La Ca.Bu. Travel Vi da il benvenuto, in una terra che raggruppa in se
scenari naturalistici affascinanti e accadimenti storici talmente rilevanti da
meritare citazione nella Divina Commedia del sommo Dante.
Il percorso si articola in due giornate, che ci permetteranno
di approfondire la conoscenza di una parte della nostra amata isola.
Castello di Acquafredda
Riserva Monte
Arcosu
Grotte di Is Zuddas
Le rovine dell'antica città di Nora
1° GIORNO
- h. 7:30 tradizionale ritrovo c/o il bar della cordiale ZIA MARIUCCIA e
dell'esuberante DAMIANO per una abbondante colazione
- h. 8:00 il tanto sospirato momento è arrivato: pronti, partenza,
via
verso il profondo Sulcis
- h. 11:00 calda accoglienza del Conte Ugolino nel suo Castello di
Acquafredda (vi è piaciuta la battuta?) (vedi allegato n.1): -visita guidata
delle rovine della fortezza e del villaggio adiacente (costo del biglietto €
4,00 - durata 90 min.)
- h. 13:00 lasciandoci alle spalle scenari medioevali ci dirigiamo verso
la natura incontaminata
- h. 14:00 arrivo alla riserva WWF del Monte Arcosu (vedi allegato n.2) :
-pausa pranzo con una ricca presentazione di prodotti tipici del territorio di
Coros; -lunga e rilassante passeggiata in uno dei polmoni verdi della Sardegna
- h. 18:00 dopo aver trascorso lunghi istanti in armonia con la natura
digradiamo verso Santadi Basso
- h. 19:30 arrivo nell'antica Sant'Agata de Zulches : -nel caso
disponessimo di un tempo sufficiente, potremmo fare una visita ad un tipico pub
'Santadesino' per un drink (yeaaah!)
- h. 20:00 tutti a 'Casa di Grazia': -alloggiamento in una caratteristica
casa sulcitana risalente al secolo scorso
2° GIORNO
- h. 9:30 per iniziare nel migliore dei modi una giornata fitta di
impegni... una buona colazione!
- h. 11:00 Necropoli di Montessu (vedi allegato n.3): -visita del maestoso
complesso preistorico situato nelle vicinanze di Villaperuccio (costo del
biglietto € 5,00 - durata 60 min.)
- h. 13:20 Short break a Is Zuddas:
- h. 14:30 una giovane di 600 milioni di anni (vedi allegato n.4):
-accolti dal Prolagus Sardus andiamo ad osservare gli effetti dell'erosione
dell'acqua
- h. 16:00 ripartenza
- h. 17:30 Nora (vedi allegato n.5): -camminata all'interno dell'antica
città che per moltissimi secoli è stata uno dei centri abitati più importanti
per gli scambi commerciali della Sardegna (costo del biglietto € 5,50 - durata
60 min.)
- h. 19:00 incontro dei gitanti nella suggestiva spiaggia antistante il
sito storico, ci soffermiamo ad ammirare l'incantevole spettacolo che ci offrirà
la debole luce prodotta dal calar del sole
- h. 20:00 dopo aver raschiato il fondo delle nostre provviste e aver
assaporato un buon caffè, concludiamo la nostra avventura e ritorniamo
mestamente alle nostre dimore
NUMERI UTILI:
Roberto Budroni (Bu): 348.8942040
Oscar Canu (Ca): 347.7060694
Castello di Acquafredda: 349.1564023 - 349.7428014
Riserva WWF Monte Arcosu: 070.968714
Necropoli di Montessu: 340.2328331 (in montagna non prende)
Grotta di Is Zuddas: 0781.955741
Rovine di Nora: 070.9209138
B&B Casa di Grazia: 338.4565958
L'Altro Ristorante: 0781.954151 - 333.5026201
Pro loco Santadi: 0781.955180
Cantina sociale Santadi: 0781.950127
Conte Ugolino (Cell.): 333.6362610 1 2 3
Oscar e Roberto
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Allegato n.1:
CASTELLO DI ACQUAFREDDA
Al centro del paese si trova la chiesa Parrocchiale di San
Giorgio, costruita dagli spagnoli nel XIV secolo, in stile gotico
catalano. Successivamente ha subito molti rimaneggiamenti, in diverse fasi. Su
una collina a circa 5 km. dal paese, sulla strada per Giba (s.s. 293), si erge
il Castello dell'Acquafredda, costruito dai pisani
nel XII secolo a difesa della zona mineraria. Il castello, in stile romanico,
appartenne sino alla metà del XIII secolo, alla famiglia del conte Ugolino dei
Donoratico della Gherardesca, ricordato da Dante nella Divina Commedia. La
costruzione principale aveva la pianta a forma di "U", di questa restano alcuni
muri, con merlature e feritoie, sui quali si possono vedere alcuni stemmi
scolpiti, tra cui l'aquila della famiglia della Gherardesca. Tutto intorno sulle
pendici della collina si trovano i ruderi di un villaggio fortificato. L'ascesa
al castello è abbastanza agevole, anche se è praticabile solo a piedi.
Il castello dell'Acqua Fredda visto dai piedi della collina
Allegato n.2:
MONTE ARCOSU
Riserva naturale WWF Monte Arcosu La Riserva, di proprietà del WWF italiano, è
nata soprattutto per la protezione del cervo sardo, una specie rara, endemica
dell'isola e a rischio di estinzione. La riserva è attiva dal 1985 e nel giro di
poco piu di vent'anni si è passati dagli 85 esemplari presenti a piu di mille.
Grazie a questi risultati ora è in corso anche l'espansione naturale nei
territori circostanti e un gruppo di esemplari di cervo sardo presenti nella
riserva sono stati prelevati per essere reintrodotti in Corsica dove si erano
estinti.
Insieme al cervo sardo trovano protezione molti altri animali come il
cinghiale, il daino, il gatto selvatico, la martora e
il quercino, tra gli uccelli sono comuni la ghiandaia e il
tordo, e tra i rapaci la poiana e l'astore, lo sparviero
e l'aquila reale.
La Riserva ha un'estensione di circa 3600 ettari ed è coperta da una
fitta foresta di lecci, la macchia mediterranea è composta da mirto, lentisco,
varie specie di cisto e corbezzolo, erica e ginepro. Sono inoltre presenti
esemplari di tasso.
All'interno di essa è possibile compiere diverse escursioni alla portata
di tutti, i sentieri sono infatti segnalati e solo alcuni di essi sono
percorribili soltanto con l'accompagnamento delle guide dell'oasi per motivi di
conservazione ambientale. Per raggiungere la cima del Monte Arcosu (948
mt)si segue il sentiero che attraversa la valle del Rio Is Frociddus e si
seguono le indicazioni per il monte, dalle pendici (in località Canneda)sino
alla cima il percorso è indicato da degli omini.
Per accedervi si può giungere dalla strada per Santa Lucia di Capoterra o dalla
strada tra Siliqua e Capoterra, prendendo la strada per il lago di Medau
Zirmilis, sino ai piedi del Monte Arcosu, dove si troverà a m.292 di quota, la
Dispensa Antonietti: qui si può trovare il personale del WWF di Uta (tel. 070
968714). Venendo da Cagliari e percorrendo la statale 195 per Pula si gira dopo
12 Km in direzione Macchiareddu e si imbocca la seconda strada ovest, si
prosegue fino alla chiesa campestre di S. Lucia e da qui si seguono le
indicazioni per la riserva WWF.
Allegato n.3:
NECROPOLI DI MONTESSU
Questo sito è composto da un'acropoli, con le abitazioni civili, e da una
necropoli con il tophet e un santuario. Intorno alle pendici della collina si
vedono i resti della terza cinta muraria. L'acropoli fenicia ha un'estensione di
50 x 230 m. e si trova all'interno di una prima cinta di mura. La necropoli
comprende due tipologie di tombe, quelle fenicie a fossa e quelle puniche a
camera con accesso a gradini. Le tombe in totale sono circa 150. La fortezza è
databile al VII secolo a.C. Montessu è la più estesa e importante necropoli
rupestre preistorica della Sardegna ed è composta di circa quaranta domus de
janas di diverse tipologie, scavate in un anfiteatro roccioso naturale. Tra
le tantissime tombe che si possono visitare, ne spiccano due in particolare,
considerate tombe-santuario, dette "Sa Cresiedda" (La Chiesetta) e "Sa Grutta de
Is Procus" (La Grotta dei Porci), particolari sia per le grandi dimensioni che
per l' elaborata architettura.
La prima presenta un'anticamera, la cui volta è purtroppo crollata, sulla quale
si affacciano due grosse aperture che danno sulla camera sepolcrale, e al centro
un piccolo portello quadrato dai bordi perfettamente rifiniti, fiancheggiato da
due colonne cilindriche, oggi purtroppo spezzate, risparmiate nella roccia; "Sa
grutta de is procus" appartiene alla stessa tipologia, ma la volta
dell'anticamera è intatta e ai lati del portello non si presentano le due
colonne.
Allegato n.4:
GROTTE DI IS ZUDDAS
Le bellissime grotte di Is Zuddas si aprono nel calcare cambrico del Monte Meana
a 236 m. sul livello del mare, distano Km. 6 da Santadi lungo la strada
provinciale 70 che congiunge Santadi a Teulada; Km. 60 circa da Cagliari
passando per Siliqua (S.S.293). Il visitatore che per la prima volta si reca
alle grotte di Is Zuddas si trova all'improvviso in un luogo straordinariamente
bello, quasi irreale, immerso in un mondo del tutto sconosciuto fino a poco più
di un decennio. Subito dopo l'ingresso, sulla volta, sono presenti e ben
visibili i resti di un roditore preistorico, estintosi circa 400 anni fa, il
Prolagus Sardus, presente solamente in Sardegna e in Corsica. Nella prima sala
si osservano delle colate, stalattiti, stalagmiti, alcune di queste unite
formano delle colonne; un'unica colata costituisce il pavimento. Proseguendo
nella visita il turista rimane stupito dai pendenti calcarei originati nel
tempo, dal lento lavorio dell'acqua. Attraverso un cunicolo naturale si accede
alla bellissima Sala dell'Organo il cui nome è dovuto ad una colonna
stalatto-stalagmitica che ricorda un organo a canne, alla cui base e nella zona
circostante vi sono delle aragoniti coralloidi, stalagmiti, colate, stalattiti e
formazioni tubolari (vuote all'interno). Le pareti sono ricoperte di cristalli
di bianchissime aragoniti aghiformi. Subito dopo un breve tunnel si entra
nell'imponente Salone del Teatro, enorme e bellissimo. Si giunge infine in un
ambiente quasi fiabesco, La Sala delle Eccentriche, la cui volta è ornata da
rarissime aragoniti eccentriche, sviluppatesi in ogni direzione senza essere
state influenzate dalla forza di gravità.
Allegato n.5:
NORA
La città di Nora si trova collocata su di un promontorio (Capo di Pula). Questo
inizia ad elevarsi all'altezza della cosiddetta "Casa della Guardiania", in
linea con il tombolo che costituisce il limite a mare della Peschiera di Nora,
portandosi a quota 3, e si estende a livello pressocché costante, tranne che in
tre leggeri rialzi: il cosiddetto "luogo alto" o "tempio di Tanit" a quota 5;
Punta 'e su coloru a quota 6 e soprattutto la Punta di Coltellazzo a quota 32.
La situazione attuale del promontorio non rispecchia fedelmente quella antica.
Il luogo comune della "Nora sommersa" si basa, infatti, sul reale arretramento
della linea costiera, in talune parti abbastanza sensibile, anche se non in modo
tale da giustificare le fantasie locali sulla città giacente sul fondo marino.
L'esame delle fotografie aeree, condotta dal Prof. Schmiedt, ha permesso di
ricostruire, nella cala di libeccio, un arretramento della costa di meno di mt.
90, e di identificare una serie di strutture portuali (moli) che si protendono
nel mare. Di poco modificato, invece, appare l'istmo, la cui massima larghezza
non deve avere mai superato i mt. 100
Le prime frequentazioni del luogo dove sorge Nora risalgono probabilmente
all'epoca nuragica, anche se su questo periodo le informazioni sono molto
scarse. Secondo la tradizione letteraria Nora è la città più antica fondata in
Sardegna, e ciò parrebbe confermato anche dalle stele fenicie ritrovate in loco.
La colonizzazione fenicia a partire dall'VIII secolo circa, fa di Nora un
importante centro commerciale dotato di tre porti, oggi non più visibili.
Relativamente a questo periodo importanti informazioni provengono dalle indagini
archeologiche ancora in corso, con la scoperta di un complesso sacro nella zona
del Coltellazzo (sotto la torre spagnola), e di un quartiere abitativo di età
punica al di sotto del foro romano. Successivamente, in età punica, Nora
accresce ulteriormente la sua importanza raggiungendo un alto grado di
prosperità e divenendo sicuramente una delle più importanti città della costa
meridionale sarda; di questo periodo sono visibili scarsi resti architettonici,
quali il tempio di Tanit e alcuni resti nella zona a mare. La dominazione romana
comincia nel 238 a.C. ; gli scavi effettuati negli anni 50' hanno portato alla
luce vaste aree della città del periodo romano e la maggior parte delle
strutture visibili risalgono al periodo imperiale. Si possono ammirare terme,
mosaici pavimentali, e un piccolo bellissimo teatro ben conservato del II secolo
d.C. La città fu abitata fino al primo medioevo (VIII sec. d.C.), abbandonata
dopo un lungo periodo di decadenza iniziato nel V sec.d.C., quando i traffici
marittimi diventarono impraticabili per la presenza dei pirati e il luogo dove
sorge la città pericoloso perchè eccessivamente esposto a scorrerie.
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