Le nostre amiche erano partite per ritrovare il grigiore parigino e noi proseguivamo da soli il nostro viaggio nell’antica Siria, inoltre dovevamo deciderci a lasciare il raffinato albergo Dar Halabia, luogo di pace nel cuore del suq di Aleppo.
La ricerca di una macchina con autista si avverò più difficile del previsto: l’autista di una Mercedes degli anni 60 contattato il giorno precedente non venne a prenderci, quindi decidemmo di tornare al capolinea dei bus e tassi per vedere se avremmo avuto maggiore fortuna. I prezzi erano esorbitanti, alcuni autisti non volevano partire per più giorni, oppure non capivano l’itinerario che volevamo seguire…
Ad un tratto, un giovane si fece avanti con timidezza, volle guardare la nostra cartina e chiedendo aiuto per tradurre le sue parole, s’informò sulla nostra destinazione. Con l’aiuto di mimiche, gesta. Traduttori improvvisati, Zoer capi che volevamo partire cinque giorni nel nord del paese seguendo la strada lungo il confine turco per giungere a Hassake, Der Er Zor, Rassaffa, hama, Malula, Bosra e infine Damasco. Propose subito un prezzo onesto e dopo una stretta di mano le diciamo: si parte subito!
Salimmo a bordo del suo mini bus e al momento di mettere il contatto, Zoer fu richiamato dai suoi colleghi che pretendevano farci scendere dal veicolo. Facemmo orecchio da mercante…. e arrivò la Polizia… Zoer dopo una lunga discussione, ci chiese di aspettare, un suo amico rimase con noi mentre gli altri autisti provavano sempre di farci scendere, senza riscontrare buona volontà da parte nostra, dal mini van…
Mille domande senza risposte ci passavano per la mente, Zoer tornò assicurando che tutto sarebbe sistemato in meno di un’ora, e di aspettarlo al Dar Halabia Hotel, il tutto spiegato con gesta e qualche parola di misto arabo – inglese; il suo amico ci accompagnò all’albergo e l’attesa iniziò… Avevamo deciso, senza consultarci, di farle fiducia, era cosi timido e gentile. Quaranta cinque minuti dopo Zoer era nella hall dell’albergo facendosi ancora spiegare dal portiere il nostro percorso e partimmo…
Zoer ci spiego sempre aiutandosi di gesta e delle povere parole d’inglese che conosceva e noi con la nostra conoscenza d’arabo molto limitata che la Polizia voleva metterlo in prigione perché non aveva il diritto di affittare il suo mini bus all’interno del capolinea dei pulman (all’esterno invece è possibile) perché il suo mini bus è un veicolo pubblico che percorre la strada Aleppo – Kurkunia, sito a circa 50 km. Zoer era riuscito a schivare la prigione pagando una multa di circa 1000 lire siriane (una forte somma per loro) e la giornata si prosegui ad incontrare la Polizia… un vero incubo: ogni 50/100 km la Polizia ci fermava, e se non c’infastidivano mai, Zoer invece doveva sempre mostrare i documenti. Il secondo giorno ci accorgemmo che Zoer pagava la Polizia: tutti gli autisti devono sottomettersi al pizzo salvo se trasportano dei turisti. Pudico e ingenuo, Zoer posteggiava sempre lontano dal blocco per non farci vedere queste scene degradante per l’immagine del corpo della Polizia. Lui non sapeva che se la Polizia si rende conto che i turisti possono accorgersi dell’esistenza di tangenti legalizzate, lascia partire l’autista senza reclamare il pizzo.
Questo viaggio iscritto per sempre nelle nostre menti ci ha permesso di attraversare delle zone poche conosciute, desertiche, incantevole, incontrare gente che ci ha accolti a braccia aperte offrendoci il poco che possedevano, ma l’incontro con Zoer e la sua famiglia che vive in un minuscolo villaggio nel deserto che rimarrà indimenticabile perché sfidò la Polizia e rischio la prigione per accompagnarci. Che cosa avevamo detto o fatto per meritare una tale abnegazione da parte sua, specialmente perché era la prima volta che osava lanciarci nell’avventura del trasporto dei turisti? Siamo stati i suoi primi clienti, la sua prima volta, il suo primo grande viaggio nelle sua Siria natale ed è riuscito ad incantarci grazie alla sua disponibilità e grandezza d’anima, cercando sempre di farci piacer, trovando il modo d’indovinare i nostri desideri per farci vivere gli splendori delle mille e una favola come le sogniamo dall’occidente…
Racconto di Graziella
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