Da
tempi molto antichi, immerse dentro il mare le isole della Polinesia formavano
un banco di pesci colorati che nuotavano fra le onde di schiuma e nei fondali
silenziosi.
Si era soliti cantare questa canzone in onore al dio Maui, nella notte dei
tempi, per evocare il ricordo della nascita dei 5 arcipelaghi polinesiani.
Si narra infatti che un giorno Maui volle pescare tutte le isole per
farne un'unica terra ma quelle, sotto forma di pesci, si dibatterono e
scapparono, sparpagliandosi nell'Oceano Pacifico, in cui ancora oggi galleggiano
come coriandoli sparsi sull'acqua.
Di leggende come questa è fatta la storia di Tahiti e le sue isole:
i miti e le gesta di dei e antichi eroi si intrecciano ancora oggi nella vita
quotidiana dei Tahitiani, e non c'è occasione migliore per riscoprirle che
viverle e respirarle visitando Tahiti e le sue isole.

Tahiti e le sue isole: terre nate da gesta di eroi e guerrieri
Secondo le leggende gli dei e gli eroi hanno da sempre influenzato la storia e
la morfologia di Tahiti e le sue isole: il guerriero Hiro, figlio del dio
Moeterauri e della principessa Uporu, ad esempio, ha lasciato tracce delle sue
gesta in quasi tutti gli arcipelaghi.
Se l'isola di Huahine è divisa in due parti, Huahine Nui e Huahine Iti, ad
esempio, è a causa di Hiro e della sua piroga che urtò e si andò a incagliare
dove oggi si trova l'istmo che collega le due parti dell'isola.
E chi si chiedesse come mai la montagna Mou'a-Tapu sorge accanto alla collina di
Maeva, sappia che sfuggì di mano a Hiro e ruzzolò fino all'isola di Huahine,
restando lì, bizzarramente congiunta alla piccola collina, quasi appoggiata.

Ebbene, accadde un giorno che Hiro volesse rubare il monte Rotui di Moorea,
assieme alla sua banda: vi attaccarono funi, tirarono e scorticarono fino a
staccare una porzione dell'isola: oggi le due voragini che lasciarono si
chiamano baia di Cook e baia di Opunohu.
Il frastuono della bravata di Hiro si udì fino a Tahiti, dove il guerriero
Pai fu svegliato. Pai per tentare di riparare al danno scagliò la sua lancia
in direzione di Moorea, dove si conficcò nel punto più alto del monte e vi aprì
un'enorme fora. Da quel giorno il rilievo prese il nome di Mou'a Puta, che in
tahitiano significa 'montagna forata'.
La lancia di Pai non fermò a Moorea il proprio cammino: sospinta da un'energia
straordinaria, andò a conficcarsi nell'isola di Raiatea, sulla vetta di un monte
che da quel momento rimase spaccato in due. Hiro e i suoi amici, terrorizzati
dalla lancia di Pai, abbandonarono quindi il lembo di monte Rotui rubato
sull'isola di Raiatea. Ancora oggi il monte di Raiatea è l'unico punto
dell'isola dove cresce la stessa vegetazione che si trova a Moorea.
Visitare Moorea, Tahiti, Raiatea e le altre isole della Società è un modo per
respirare le gesta di Pai e di Hiro: fare un'escursione fino alla cima della
montagna forata, nuotare nelle 2 baie formate da Hiro, udire le bravate degli
antichi guerrieri raccontate dagli anziani del villaggio è un'esperienza che
arricchisce e rende il viaggio a Tahiti e le sue isole magico.
Le piante leggendarie di Tahiti e le sue isole: la palma da cocco e l'albero
del pane
Non solo dei o eroi popolano i racconti mitici di Tahiti e le sue isole:
particolari leggende che narrano delle gesta di gente semplice spiegano
l'esistenza di due piante alla base dell'alimentazione tahitiana: la palma da
cocco e l'albero del pane.

Narra la leggenda che in tempi remoti una grande carestia si abbatté su di
Raiatea, l'isola sacra. Ora, lì vivevano Ruata'ata e sua moglie Rumu'arii. I
loro quattro figli piccoli non avevano speranza di sopravvivere a una così dura
indigenza: fu così che Ruata'ata una sera disse alla moglie: 'Mia cara Rumu'arii,
domattina quando ti sveglierai recati fuori dalla nostra dimora e non ti
stupire. Vedrai che le mie mani si saranno trasformate in foglie, il mio corpo
in tronco, le mia braccia in rami nodosi e la mia testa in un frutto rotondo.'
La moglie non capì il discorso del povero Ruata'ata: fu solo al mattino
seguente, scorgendo l'albero che gli aveva descritto il marito, che Rumu'arii
comprese: egli si era tramutato in uru - l'albero del pane - per sfamare la sua
famiglia. Da quel giorno l'uru si diffuse in tutte le isole e divenne base
dell'alimentazione dei polinesiani.

Non sono solo racconti tristi a spiegare l'origine delle piante polinesiane. Fra
le storie a lieto fine è nota la leggenda della principessa Hina e del suo sposo
anguilla: si narra che Hina fu promessa in sposa al re del lago Vaihiria.
Purtroppo, il giorno delle nozze la povera principessa scoprì che il suo
promesso era una mostruosa anguilla che viveva nelle profondità del lago.
Spaventata, Hina chiamò in soccorso il dio Maui, che uccise l'anguilla e le donò
la sua testa, dicendole di piantarla nel suo giardino dopo aver fatto ritorno a
casa sua. La ragazza seguì le istruzioni del dio e con suo enorme stupore, dopo
aver piantato la testa d'anguilla assistette alla sua trasformazione in pianta.
Nasceva così la palma da cocco: a ben vedere, se si osserva una noce di cocco,
si notano tre macchie scure che tutt'oggi gli abitanti della Polinesia
identificano con gli occhi e la bocca dello sposo di Hina.
L'eco magica di Tahiti e le sue isole
Le leggende nascono per spiegare fenomeni geologici, la nascita di un frutto o
di una pianta, la celebrazione di un evento, ma soprattutto i nomi assegnati
alle località.
Vi è un luogo, a Tahiti, chiamato Puna-auia, noto per la sua meravigliosa
posizione geografica e per la sua scogliera, nonché per le competizioni di surf
che ogni anno vi si tengono a settembre.
Ebbene, ogni abitante di Tahiti saprà narrarvi della principessa Perei-tai
e del suo amore per il pescatore Temuri. Alla morte del suo amore, la
principessa fuggì dall'isola di Tahiti , dove si erano conosciuti, per
rifugiarsi a Raiatea. Qui dopo poco tempo incontrò il principe Terei-marama e lo
sposò, dando alla luce una graziosa bimbetta. Purtroppo, dopo la nascita della
figlia, la principessa precipitò nel buco nero del Regno delle Tenebre.

Suo fratello Matairua-puna, venendo a conoscenza della disgrazia, si precipitò
nel Regno delle Tenebre per salvarla: trovatala, rimase con lei negli Inferi per
un certo tempo. I loro antenati defunti fecero loro dono di una conchiglia
gigantesca, che emetteva suoni dolci e armonie aggraziate, chiamata Puna-auia -
conchiglia dagli echi profondi. Dopo un anno passato negli inferi, la
principessa aveva dimenticato gli affanni e il dolore che aveva vissuto sulla
terra. Fu così che lei e il fratello ricevettero l'ordine di tornare alla vita e
furono accompagnati fino ad una caverna che si apre nella scogliera più ripida e
appartata di Tahiti.
Giunti all'aria aperta, il principe soffiò con forza nella conchiglia che aveva
avuto in dono: il suono prodotto attirò l'attenzione degli abitanti dell'isola
che ben presto accorsero e furono stupiti nel vedere i due giovani, da lungo
tempo dati per dispersi. Da quel giorno le scogliere di Tahiti presero il nome
della conchiglia magica: Puna-auia.
Ancora oggi, non è raro sentire il suono delle spettacolari conchiglie al
tramonto del sole a Tahiti e le sue isole. Leggende, miti e antiche storie si
intrecciano alla vita di ogni giorno e fanno respirare un'atmosfera magica come
in pochi altri posti al mondo.

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