Avvicinandomi con il naso al finestrino, della vecchia e
lenta Renault4, potevo sentire bene quel dolce profumo, erano le piantagioni di
ylang-ylang e di vaniglia che davano quell'odore a Nosy Be, l'isola dei profumi
nel nord-ovest del Madagascar. Il navigatore portoghese Diego Diaz, fuori rotta
per una tempesta, scoprì l'isola rossa(per il ferro che colora il terreno) che
fu poi contesa da olandesi, inglesi e francesi, ma sopratutto fu per molto tempo
base di pirati e bucanieri famosi, come Avery. Ero arrivato ad Antananarivo,
Tanà per i malgasci, con un 747 di air madagascar, poi avevo proseguito per Nosy
Be.
Strano posto quest'isola, così vicina e così diversa dall'africa; si vede subito
dal paesaggio e dalle persone, gente alta, teste squadrate, pelle non
troppo scura, qui si sono incrociati indonesiani, arabi, indiani e anche cinesi,
assiemi agli africani. Niente animali velenosi, clima cangiante assieme al
panorama e tante belle ragazze alla ricerca di un marito, alla ricerca dell'europa.
Appena arrivato nel mio hotel Villa blanche, che già il fido "ruffiano" Issouf ,
mi aveva trovato una bellissima ragazza.
L'isola era spartana, sobria, le strade pessime, gli unici taxi delle vecchie
renault4, ma il mare di fronte bellissimo, unico. Visitai le isole mitsio, nosy
comba, poi fui con i lemuri sulle spalle a nosy tanikely e vidi le tartarughe di
nosy irania. Nei ristoranti si trovavano calamari enormi e a poco prezzo, tutto
questo era niente rispetto a quello che avrei visto ad Andilana beach.
Partii per mangiare aragosta, mi dissero di una capanna Chez Luisette, sulla
strada un grosso camion carico di canna da zucchero non si fermò al passaggio di
3 povere oche e le schiacciò riducendole a povere piume; l'africa si sa, non
scherza, non perdona, non aspetta!Ad Andilana c'era un grosso hotel malgascio
chiuso, fallito, abbandonato, ed arrivato in spiaggia capii che ero quasi
in polinesia; andilana era uno spettacolo di purezza, natura, incanto, colore,
era proprio il massimo del mare. Mangiai una splendida aragosta da Luisette,
osservato dal solito camaleonte verde lì vicino, fermo, immobile, quasi
paralizzato, ma non riuscii a comprare conchiglie a buon prezzo. Sono passati 12
anni, quell'hotel di Andilana è stato rilevato da un gruppo italiano che ne ha
fatto oggi una delle mete più ambite dell'oceano indiano.
Sarei voluto andare a Diego Suarez e Antsirabe, ma avevo conosciuto Juliette che
non si poteva muovere, così sulla panoramica terrazza del Villa blanche,
guardavo la bassa marea del canale di Mozambico, parlando con Issouf e
aspettando la bella malgascia. Poca gente in giro, pochi turisti, tanto calore e
tanta allegria; in hotel per l'addio ad un gruppo di paracadutisti, vennero
tante belle ragazze, danzarono il ballo locale al suono dei tamburi, sedere
contro sedere, facendosi ammirare.
Disteso sotto il banano di fronte al mio bungalow guardavo l'azzurro del mare
pensando alla bellissima Chantal, che dietro una ricca mancia, mi aveva
presentato Issouf; il fidanzato francese di lei era partito per la vicina isola
della Reunion. L'ultimo giorno a Tanà, non avevo neanche voglia di souvenir per
i miei nipoti, non avevo proprio voglia di tornare a casa. Si stava tanto bene
in Madagascar.
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