Un viaggio in Algeria bisogna sempre intenderlo come un salto nel passato ed il valico doganale subito dopo l'avamposto tunisino di IN HAZOUA e' praticamente il luogo dove avviene il passaggio spazio-temporale !
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Un viaggio in Algeria bisogna sempre intenderlo come un salto
nel passato ed il valico doganale subito dopo l'avamposto tunisino di IN
HAZOUA e' praticamente il luogo dove avviene il passaggio spazio-temporale !
L'attesa
presso gli sportelli doganali che normalmente affrontano i fortunati viaggiatori
che entrano in Algeria, e' da intendersi come un rito propiziatorio
qui si
inizia a venire in contatto con la loro realtà ed i loro ritmi completamente
diversi dal nostro mondo. L'accoglienza verso il visitatore è sempre squisita e
sincera, alla quale 'noi civili' non siamo più abituati. L'idea che si e' fatta
la popolazione occidentale di questo paese e' totalmente sbagliata, essendo
frutto delle notizie superficiali diffuse dai mass media circa le lotte
intestine algerine durante gli anni '90, ma mai approfondite e spiegate dai
tanti 'esperti politici' di turno. Ecco, di conseguenza, la nostra diffidenza e
paura verso questo popolo, tanto generalizzata quanto infondata, dimenticandoci
che nel nostro paese si effettuano giornalmente ben più atroci violenze, delle
vere e proprie guerriglie urbane
..
Appena passata la dogana algerina notiamo subito la presenza forte del grande
padrone del paese: Il Sahara ! Il piccolo nastro di asfalto si insinua fra
poderose dune che coprono anche gli stessi pali della luce creando un paesaggio
particolare. Arriviamo subito all'oasi di EL OUED, piccolo insediamento
urbano dove si può subito cambiare del denaro e rifornirsi di scorte alimentari.
Ne approfittiamo subito per mangiare un ottimo cous cous presso un nostro
vecchio amico algerino, conosciuto nei viaggi algerini degli anni '80. Notiamo
che la popolazione e' curiosa verso lo straniero e cerca in tutti i modi di
aiutarlo e conversare con lui. Purtroppo il turismo nel paese in questi ultimi
dieci anni e' crollato vertiginosamente e l'isolamento verso l'occidente si e'
fatto sentire. I giovanissimi cercano più di tutti di parlare con il turista od
almeno scambiare dei gesti, perché sono coloro che sono cresciuti durante il
suddetto periodo di crisi, senza contatti diretti con lo straniero e bisognoso
di uno scambio cultuale.
Riprendiamo il cammino verso sud tramite un asfalto deteriorato, superando
montagne e colline senza mezzi termini, direttamente tramite delle enormi salite
e vertiginose discese
.viene da pensare che non si possano perdere soldi e
tempo a costruire delle 'costosissime' curve per alleviare le pendenze !
Attraversando i vari paesi ed oasi più o meno grandi vedo con piacere che nulla
e' cambiato nell'architettura e nei ritmi di vita di venti anni fa, quindi
inizio a pensare che questo isolamento turistico ha avuto almeno il vantaggio di
conservare intatti i loro costumi ed usanze, discorso che non si può
assolutamente sostenere, per esempio, con la Liba di Gheddafi, orami
modernizzata ed organizzata all'inverosimile.
Di altopiano in valle arriviamo ad HASSI MESSAOUD, centro industriale che
trae vita dagli innumerevoli pozzi petroliferi e di gas che proliferano nel
deserto circostante. Praticamente il villaggio e' un'enorme dormitorio dove si
alternano gli operai di tutte le nazionalità, dipendenti di tutte le più grandi
Società petrolifere mondiali. Il centro non offrirebbe nessun motivo di sosta se
non fosse per la richiesta di permesso per circolare nel sud del paese, da
effettuarsi presso il posto di Polizia. In pochi minuti otteniamo il visto e via
giù diretti verso l'incrocio storico e tanto caro al viaggiatore sahariano :
l'incrocio dei '4 Chemini'.
Qui ci accoglie un piccolo nucleo militare che controlla i nostri permessi e
che
.ci invita a bere il classico the del deserto ! Anche fra i militari
l'ospitalità e' squisita anzi direi maggiore di quella manifestata dai civili,
forse frutto del loro maggiore isolamento degli sperduti avamposti territoriali.
Il militare in Algeria non ha certo vita facile
..scattate le foto di rito e
dopo essersi congedati da loro con delle poderose e cordiali pacche sulle
spalle, eccoci finalmente sulla lunghissima pista che ci porterà verso il sud
del paese !
Anche qui troviamo delle conseguenze del crollo turistico
non c'e più traccia
della vecchia pista segnatissima e trafficata anche dagli enormi camion da
trasporto algerini.
La
diminuzione dei mezzi, unitamente alla forza degli agenti atmosferici, hanno
fatto scomparire quasi completamente la pista ed ora si intravede, a malapena,
in alcuni tratti. Prendiamo subito mappa e GPS per tracciare la rotta e non
perdere tempo in viziosi giri per quest'immenso altopiano, consumando carburante
inutilmente, anche perché il prossimo rifornimento e' distante più di 700 km !
Viaggiamo per ore senza punti di riferimento e con tracce di vecchie piste che
si snodano a 360° che non fanno altro che disorientare. Ci teniamo nella valle
principale ai cui bordi orientali abbiamo il gran Erg Orientale e a quelli
occidentali dei rilievi rocciosi. L'arrivo alle GOLE DI AMGUID ci
conferma che siamo sulla retta via e subito dopo di esse si entra in un'altra
valle dove si inizia la guidare su un soffice ed insidioso manto di sabbia ! E'
impressionante l'altezza delle dune che si stampigliano alla nostra destra in
contrapposizione dell'enorme falesia alla nostra sinistra, una natura forte e
senza mezze misure ma siamo qui per questo. Arriviamo al primo controllo
militare presso l'inesistente oasi di AMGUID. Veniamo subito circondati
da decine di bambini chiassosi e gioiosi per la nostra visita e subito iniziamo
a regalare i primi giocattoli e vestiti che erano stati portati appositamente
per queste occasioni, in collaborazione dell'Associazione umanitaria Bambini del
Deserto. Un'occasione di festa per le poche famiglie che vivono in questo angolo
sperduto di mondo e tutti ci accolgono con mille festeggiamenti compresi gli
stessi militari nel loro avamposto. Praticamente siamo la loro unica novità da
non so quanto tempo
Congedati dai militari cerchiamo di recuperare il tempo perduto nella sosta
perché ben presto il sole inizierà a scendere all'orizzonte ma all'uscita del
villaggio praticamente non c'e' più traccia di pista e quindi vagando per la
vallata ci infiliamo dentro un piccolo Erg di dune molto divertente ed
eccitante. Questo terreno ci regala decine di chilometri a mo' di montagne
russe, tutte molto dolci ed affrontabili in velocità ! Divertimento alle stelle
e qualche insabbiata di troppo. Montiamo il campo in questo scenario da favola,
immersi nel grande Sahara lontani 'anni luce' dal nostro mondo
questa si che e'
vita !
Il giorno dopo proseguiamo la scesa verso sud attraversando veri e propri
labirinti formati da innumerevoli pinnacoli rocciosi che disorientano e
nascondono la visuale generale. Facciamo il punto numerose volte sulla carta
dato che vogliamo passare fuori dalla pista ufficiosa e notiamo che ci
ritroviamo molto più a est di quello che pensavamo. Proprio per questo
fuoripista, però, abbiamo a disposizione degli scenari naturali indescrivibili
per bellezza ed unicità.
Attraversiamo, per esempio, una valle completamente
disseminata di enormi alberi secolari, bruciati dal sole e posti su enormi zolle
di sabbia mantenuta solamente dalla forza delle radici, ormai anch'esse
rinsecchite. Numerose sono le gazzelle che ci attraversano davanti spaventate
dal passaggio dei mezzi ed anche enormi varani i quali, però, incuranti di noi
ed intenti alla loro dose di sole quotidiana. Arriviamo, dopo tre giorni di
marcia, presso l'unico passaggio che ci permetterà di salire sulla catena
montuosa dell'Assekrem. Questo varco naturale e' praticamente un 'buco'
largo solamente 2-3 metri fra gli enormi massi e formazioni rocciose che si
trovano ai piedi della catena montuosa e quindi non e' poco l'impegno richiesto
per 'centrarlo' dopo 400 km di pista su pianori a perdita d'occhio ! Alla vista
del passaggio ci rincuoriamo perché solamente questo punto ci assicura di essere
sul luogo esatto ed un eventuale errore di navigazione non ci avrebbe consentito
di tornare sui nostri passi dato che avevano superato il limite del 'non
ritorno', dal punto di vista della scorta carburante.
La salita e' a dir poco impegnativa ed eccitante perché bisogna guidare con le
ridotte all'interno di un sabbiosissimo oued (letto di fiume in secca) in salita
senza levare mai il gas per non insabbiarsi ed evitando massi ed alberi
disseminati 'a macchia di leopardo' davanti a noi. Le imprecazioni e le
richieste di aiuto via radio CB si sprecano ed impieghiamo alcune ore per salire
fino alla vetta, dove decidiamo di montare il campo per la quarta notte.
Il giorno dopo attraverso piste catalogabili come percorsi
trial per via delle innumerevoli ostacoli naturali da superare con estrema
precisione, arriviamo alla vetta dell'ASSEKREM (2800 mt.) famosa per la
bellezza del paesaggio delle sue "canne d'organo", ossia pinnacoli di roccia che
al tramonto si vestono di un arancio fuoco creando uno spettacolo unico al
mondo. Proprio su questa vetta si trova l'eremo di padre Focault, eremita
religioso di inizio secolo che era riuscito a guadagnarsi la stima ed il
rispetto dei Tuareg della zona. Passiamo la serata nell'unico Hotel degno di
nota di TAMANRASSET,
antichissima
oasi ai piedi della montagna, centro carovaniero che sulla spinta del grande
turismo di fine anni ottanta aveva perso un po' del suo antico fascino in nome
delle comodità del "progresso".
Quest'oasi ha ancora del fascino 'da vendere', con i suoi Tuareg che girano a
dorso di cammello nelle sue viuzze e con il suo souk ancora con l'antica
fisionomia. Certo sono nati anche negozi di souvenir ma purtroppo questo e' il
prodotto del turismo ma l'importante che non si rompa questo delicato equilibrio
di tradizione - modernità. Certo l'argento degli antichi monili e' stato
rimpiazzato da leghe "meno nobili" ma comprare un gioiello o una croce del sud
nel mercatino fa' sempre piacere ed acquisterà un valore inestimabile una volta
ritornati in Italia.
Riforniti i mezzi di carburante continuiamo il nostro viaggio alla volta
dell'oasi di Djanet, distante 700 km. Seguiamo inizialmente la pista
principale che attraversa un'immensa vallata di sassi neri e canyon devastati
dalle rare piogge che si riversano sul terreno con cadenza annuale. Arrivati al
FORTE SERENOUT, della Legione straniera ma attualmente occupato dai
militari algerini, ci stacchiamo da questa pista per dirigersi verso est in
direzione dell' ERG ADMER. Navighiamo per un giorno intero su immensi
pianori dove unico confine a vista e' la sabbia ed il cielo ! Incrociamo
centinaia di tracce di 4x4 che si dirigono a sud, fuori dal confine algerino, ed
usate ancora oggi dai contrabbandieri di manovalanza nera, sigarette ed altre
preziose merci. Alla fine del primo giorno di navigazione attraversiamo un
immenso catino sabbioso con una curiosa formazione rocciosa nel bel mezzo che
avvistiamo da decine di km prima. Avvicinandosi a questa roccia notiamo con
stupore che e' formata solamente da 4 enormi blocchi che anticamente svolsero la
funzione di
.scogli ! Notiamo infatti alla loro base moltissimi formazioni
coralline e conchiglie fossili
.
il fascino del Sahara e' indiscutibile ! Arriviamo dopo due giorni di marcia ai
piedi dell'unico passaggio affrontabile per superare l' Erg Admer:
l'enorme DUNA TAHORT alta più di 200 mt ! Logicamente
il punto di riferimento e' il classico relitto di una 4x4 e da qui iniziamo la
lenta risalita con i motori imballati, cercando di cambiare continuamente
traiettoria per non rimanere insabbiati e recuperare un po' di slancio. E' un
elegante zig zag di mezzi ma molto pericoloso per via di eventuali incroci di
traiettoria. Una volta in cima si procede fra enormi vallate sabbiose e durante
un disinsabbiamento di un mezzo rinveniamo, sepolta sotto le sabbie, una tanica
usata per il trasporto di carburante datata 1947 ! Indubbiamente il deserto
custodisce gelosamente i suoi tesori
Arriviamo in serata all'oasi di DJANET, la perla del Tassili ! Con
piacere constatiamo che qui tutto e' ancora genuino e non 'modernizzato'.
Camminiamo nel minuscolo souk incontrando solamente abitanti del luogo e
passiamo un paio di giorni seguendo i loro ritmi di vita. I discendenti degli
antichi e fieri Tuareg si muovono oggi su vetuste Toyota o Land Rover ma non
hanno perso il loro fascino di "Signori del Deserto". E' sorprendente come si
possa ancora girare tranquillamente per le viuzze dell'oasi e nei vari negozi di
artigianato senza essere importunati o assaltati da curiosi e venditori.
Singolarissime ed affascinanti sono le escursioni presso i numerosi siti con
graffiti rupestri risalenti all'era durante la quale tutta la zona era
rigogliosa e verde
.un contrasto stridente con il paesaggio desertico attuale.
Tramonti di un rosso inverosimile dipingono ogni tardo
pomeriggio tutta la valle ed i rilievi montagnosi regalandoci la sensazione di
essere su un altro pianeta.
A questo punto inizia la risalita verso nord ed imbocchiamo per qualche decina
di km l'unico stretto nastro asfaltato presente nella zona che, fino ad una
decina di anni fa, non era altro che una pista scassa-macchine ricoperta, per
centinaia di km, da una terribile tolè ondulè, ossia un corrugamento del terreno
formata da microdossi perfettamente intervallati fra di loro, distanti un palmo
l'uno dall'altro, sempre molto temuta dai viaggiatori sahariani. Dopo neanche
100 km ci stacchiamo da questo asfalto per seguire una sassosissima pista che si
infila all'interno di un canyon arrivando al minuscolo villaggio di IMRHOU,
immerso in un sabbiosissimo oued e con una sorgente di acqua calda molto bella.
A questo punto tramite le carte topografiche del luogo
vediamo che seguendo la vecchissima pista del oued saremmo dovuti sbucare in
un'ampia vallata nei pressi di Illizi, nostra prossima meta. Ben presto, però,
constatiamo che ormai della vecchia pista ne rimane ben poco e tutto il gruppo
si impegna nella ricostruzione dei numerosi pezzi mancanti, trasportati via
dalla violenza dell'acqua nel periodo delle piogge.
Durante
il primo giorno riusciamo a coprire solamente 10 km, impegnandoci in numerosi
passaggi trialistici con i nostri mezzi non proprio perfettamente preparati per
questo tipo di prestazioni offroad. Durante il riempimento di una piccola
voragine troviamo anche la prova dell'antichità della pista: un'enorme roccia
con una incisione che riportata la scritta 'Cantiere Chantel 1937'
Gli ultimi 40 km si decide di percorrerli direttamente
nel sabbioso oued fra insidiosissime pozze d'acqua ed una vegetazione molto
fitta. Arriviamo ad ILLIZI dopo 2 giorni di fatiche e ci fermiamo
solamente il tempo necessario per riparare le balestre di due fuoristrada che
hanno mal digerito la pista appena conclusa.
La mattina dopo si riparte seguendo uno spettacolare itinerario che costeggia
l'enorme mare di sabbia del Grand Erg Orientale attraversandolo per una
cinquantina di km sulle sue enormi dune. Assistiamo anche allo straordinario
fenomeno della fioritura del deserto
..enormi dune coperte di fiori viola e
gialli ! Indubbiamente siamo immersi in n'altra dimensione e fare il campo
notturno in questo scenario rimane un'esperienza indelebile nei nostri cuori.
Incontriamo anche una delle ultime carovane di
dromedari che ancora vagano nel Sahara per il trasposto di mercanzie. L'incontro
avviene nei pressi di un pozzo situato vicino ad un sito di tombe preislamiche.
Durante il the di rito, cerchiamo di parlare con il capo carovana
ma la
discussione non va' oltre i gesti dato che parla solamente un antico idioma
della zona. Riusciamo a stento a capire che subito dopo l'abbeverata delle
bestie, dopo 3 giorni di cammino, si sarebbe diretto verso una località che noi
non siamo riusciti a trovare sulle nostre mappe. Proseguiamo il nostro viaggio
in una natura senza tempo per ricollegarci, dopo il terzo giorno, alla pista che
avevamo usato 20 giorni prima, in senso contrario, per scendere verso sud
eccoci
di nuovo all'incrocio dei "4 Chemini".
Praticamente a questo punto la nostra avventura volge al termine ed ora ci
attende una rapida risalita verso Tunisi tramite asfalto. Nei giorni che si
susseguono si parla alla radio CB solamente delle emozioni forti che ci hanno
segnato anche questa volta e dei meravigliosi scenari che il Sahara ci ha
permesso di godere. Le mille difficoltà superate hanno fortificato un pochino di
più il nostro animo ed hanno fatto crescere questa nostra passione per il
deserto ed il suo mondo sincero
in pratica hanno alimentato quello che si
definisce generalmente MAL D' AFRICA !
Torneremo ben presto nel Sahara rispettando i suoi tesori naturali ed
affrontando con umiltà la sua immensa potenza perché noi non dobbiamo
dimenticare che siamo solamente dei granelli di sabbia
.
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INSH'ALLAH !!
UN GRANDE RINGRAZIAMENTO AGLI SPONSOR :
PLANET QUAD concessionaria Polaris - Montepulciano
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offroad - S.Dona' di Piave
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collegarsi al sito
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INFORMAZIONI UTILI
ALGERIA SCHEDA INFORMATIVA PER VISITATORI TEMPORANEI
Paese : ALGERIA (Repubblica Algerina Democratica e Popolare)
DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER L'ACCESSO AL PAESE
Passaporto Necessario
Visto Necessario
Ambasciata. Via B. Oriani 26 Roma tel 06 8084141 - 06 8083436. Per ottenere il
visto di entrata bisogna consegnare 3 foto tessera, dati completi dei componenti
del gruppo anche con i rispettivi nomi e cognomi dei genitori (!) il tipo del
veicolo, targa, tutto l'itinerario che si vuole affrontare in Algeria diviso per
tappe, km e le varie sistemazioni duranti le notti. Per quest'ultimo punto si
può tranquillamente specificare che si intende fare del camping ed hotel.
Cambio ufficiale 1 Dinaro Algerino= 0,015 Euro
Valuta. Nelle banche vengono cambiati gli euro.
Assicurazione. All'entrata si stipula una polizza assicurativa per il veicolo
della durata di 30 giorni al costo di 2100 DA
Prezzo gasolio in Algeria 1 lt= euro 0.154
Prezzo benzina in Algeria 1 lt=euro 0.310
Camping. Si possono trovare aree camping attrezzate solamente nelle oasi di
Tamanrasset e Djanet.
Hotel. Se ne trovano a Tamanrasset, Djanet, Illizi, El Oued anche di discreti
con prezzi intorno ai 15 euro a persona
RADIO CB. Come in tutti gli stati africani il CB non e' visto di buon grado.
Quindi in prossimità della dogana e' meglio smontare l'apparato con l'antenna e
rimontare il tutto una volta ripreso il cammino.
VACCINAZIONI OBBLIGATORIE Nessuna
FUSO ORARIO RISPETTO ALL'ITALIA:
L'ora è la stessa che in Italia quando in Italia vige l'ora solare. L'Algeria è
invece un'ora indietro quando in Italia viene applicata l'ora legale.
SITUAZIONE CLIMATICA:
La regione settentrionale del Paese gode di clima mediterraneo, con estati calde
e umide e inverni miti e spesso piovosi. Ad Algeri, le temperature medie sono di
28°C circa in estate e di 13°C in inverno. Verso sud, nella regione degli
altopiani, il clima diventa più secco, mentre le temperature variano a seconda
dell'altitudine. Il Sahara è una regione arida dal clima desertico, dalle forti
escursioni termiche, dove le precipitazioni annue superano di poco i 100 mm. In
considerazione della temperatura elevata e, in alcuni mesi, dei venti di sabbia,
eventuali viaggi nel Sahara algerino possono essere preferibilmente effettuati
nel periodo da ottobre a marzo.
NORMATIVA, USI E COSTUMI LOCALI:
Oltre all'arabo dialettale (l'uso di quello classico è limitato a giornali e
televisione), la lingua veicolare è il francese.
La quasi totalità della popolazione è di religione musulmana, di rito sunnita.
La settimana lavorativa va dal sabato al mercoledì. Il giovedì è giorno
semi-festivo, con chiusura degli uffici pubblici. Il venerdì è giorno festivo. A
differenza degli altri uffici, le banche sono aperte il giovedì e chiuse il
sabato. I negozi di generi alimentari sono di norma aperti sette giorni su
sette, incluso il venerdì mattina..
Durante il mese di Ramadan viene rispettato da tutta la popolazione, cambiano
completamente i ritmi di vita e di lavoro. Durante tale periodo, la quasi
totalità della popolazione si astiene dal bere, mangiare o fumare in pubblico
dall'alba al tramonto. Gli uffici riducono gli orari di lavoro. E' quasi
impossibile fare colazione o pranzare nei ristoranti (fatta eccezione di quelli
situati nei grandi alberghi dei principali centri urbani). In considerazione
della generale riduzione di tutte le attività, anche le visite dall'estero
vanno, ove possibile e se non indispensabili, ridotte, quando non rinviate alla
fine del Ramadan.
Date le dimensioni del Paese, i collegamenti interni sono assicurati soprattutto
per aereo. Oltre alla compagnia di bandiera, Air Algérie, operano alcune
compagnie aeree private (in particolare Khalifa Airways).
Per quanto riguarda i collegamenti telefonici, questi sono spesso problematici a
causa dell'insufficienza dei circuiti internazionali e della vetustà delle
centrali.
Esiste una rete GSM locale, che assicura la copertura delle principali città. Ma
per il visitatore temporaneo è estremamente difficile acquistare schede o
affittare cellulari locali. E' attivo il servizio di "roaming" che consente agli
abbonati TIM di utilizzare il loro cellulare in Algeria.
E' importante ribadire che è preferibile non assumere atteggiamenti che possano
essere interpretati come offensivi per la cultura, la moralità e la religione
locale.
PREPARAZIONE MEZZI
Per i 4x4 che devono affrontare un viaggio in Algeria bisogna controllare:
Gli ammortizzatori devono essere in piena efficienza, meglio se a gas a doppio
effetto per poter frenare sia l'andata che il ritorno dell'azione ammortizzante;
Balestre. Controllare lo stato dei singoli fogli ed in caso irrobustire tutto
il pacco balestra con l'inserimento di un ulteriore foglio dato che il mezzo
viaggerà sicuramente a pieno carico;
Molle. Per i 4x4 dotati di molle vale lo stesso discorso per gli
ammortizzatori. Infatti dato il peso finale del mezzo e' meglio se vengono
sostituite con altre aventi un maggiore spessore delle spire.
Serbatoio. Bisogna avere una autonomia minima di 1000 km il che vuol dire
avere a bordo minimo 200 lt di carburante.
Portapacchi. Quest'ultimo deve essere ben solido con grandi scarichi sulla
carrozzeria per poter sopportare meglio i centinaia di km di tole' ondule' che
si incontrano in Algeria. Sul portapacchi troverà posto la seconda ruota di
scorta ed eventuali casse
Trip master. Questo contakm elettronico e' fondamentale per misurare
esattamente la distanza percorsa.
GPS. La bussola satellitare e' indispensabile per razionalizzare tutto
l'itinerario e per orientarsi sulle immense vallate senza punti di riferimento.
Mappe topografiche 1:500.000. Da usarsi unitamente al GPS
CB. Tutti i 4x4 devono avere a bordo questa rice-trasmittente per potere
essere collegati fra di loro evitando moltissime e noiose soste altrimenti
indispensabili per poter comunicare fra equipaggi.
Vale sempre la regola che il 4x4 deve rimanere il più leggero possibile per
potere meglio sopportare lo stress derivante da migliaia km di pista con ogni
tipo di terreno. Quindi non caricare materiale inutile od eccessivo.
CARTOGRAFIA
Oltre alle classiche carte MICHELIN specifiche per il nord Africa ed Algeria
trovabili presso le librerie specializzate, si possono acquistare dei CD-Rom con
tutta un'ottima cartografia russa della zona interessata, in scala 1:500.000.
Praticamente sono indispensabili per intraprendere un viaggio del genere dato
che molte volte si può procedere solamente dopo una attenta analisi della carta
topografica. Queste carte russe si possono reperire anche su supporto cartaceo
presso:
1. SERGE PARTSENIAK Manager Cartographics Division Four Company LDT. 523
Hamilton Road London ON N5Z 153-Canada Tel. +5194331351 Fax +5194335903.
2. DIMENSIONE AVVENTURA
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Si troveranno informazioni dettagliate e moltissime foto del viaggio in Algeria
presso il sito di:
DIMENSIONE AVVENTURA
http://www.dimensioneavventura.org
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