Diario di viaggio
Silk Road
1° settembre
HOTAN - MINFENG KM
320
Dedichiamo la
mattinata alla visita delle particolarità di quest'oasi, che al tempo colpi' in
maniera particolare Marco Polo, che descrisse questa parte della Cina come ricca
di giada e seta. Non potevamo quindi non ammirare la lavorazione artigianale
della giada, che viene raccolta sulle rive del fiume della citta', appunto
chiamato "Drago di giada". E' emozionante vedere come, da una roccia grezza, le
abili mani degli artigiani riescono a far scaturire gioielli di impareggiabile
bellezza.
Andiamo poi alla ricerca di un piccolo villaggio nel quale ancora si lavora con
metodi tradizionali, e quindi a mano, la seta. La fase della bollitura dei
bozzoli (l'odore e' assolutamente nauseante!!), quella della creazione a mano
del filo di seta e quella della successiva filatura e realizzazione della seta
vera e propria, ci incantano letteralmente.
Una curiosita': da ogni bozzolo si ricavano oltre 500 metri di sottilissimo filo
di seta.
Ci dirigiamo quindi verso Minfeng, con le nostre moto che vanno alla grande con
l'ottima benzina cinese; in precedenza avevavmo piu' volte dovuto ricorrere agli
additivi che avevamo con noi, perche' i motori battevano spesso in testa.
Curiosità: Il
primo dizionario cinese, Spiegazione delle parole e delle frasi pubblicato
nell'anno 100 durante la dinastia degli Han orientali, definì yu (giada) come
«la pietra più bella».Gli antichi credevano che la giada si fosse formata là
dove le fenici si erano posate, e là dove c'erano accumuli di yang (principio
maschile e positivo della natura) e, durante le notti di luna, delle donne nude
la lavassero. Si credeva che fosse soltanto facendo appello allo yin (principio
femminile o negativo) che si potesse purificare la giada e ottenere così
l'essenza della terra e del cielo. Questa credenza ha influenzato i cinesi per
numerosi secoli. In un testo intitolato Tian Gong Kai Wu (Valorizzazione delle
opere della natura), una descrizione delle antiche tecniche di produzione
pubblicata nel 1637 alla fina della dinastia Ming, si legge della consuetutine
di far raccogliere a giovani donne nude, nelle notti di luna, la giada con la
draga.
Il libro spiega che
«attirando l'energia vitale dello yang, si otterrebbe molta giada».
2 settembre
MINFENG - KORLA
KM 748
Finalmente il TAKLIMAKAN !!!
Appena partiti da Minfeng imbocchiamo la Cross Desert Highway, una straordinaria
strada di recente costruita, che attraversa per 500 km l'inospitale deserto del
Taklimakan. Il paesaggio e' indescrivibile e siamo immediatamente circondati da
alte dune e cosi'......non resistiamo: con le nostre moto ci lanciamo sulla
sabbia ancora compatta del mattino, su e giu' per le dune, a disegnare con le
nostre ruote sulla sabbia geometriche figure.... abbiamo goduto!!!
Per fortuna a meta'
del deserto c'e' un unico distributore e cosi'........non rimaniamo a secco.
Usciamo appagati dal
deserto ed attraversiamo una delle piu' importanti zone petrolifere della Cina:
il Tarim.
Arriviamo in serata
nella ricca (grazie all'oro nero) cittadina di Korla, dove ci rifugiamo in un
ottimo albergo. Ne avevamo bisogno!
3 settembre
Korla-Turpan km
410
Iniziamo a percorrere
un'orrenda strada piena di traffico con un asfalto tipo tole ondulee, 2 ore per
90 km. Le strade in Cina possono essere ottime o disastrate; nella
tappa tra Kashgar e
Hotan abbiamo trovato un ponte crollato che ci ha obbligato a guadare il fiume
sottostante, con non poche difficolta. Dopo il solito pranzo a base di noodles
(spaghetti cinesi con carne e verdure, buoni), viaggiamo veloci su una buona
strada, attraversando un paesaggio lunare con un passo a 1815 mt; la lunga
discesa ci immette nel catino rovente di Turpan con una temperatura di oltre 40
gradi che si fanno sentire tutti.
Laviamo le moto dalla
sabbia del deserto e poi ci sistemiamo nel decoroso Tulufan Gaochang Hotel.
4 settembre
Turpan
Al mattino vista alle
rovine della fortezza di Jao He distrutta nel tredicesimo secolo da Gengis Khan.
Si trova tra 2 fiumi ed e' protetta naturalmente essendo situata molto in alto
rispetto al fiume, non necessitando quindi di mura.
Altrettanto
interessante la visita ai Karaz, si tratta di fiumi sotterranei scavati a mano
oltre 2000 anni fa e usati per convogliare in città l'acqua dei monti. Questa
risorsa viene usata non solo per la città ma anche per coltivare l' uva più
famosa della Cina ( il vino però che abbiamo assaggiato era tremendo).
5 settembre
Turpan-Hami Km 422
La starda inizia
subito a salire con panorami vari ed interessanti, anche l'aria diventa più
fresca e le nostre carni ne risentono favorevolmente.
Ci avventuriamo in
fuoristrada, con montagne innevate all'orizzonte ed un fondo che cambia colore
continuamente, dal rosso della terra al giallo degli arbusti, al nero della
roccia. Le strade in Cina possono essere ottime o disastrate con tratti sterrati
ed improvvise interruzioni. Propiro un ponte crollato sulla via per Hotan ci ha
costretto a guadare il fiume sottostante con non poche difficolta'. In sedrata
pernottamento ad Hami città senza alcuna particolarità
6 settembre
Hami-Dunhuang km
437
Stiamo attraversando
il confine tra Xinjiang e Gansu, pensavamo che il deserto fosse ormai alle
spalle ed invece continua ad accompagnarci piacevolmente con un altipiano a
circa 2000 mt, con temperature gradevoli e vedute mozzafiato. Lasciata la strada
principale, deviamo per Dunhuang e,come le sirene di Ulisse, veniamo attratti
dal paesaggio ai lati della strada fatto di dune di sabbia ricoperte da
pietrisco nero. Per oltre mezz' ora, come moderni beduini, sgasiamo sulle dune e
fotografiamo.
Ormai alla meta
compaiono anche piantagioni di cotone con piccoli contadini cinesi curvi a
raccoglierlo. Ma soprattutto si stagliano all' orizzonte le enormi dune di
sabbia già descritte da Marco Polo come "le sabbie che cantano"; il vento
infatti , attraversandole, crea armoniosi e misteriosi suoni.
7 settembre
DUNHUANG
La mattina andiamo a
visitare le incredibili Grotte di Mogao, patrimonio dell'UNESCO, una serie di
circa 470 grotte artificiali scavate nel corso di varie dinastie cinesi, tra gli
anni 220-907 d.c.
Le grotte all'interno
sono riccamente affrescate e contengono statue di Buddha e di altre divinita',
che si sono perfettamente conservate.
In alcune grotte le
statue raggiungono oltre 30 metri di altezza!
Stupefacente!
Il pomeriggio via
alla scoperta delle imponenti dune di sabbia di Mingoshan, alte sino sino a 600
metri.
Purtroppo non ci
fanno accedere con le nostre moto, ma riusciamo a prendere tre quad e, con una
guida, partiamo per l'esplorazione del deserto.
Dopo alcuni
insabbiamenti, arriviamo in cima alla più alta, e lo spettacolo che, al
tramonto, si offre ai nostri occhi, è indescrivibile, con il deserto e le sue
dune che si stende infinito sotto di noi.
La guida, ad un certo
punto, ci fa sentire quello che probabilmente aveva udito Marco
Polo, quando scriveva
delle "Dune che cantano": facendo scivolare strati di sabbia lungo un pendio, si
produce una musica misteriosa ed affascinante.
Nota stonata della
giornata: visitando il mercato, notiamo, assieme a polli e conigli, alcune
gabbie con cuccioli di cane e gatto.........per uso alimentare!
8 settembre
DUNGHUANG-JIAYUHANG km 433
Percorriamo oltre 400
km di cui almeno 250 attraverso un'infernale strada in rifacimento: sterrato,
sabbia, buche, sassi e muri di polvere sollevati dai camion, ci trasformano in
fantasmi bianchi. I camion sono assolutamente incuranti di noi moscerini della
strada e rischiamo piu' volte.
Arriviamo distrutti in serata a Jyayuhang, e veniamo ripagati dalla vista della
Grande Muraglia; qui infatti si trova l'ultimo avanposto della lunga struttura
difensiva cinese, che si inerpica su per le montagne.........emozionante!
9 settembre
JIAYUHANG-LANZHOU
km 780
Lungo trasferimento
autostradale, non prima di aver discusso a lungo con i casellanti che non ci
vogliono fare entrare; in Cina infatti le autostrade sono vietate alle moto.
Spieghiamo che le
nostre sono di grossa cilindrata rispetto ai " moscerini" cinesi e, con qualche
sorriso e pacca sulle spalle, all'italiana..., riusciamo ad entrare.
Per buona parte
dell'autostrada siamo fiancheggiati da lunghi tratti della Grande Muraglia, che
addirittura in un certo punto, che viene tagliata a meta' dalla Expressway.
Arriviamo verso le
22.00 a destinazione.
10 settembre
LANZHOU-LABULENG
SI km 220
Usciamo dalla caotica
ed inquinata Lanzhou e ci dirigiamo verso le montagne. Notiamo il forte
contrasto tra la modernita' delle citta' e l'arcaicita' delle campagne, dove
tutto viene fatto ancora manualmente e con gli animali; piu' volte abbiamo
viasto usare l'aratro di legno e setacciare ancora come una volta il frumento.
Iniziamo a salire e notiamo subito la maggior cordialita' e dignita' della
gente, che al nostro passaggio ci saluta. Tutta la montagna e' lavorata a
terrazzamento e lo spettacolo che ci si offre e' veramente suggestivo.
La strada e'
veramente impervia e tutta curve e ci divertiamo a piegare, anche se con
attenzione.
Ma il facile finisce
presto e inizia uno sterratone con sassi e sabbia e i soliti megacamion, carichi
in maniera inverosimile. Il paesaggio, quando riusciamo a vederlo tra la
polvere, e' bellissimo.
Ad un certo punto la
moto di Carlo, dopo un violento col po di un sasso alla base del motore, si
spegne improvvisamente e non riparte piu'. Scopriamo che il sensore del
cavalletto laterale e' andato in tilt e ha disattivato i contatti. Smontiamo il
cavalletto e, dopo un'ora di lavoro, ripariamo il guasto............con somma
gioia del dottore..
Arriviamo in serata
ai 3000 mt. del Labuleng Si il secondo monastero tibetano dopo Lhasa; ci
rendiamo subito conto di essere in un altro mondo, circondati come siamo da
monaci tibetani e donne in costume tipico.
Cena tradizionale del
Tibet, Tongua, una specie di fonduta di carne squisita, e poi a letto.
11 settembre
LABULENG SI-
LINTIAO km 215
Dedichiamo la mattina
alla visita dello stupefacente monastero tibetano.
Subito all'entrata
una serie di "ruote della preghiera" ci accoglie, girate ininterrottamente da
una lunga fila di pellegrini, molti dei quali in abiti tradizionali.
Ci inoltriamo lungo
le stradine che circondano il monastero, mischiati ai monaci che si dirigono ai
templi per le preghiere del mattino. Lo spettacolo che ci appare quando allo
spiazzo principale ci lascia senza fiato: diversi palazzi e templi dai tetti a
pagoda riccamente lavorati e colorati sono un richiamo irresistibile per le
nostre macchine fotografiche.
Seguiamo uno dei
monaci che ci spiega in inglese l'interno di alcuni templi, e poi ci muoviamo
per conto nostro.
Abbiamo cosi' la
fortuna di entrare nella penombra di un tempio, dove centinaia di monaci giovani
e vecchi, inginocchiati davanti al trono del Lama, ripetono senza sosta nenie e
preghiere, come in estasi.
Notiamo una porticina
e spinti dalla curiosita' la oltrepassiamo: nella penombra di una piccola
stanza, adorna di sciarpe ex voto, sei monaci in evidente estasi, suonano
strumenti tradizionali (timpani, corni, tamburi) ritmando le preghiere dei
confratelli.Restiamo anche noi alcuni minuti immobili ed emozionati.
Ci scuotiamo
dall'incanto a malincuore perche' ci aspetta nel pomeriggio la tappa successiva.
Di nuovo lo sterrato
e poi via verso l'insignificante cittadina di Lintao, ed il vergognoso
albergo...........se cosi' si puo' chiamare.
12 settembre
LINTIAO-PINGLIANG
Km 384
Iniziamo a percorrere
una strada di montagna e saliamo di quota, tanto che fa molto freddo ed inizia a
piovere; ci dobbiamo coprire.
Incontriamo molti
villaggi nei quali si coltivano patate ed arriviamo in una cittadina, madre di
tutte le patate, letteralmente intasata da vecchi motocarri strecarichi del
tubero. Rimaniamo bloccati in un ingorgo......di patate e a malapena riusciamo
ad uscirne.
Nei pressi della
nostra meta veniamo bloccati da un convoglio militare di almeno una trentina di
mezzi pieni di soldati, salutati dalla gente con bandierine e petradi (potenza
del regime).
In serata arriviamo a
Pigliang dove veniamo rifiutati da un albergo riservato ai cinesi...(potenza del
regime).
Gli alberghi in Cina
sono standard nel bello e nel brutto. Si possono trovare prostitute e polizia
nello stesso luogo indifferenti gli uni alle altre, le quali ti tempestano di
telefonate in stanza con la classica frase : "can i help you?", condizioni
igieniche allucinanti (stesso asciugamano, pure umido ed usato per piu' clienti
ecc...). Oppure stanze accettabili ma tutte uguali. La colazione e' quasi sempre
di stampo cinese.....e quindi nauseabonda alla mattina.
13 settembre
PINGLIANG-XIAN km
334
Dopo un breve tratto
autostradale, imbocchiamo una strada infernale intasata da centinaia di camion
pieni di carbone. Siamo costretti a respirare una mortale mistura di scappamento
e polvere di carbone, che non lascia scampo ai nostri polmoni, ne' a quelli dei
disgraziati che abitano la zona.
Imbocchiamo ad un
certo punto due micidiali tunnel, saturi della mistura ed impenetrabili alla
luce; non vediamo assolutamente nulla ed i fari delle moto sono del tutto
inutili. Panico ma ne usciamo vivi.
Arriviamo a XIAN,
l'antica capitale della Cina, e ne rimaniamo subito affascinati.
La citta' vive in un
bel contrasto di modernita' ed antichita', con enormi mura, ancora integre, che
la circondano per 14 km, intervallate da imponenti torrioni di guardia, e
grattacieli con enormi e colorate luci al neon.
Giungiamo allo
Sheraton, uno dei nostri sponsor, dove veniamo accolti in ambienti che ci
eravamo scordati.
La sera cena quasi
italiana e via per un tour notturno in moto alla scoperta di questa citta' di
quasi 9 milioni di abitanti, guidati dal guest manager dell'hotel Michel, a
bordo della sua Kawasaki KLR 500.
Curiosità:
Vicino a Xian c'è il sito archeologico dove hanno trovato più di 6000 soldati di
terracotta fatti eseguire dall'Imperatore Xi Wang
14 settembre
XI'AN
Partiamo di primo
mattino diretti a quella che e' considerata una delle meraviglie del mondo : I
Guerrieri di Terracotta.
Appena entrati nel
sito rimaniamo letteralmente a bocca aperta davanti ad oltre 6000 statue di
terracotta, rappresentanti guerrieri e cavalli a grandezza naturale. Un vero e
proprio esercito a guardia di un sovrano, risalente ad oltre 2000 anni fa.
Rimaniamo strabiliati
quando apprendiamo che quello che vediamo e' solo il 10% circa della reale
consistenza di questo esercito innocuo, ancora in buona parte coperto da strati
e strati di terra; gli archeologi stanno aspettando nuove tecnologie prima di
scavare ancora, che consentano di preservare i colori.
I colori dei
guerrieri che vediamo, erano infatti spariti in soli tre giorni, una volta
riportati alla luce.
Al ritorno andiamo a
visitare una delle porte di Xi'AN, quella nord, sovrastata da un imponente
torrione di guardia; le mura della citta' sono talmente bene conservate che,
alla sommità, vi e' un servizio di minibus elettrici che corre sopra le mura,
lunghe oltre 14 km.
Ancora increduli per
tutto quello che abbiamo visto, ritorniamo all'albergo e la sera, con l'amico
Michel a farci da accompagnatore, girovaghiamo ancora per la suggestiva antica
capitale dell'Impero, fermandoci a mangiare nel coloratissimo e chiassoso
quartiere musulmano.
15 settembre
XI'AN
Decidiamo di
prenderci un altro giorno di pausa, e così ne approfittiamo per girovagare
ancora per XI'AN. Non resistiamo e decidiamo di provare il famoso massaggio ai
piedi cinese: oltre due ore di massaggio ci fanno rimpiangere di dover partire
il giorno dopo
.
16 settembre
XI'AN-PINGHYAO km
549
Riprendiamo
l'autostrada, violando ogni regola che vieta alle moto di entrarvi; ormai non
discutiamo neppure piu' con gli addetti: imbocchiamo a tutta velocita' entrate e
uscite dei caselli tra le urla del personale,che tenta. di fermarci. Ci e'
andata sempre bene, ma non avevamo alternative se volevamo rispettare la tabella
di marcia
. anche se recitiamo pubblicamente un 'mea culpa'
Arriviamo in serata
in questo delizioso villaggio Ming, ancora perfettamente conservato, e con la
cerchia di mura intatta.
Dopo la doccia
facciamo due passi ed andiamo a mangiare nel centro del paese: uno dei posti
piu' belli che abbiamo visto in Cina.
Le case sono ancora
dell'epoca, e si aprono spesso all'interno meravigliosi cortili; ai lati delle
strette viuzze vi sono ogni sorta di botteghe, e le strade sono illuminate da
suggestive lanterne rosse.
I torrioni di guardia
che sovrastano le mura sono poim tutti addobbati con luci, in un fantasmagorico
gioco di colori.
Pinghyao ci piace
talmente tanto che decidiamo il giorno dopo di dedicargli la mattina prima di
partire, per alcune foto.
17 settembre
PINGHYAO-BAODING
km 221
La mattina ritorniamo
con le moto nel centro storico. Ci dicono che c'e' un importante concorso
fotografico internazionale e che le strade sono chiuse. Ci proviamo lo stesso ed
entriamo seguendo alcuni riscio' a motore.
Incredibilmente gli
addetti e la polizia appena ci vedono ci aprono sbarre e chiusure, facendoci
accedere nella zona chiusa: frotte di fotografi cinesi, spagnoli, tedeschi,
francesi ci circondano e ci scattano ogni tipo di foto, chiedendoci del viaggio.
Tutti devono avere pensato che l'organizzazione del concorso aveva predisposto
il nostro arrivo come evento della mostra.
Ci sentiamo per un
giorno protagonisti come ad una mostra del cinema e, salutando i nostri fan,
ripartiamo per la nostra prossima meta.
Ad un distributore di
benzina, vediamo una decina di jeep in pieno assetto da fuoristrada, con scritte
e belle ragazze a fianco dei piloti.
Una TV cinese sta
girando un programma equivalente al nostro DONNA AVVENTURA; sono di ritorno
dalla grande muraglia e appena scoprono cosa stiamo facendo ci circondano
facendoci riprese e interviste
.oggi e' proprio il giorno della 'Gloria'
.
Arriviamo in serata
nell'anonimo paese di Baoding
.dove 'nessuno ci chiede autografi'
Curiosità : La
prefettura di Baoding è una prefettura della provincia di Hebei nella Repubblica
Popolare Cinese.
18 settembre
BAODING-PECHINO km
221
Partiamo
con il cuore che batte già forte,..siamo quasi alla meta.
Non ci rendiamo
neppure conto della strada che stiamo facendo, tanto siamo concentrati
sull'arrivo e sulle nostre compagne che vedremo tra poco.
Arriviamo nel primo
pomeriggio alla periferia di Pechino, la cui area e' estesa quanto il Belgio, e
con circa 100 milioni di abitanti!
Rimaniamo
terrorizzati da questi dati e prendiamo così subito un TAXI, indicandogli
l'albergo Novotel, e posizionandoci con le moto dietro di lui.
Facciamo quasi 100 km
di circonvallazione!!! E alla fine arriviamo in vista dell'Hotel.
Tiriamo fuori il
tricolore e la bandiera con il Leone di San Marco che leghiamo alle nostre BMW,;
all'ingresso del Novotel vediamo le nostre compagne e gli amici che saltano e
agitano le braccia con le lacrime agli occhi.
Saltiamo
letteralmente giu' dalle moto e abbracciamo e baciamo tutti
..e ci rendiamo di
quanto ci siano mancati!
Siamo esausti ma
felici: abbiamo percorso oltre 16.500 km attraverso 14 stati, tra piccole e
grandi difficoltà, con il caldo e con il freddo, attraversando deserti e
scavalcando montagne, vedendo cose meravigliose, ma anche terribili.
Ora abbiamo bisogno
di riposarci e di riordinare le idee, di dipanare nella nostra mente le mille
cose viste e provate, per poi farne un resoconto articolato.
Ma una cosa la
possiamo e vogliamo dire subito: mai in 16.500 km ci siamo sentiti una volta
minacciati dalla gente o ci siamo sentiti in pericolo! Tutti, con diversa
intensità, ci hanno sorriso, aiutato e stretto la mano, e mai ci hanno creato
reali ostacoli.
Questo, crediamo, sia
il messaggio attuale di Marco Polo: al di la' delle differenti culture,
religioni, modi di vita, condizioni e al di la' dei condizionamenti che spesso
subiamo dai media, la gente comune e' dappertutto fondamentalmente mite e buona,
e cerca solo una vita dignitosa.
Viaggiare insegna
anche questo: ad aver più fiducia nel mondo!
Curiosità:
forse già ne siete a conoscenza ma a Pechino nel 2008 si terranno le Olimpiadi.
Fu nel 1421 che
assunse il nome di Pechino (Beijing), ovvero "Capitale del nord". In questo
periodo, sotto la dinastia Ming, furono costruiti quasi tutti i monumenti giunti
fino a noi compresa la Città Proibita (o Imperiale).
Pechino 19-9-2005
Per le 10 di oggi è
fissata la cerimonia di saluto e di benvenuto organizzata dal direttore del
Novotel. Ci hanno preparato un palco con un cartellone riproducente
l'itinerario del
viaggio. Sono presenti i media cinesi, la RAI, un rappresentante del governo
cinese, Mr. Hu, il vicepresidente della Accor Hotel Mr. Kaldor e vario pubblico
Ognuno di noi ha fatto un piccolo discorso spiegando il viaggio ed il suo scopo
e riportando le proprie sensazioni. Quindi abbiamo consegnato a Mr. Hu la targa
della regione Veneto e la pergamena dell' USL 12 di Venezia.
A seguire c'e' stata
la cerimonia dell' apposizione dei sigilli sul Tazebao da parte del maestro
calligrafo Ruan Zonghua che ha donato una preziosa stampa con parole di augurio
in cinese.
Dopo un piccolo
rinfresco, abbiamo avuto una conferenza stampa con i media cinesi che ci hanno
subissato di domande ed il nostro inglese e' stato messo a dura prova. Infine la
mattina si e' conclusa con un sontuoso pranzo offerto da Mr. Rodas, direttore
dell' albergo.
Ora il viaggio e'
veramente finito, nel pomeriggio partiamo per portare le moto alla compagnia di
spedizioni per il rimpatrio.
Sono gli ultimi 30 km
che percorriamo con le menti che vanno a ritroso nel tempo per rivivere in pochi
minuti tutte le sensazioni di questa grande impresa.
Alle 17 abbiamo
terminato tutte le pratiche e con un misto di amarezza e gioia ci avviamo verso
piazza Tienanmen.
Racconto di Michele
Orlando
Sito:
www.marcopolo2005.it
www.transiberiana2007.com
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