmente stregati dall' incantevole ponticello di epoca romana situato in mezzo ad una vallata plasmata da antichissimi ghiacciai, e dai laghetti adagiati qua e là in uno scenario incantevole. Anche a chi non piace la montagna questo posto non può non piacere!
E così, senza un briciolo di difficoltà, è bastato semplicemente che uno di noi domandasse per caso: 'Ma quand'è che ritorniamo a Tenero?', per decidere di organizzare anche quest'anno un'altra piacevole escursione in territorio svizzero.

Alle 8:00 del mattino siamo già tutti pronti per partire. Il gruppo di gitanti è così composto: la sottoscritta, Alex, Andrea, Chiara, Fabrizio, Gianluca, Marco, Monica, Tatiana e Valentina. Tutti in macchina, si parte!
Chiacchiera dopo chiacchiera arriviamo al confine con la Svizzera, e senza nemmeno accorgerci ci ritroviamo in 'terra straniera'. Ormai la strada la conosciamo bene (memori degli sbagli dell'anno precedente), e così tiriamo diritto verso Tenero senza esitazioni.
Verso le 10 ecco che alla nostra sinistra, lungo la strada, compare il tanto atteso torrente. La vallata lungo cui corre la strada che porta a Tenero offre alla nostra vista un paesaggio mozzafiato. Per capire non si può fare altro che vederlo di persona!
Dopo circa mezz'ora Fabrizio si sente tuonare nell'orecchio con un'esclamazione prodotta dalla sottoscritta: 'Eccolo! Siamo arrivati! Il ponte!'.


Il parcheggio è stracolmo, ma fortunatamente riusciamo a trovare un posto per tutte le nostre automobili. Il tempo di posteggiare e ci fiondiamo in automatico ad ammirare da sopra il ponte la limpidezza dell'acqua del torrente.


Io, Alex, Chiara, Fabrizio, Gianluca e Marco ci avviciniamo alla riva per scegliere il punto d'entrata migliore ai fini della nostra immersione, mentre i non subacquei del gruppo (Andrea, Monica, Tatiana e Valentina) cominciano a cercare un posto dove potersi sdraiare per prendere un po' di sole ed eventualmente sfidare la temperatura frizzante dell'acqua per farsi un bel bagnetto in costume (per fortuna con la muta è tutta un'altra storia!).
In meno di mezz'ora abbiamo montato l'attrezzatura ed indossato le mute. Ci dirigiamo perciò diligentemente al punto d'ingresso stabilito per l'immersione (operazione non semplice per la sottoscritta visto che ciò significa cercare contemporaneamente di: 1) non scivolare sulla roccia umida, 2) evitare di schiacciare i turisti stesi al sole, e 3) trasportare bombola e gav sulle spalle. Tradotto: un bel corso di equilibrismo al circo Orfei non mi farebbe certo male!).
Poco dopo siamo tutti lungo la riva del torrente e con un bel passo del gigante ci buttiamo uno alla volta in acqua. Ci diamo qualche secondo per sistemarci ed orientarci, e quando siamo tutti pronti…giù ragazzi! Si scende!
Che visibilità! L'aggettivo 'trasparente' non è sufficiente per descrivere quest'acqua!


Pinneggiamo per un po' contro corrente e quello che vediamo davanti a noi sembra quasi un paesaggio lunare. Mi viene da rimanere a bocca aperta, ma ops! Non posso! Sono sott'acqua! Le rocce che ci circondano sono lisce e dalle forme bizzarre per effetto della lenta erosione operata dai ghiacciai migliaia di anni fa.


Nel silenzio dell'immersione vorrei urlare a squarcia gola: 'Grazie Madre Natura!', ma ciò è impossibile sott'acqua, e questo pensiero non può far altro che rimbombarmi in testa.
In alcuni tratti la corrente è molto forte, e per procedere bisogna appiattirsi il più possibile sul fondo oppure accostarsi alla parete, imitando palesemente la strategia adottata dai pesci che ci circondano.


Un'occhiata veloce al computer e mi accorgo che son già 40 minuti che siamo in acqua! Com'è passato in fretta il tempo, ma io non voglio uscire! Alcuni miei compagni, però, mi cominciano a chiedere se rimanere ancora per un po' sott'acqua o dirigersi verso l'uscita, e alla fine, al cinquantesimo minuto, conveniamo di terminare l'immersione. Peccato! Si sta così bene qui!
Pian piano ritorniamo alle auto, smontiamo e ritiriamo l'attrezzatura, recuperiamo l'altro pezzo del gruppo, e ci spostiamo di poco alla ricerca di un posto dove spizzicare qualcosa.
Alla fine, verso l'una, troviamo un angolo bellissimo affacciato ad un laghetto cristallino dove è possibile sistemarsi per consumare il pranzo. Cullati dallo scenario finiamo col restare lì a rilassarci fino alle 5 del pomeriggio, quando alla fine decidiamo di muoverci per ritornare verso casa.
Ripercorrendo la strada del ritorno ci ritroviamo nuovamente sulla destra il ponte romano...ciao ciao Tenero! All'anno prossimo!

 

 

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