Atterriamo
dopo un'ora di volo da Colombo alle Maldive e subito realizziamo di essere in un
altro pianeta: qui relax e tranquillità sono parole dal significato sacro e
vengono prese molto sul serio!
Avere fretta sembra proibito e tutti assumono
un'aria rilassata e tranquilla. Legalizziamo il nostro soggiorno compilando un
bel modulo di ingresso col sorriso stampato in faccia.
Al ritiro dei bagagli cambiamo 50 euro in moneta locale: siamo passati dalle
rupie singalesi alle rufye maldiviane. Non dovrebbe servire una grossa cifra,
dal momento che nel resort viene addebitato tutto sul conto della stanza e le
rufye le utilizzeremo probabilmente solo nella capitale Male, che siamo
intenzionati a visitare. Usciamo all'aperto dirigendoci verso il banco dell'Azemar,
dove conosciamo il nostro nuovo accompagnatore - punto di riferimento, un
ragazzo giovanissimo di nome Loris. Consegniamo a lui biglietti e voucher e
attendiamo l'arrivo dell'imbarcazione veloce che porterà al nostro paradiso:
Bandos Island. Anche l'equipaggio è in clima relax e così aspettiamo una lunga
mezzora sul molo
bisogna abituarsi, avevo già sentito che i ritmi qua sono
molto lenti!
Arrivata la speed boat, vengono caricate le valigie e aiutano gentilmente a
salire. Rimaniamo fuori sul ponte a godere lo spettacolo del muro di schiuma che
la potente imbarcazione, a tutta velocità, scolpisce nell'Oceano Indiano. Nei
primi minuti di traversata scorgiamo a breve distanza la capitale Male con i
suoi grattaceli. Noi andiamo in direzione opposta verso Nord, e dopo solo venti
minuti vediamo il nostro paradiso avvicinarsi. Sulla destra passiamo Kuda Bandos,
una piccola isola disabitata appena di fronte a Bandos Island, della quale è la
gemella più piccola, visitabile tramite un traghetto giornaliero. In realtà
Bandos non è il nome dell'isola ma del resort: come spesso avviene qui alle
Maldive però è più facile identificare l'isola stessa col resort, visto che
quest'ultimo ne ha la totale gestione e controllo.
L'attracco al piccolo molo in legno, dove sostano appena altre due barche, è
spettacolare. Il colore turchese e la trasparenza dell'acqua sono bellissimi:
finalmente trovo un mare degno rivale di quello sardo. Scendiamo sul molo
circolare dove, guardando al centro nell'acqua, si ammira un grandioso
spettacolo di centinaia di pesci che girano a vuoto per tutto il perimetro del
molo stesso, probabilmente abituati ad aspettare qualcosa da mangiare dai
turisti.
La passerella in legno conduce direttamente alla reception e sulla destra
veniamo condotti al Sand Bar, dove attendiamo per un'ulteriore mezzora che
assegnino il numero della camera con le chiavi. Sono arrivati insieme a noi
parecchi turisti e si crea un po' di folla e confusione. Noi del gruppo Azemar
sediamo tutti sullo stesso tavolo, e rimaniamo solo in sei (io, Stefania,
Ambrogio e Gabriella, Patrizia e Doriana) visto che non tutti hanno scelto
l'estensione dallo Sri Lanka alle Maldive. Viene offerto un dissetante e
gustosissimo cocktail durante l'attesa, mentre Loris conforta che, una volta
superato il caos iniziale, sarà tutto esageratamente rilassante: anche troppo!
Un'altra cosa che viene chiarita è che la mancia al facchino che porta le
valigie in stanza è obbligatoria e ammonta alla bellezza di 11 euro. E non c'è
modo di portarsela da soli!
Una volta in possesso delle chiavi, Loris dà appuntamento alle 18:30 nella sala
ricevimento, per spiegare come funzionano i servizi a Bandos e cosa possiamo e
non possiamo fare. Ci avviamo dunque agli alloggi. La camera di Gabriella e
Ambrogio è sulla destra della reception. La nostra invece, la numero 133, è
vicino a quella di Patrizia e Doriana, sulla sinistra. 'Benvenuti in paradiso'
mi viene subito da pensare
C'è davvero poco da sbagliare e da perdersi: esiste
una sola strada che compie il giro ad anello di tutta l'isola in venti minuti e
qualche deviazione per tagliare in mezzo! Più che una strada in realtà è un
viale alberato, estremamente curato nei minimi particolari e pulitissimo:
ovunque spazi lo sguardo non si vede una sola carta di caramella per terra o una
busta di plastica. Sulla destra vi sono i bungalow, sistemati a schiera, bianchi
con giardinetto di fronte, molto carini e dall'aspetto moderno. Sulla sinistra
invece abbiamo la spiaggia, gli sdraio e l'oceano, che si scorgono oltre la
splendida vegetazione di palme e fauna tipica dei tropici. I bungalow distano
dal mare venti metri al massimo: bellissimo! Tutto questo appare ai nostri occhi
come una meraviglia incredibile: è veramente un paradiso perfetto!?
Mentre mi guardo intorno, penso alle letture della Lonely Planet ed in
particolare alla politica del turismo adottata da queste parti, che ora posso
riscontrare pienamente davanti a i miei occhi. Mi accorgo intanto che tutte le
costruzioni stabili non sono davvero più alte della vegetazione circostante, che
è la regola numero uno alle Maldive per rispettare l'impatto ambientale e
visivo. In questa maniera, le strutture artificiali rimangono 'naturalmente'
nascoste nella vegetazione persino da una visuale aerea, considerando anche che
non si può superare una certa superficie di costruzione per ogni isola la quale
resta, quindi, sempre ricoperta per la maggior parte del territorio dal verde
tropicale.
Le Maldive sono dagli anni settanta un vero esempio da imitare per l'intero
pianeta e non a caso sono state varie volte premiate per l'equilibrio raggiunto
nel rispetto ambientale. Nel corso degli anni in realtà qualche pecca è iniziata
a saltare fuori ed il sistema che prima pareva perfetto ora non lo è più. Resta
il fatto che comunque è anni luce avanti rispetto a politiche adottate in altre
località turistiche fra cui, per prima, la mia Sardegna. Cito ancora, per
esempio, il fatto che ogni resort sia pienamente responsabile della propria
isola a cui viene affidata la completa gestione, e che quindi abbia un interesse
diretto nel tenerla in condizioni ottimali per attirare il turista a tornare;
oppure al fatto che tutti i rifiuti debbano essere smaltiti all'interno
dell'isola e che la corrente elettrica e l'acqua vengano ricavati in loco
tramite generatori e dissalatori, che risiedono al centro e quindi, anche se un
po' rumorosi, non percettibili dai bungalow dei clienti.
Entriamo nella nostra camera e anche qui davvero nulla da dire: carina, pulita,
non grandissima ma con spazio sufficiente per lasciare le valigie per aria, un
bel letto matrimoniale con lenzuola decorate per il benvenuto con i fiorellini
freschi, un tavolino, comode sedie in legno, il guardaroba, lo specchio, il
bagno più che discreto, perfino l'utilissima cassaforte con il codice da
impostare a scelta del cliente e, ovviamente, l'aria condizionata. Una grande
vetrata con tenda dà luce a tutta la stanza. Fuori, all'ingresso, abbiamo una
veranda con due sdrai, due teli da mare, uno stenditoio per i panni e tanto di
secchio d'acqua per lavare i piedi insabbiati prima di entrare!
Bussano i facchini con le valigie e lasciamo loro la mancia, dopodiché usciamo
verso la spiaggia per il primo bagno. Siamo giusto in tempo anche per guardare
lo spettacolare tramonto che giunge alle 18:00 in punto, con il sole in rapida
discesa verso l'oceano, sulla nostra destra.
All'orizzonte scorgiamo addirittura
i grattacieli di Male mentre alla nostra sinistra sorge la meravigliosa Kuda
Bandos. Il panorama è magnifico e nell'aria si respira tranquillità e pace. La
temperatura dell'acqua è prefetta, non meno di 26 gradi: quasi non si sente
differenza entrando a fare il bagno o meno. Una sensazione che qui in Sardegna
proprio non conosciamo poiché, se non in qualche rara giornata di agosto, la
temperatura dell'acqua è sempre abbastanza più fredda dell'esterno. Anche la
sabbia è bellissima, bianca e fine, e intorno è pieno di palme e vegetazione che
si spingono sino in mare.
Torniamo in pochi metri al bungalow ad asciugarci e ripercorriamo il viale verso
la reception per incontrare Loris. C'è un bel po' di gente e ne approfittiamo
per un altro dissetante cocktail. Nel frattempo vengono spiegati i particolari
della vita qui a Bandos, tra i quali:
- nell'isola non esiste praticamente moneta, tutto ciò che viene speso è messo
in conto alla stanza e si paga al chek-out;
- la pensione completa include tutti i pasti (tre al giorno: colazione, pranzo e
cena) esclusivamente al Gallery Restaurant, il più grande fra i tre ristoranti
dell'isola, che serve a buffet senza limitazioni, tranne che per le bevande. Si
può prendere una bibita a pasto a testa o una bottiglia di acqua da un litro e
mezzo a coppia. Gli alcolici e quello che va oltre la prima bevanda si pagano.
Gli altri ristoranti servono a menù;
- Il Sand Bar è il luogo principale di incontro per la vita notturna, che
ovviamente in un'isola come questa non offre granché svago (e preferisco di gran
lunga che sia così). Si beve qualche cocktail, si balla con la musica e una
volta a settimana viene un gruppo dal vivo a suonare;
- Per fare il bagno bisogna stare attenti a non farsi male sulla barriera
corallina, cosa molto comune per i più sprovveduti, che risulta estremamente
tagliente e provoca allergie alla pelle. Conviene sempre guardare bene dove si
mettono i piedi in acqua e non tentare mai di attraversare la barriera per
andare dove non si tocca, se non sfruttando gli appositi 'passaggi' che sono tre
in tutta l'isola: uno di fronte al diving center, uno di fronte alla camera 191
e uno sul fianco del porticciolo per l'attracco delle barche. Per i più esperti
e se il mare è calmo, durante l'alta marea, che coincide con le prime ore del
mattino, si può riuscire a 'passare' sfiorando con la pancia la barriera
corallina anche da qualche altra parte. La visibilità sott'acqua non è ottimale
come in altri periodi, poiché ottobre coincide con il periodo di riproduzione
del plancton che crea un bianco pulviscolo, ma allo stesso tempo, proprio per
l'abbondanza di quest'ultimo, è il periodo migliore per vedere una notevole
quantità di pesci grossi che si avvicinano alla barriera per nutrirsi;
- E' vietato, come scritto anche nel menù del ristorante, dare da mangiare ai
pesci, nel rispetto dell'equilibrio ambientale;
- Le camere vengono pulite tutte le mattine, lasciando l'apposito cartello fuori
dalla porta, e vengono cambiati i teli da mare;
- Alla fine del soggiorno si lascia la mancia all'addetto alle pulizie della
propria stanza, che è sempre la stessa persona, così come sempre lo stesso è il
cameriere che servirà al nostro tavolo. Anche a lui spetta la mancia
obbligatoria. Le altre mance non sono obbligatorie ma come sempre ben accette,
considerato che lo stipendio del personale è basso e che loro vivono soprattutto
di questo;
- Al Diving Center di possono prenotare immersioni e corsi di ogni genere e
livello, intorno a Bandos o anche molto più lontano, e affittare attrezzatura
per snorkelling se non la si possiede a 8 euro al giorno. Meno male che ce la
siamo portata, la Lonely Planet ha consigliato bene! Per i più avversi all'acqua
che non vogliono comunque perdersi lo spettacolo dei pesci tropicali, c'è la
possibilità di usare la Glass-boat, la barca con un vetro sottostante che fa il
giro dell'isola e permette di vedere il fondo marino. Per qualsiasi problema c'è
il centro medico specializzato, uno dei più importanti di tutte le Maldive;
vengono infatti qui anche dalle altre isole a portare pazienti!
- Ci sono diverse attività e servizi usufruibili a pagamento, come la palestra,
l'affitto di canoe, il mini-club completo di tutto per lasciare i bambini, il
centro massaggi, la moschea e un internet-point per mandare email. Cosa
vivamente consigliata anche da Loris, visto che una telefonata dalla camera
costa un occhio della testa! Non possono mancare ovviamente i negozi dove
lasciare lo stipendio in gioielli e souvenir vari;
- Un altro aspetto importante sono le gite. Ce ne sono di vario genere e sono
tutte disponibili vicino alla reception. I vari cartelloni esposti ne spiegano
la tipologia e il prezzo; per prenotarsi basta inserire il proprio nome nella
lista entro la notte prima del giorno della gita stessa;
- Infine, ma non meno importante, Loris è pronto e disponibile qualunque cosa
serva: è reperibile un po' ovunque in giro per l'isola o ai pasti.
Dopo tutte queste fondamentali spiegazioni, diamo appuntamento ai compagni
Azemar alle 19:30 per la cena al Gallery Restaurant dove io e Stefania
arriviamo, tanto per cambiare, ultimi. La sala è grande e spaziosa, vi sono
parecchi posti ma sembra piena solo per metà. Sediamo tutti e sei nello stesso
tavolo in cerchio, aspettando il cameriere per ordinare da bere. Poi
raggiungiamo il buffet: immenso, succulento, mitico! I vari commenti dal forum
di Bandos (www.bandos.com) parlavano chiaro sul fatto del cibo, affermando che
qui si mangia benissimo: confermo pienamente questa opinione. Un lungo bancone
attraversa tutta la stanza e, non bastando, c'è persino un tavolo al centro con
tutti i dolci, la frutta e le torte più golose che si possano immaginare. Nel
bancone invece, da sinistra verso destra, si trovano le verdure e insalate
miste, poi i pasti caldi con pietanze diverse per ogni giorno, che vanno dalla
pasta al pesce (soprattutto tonno, squisito, in tutti i modi cucinabili), e
piatti internazionali di diverse culture tra cui quella orientale. Essendoci
molti clienti giapponesi a vista d'occhio, presumo che le pietanze siano fatte
anche tenendo conto giustamente di questo fattore. Inutile aggiungere che la
cena è ottima, anche troppo: qua si rischia di metter su peso!
Dopo cena esploriamo l'isola, seguendo il vialetto che ne percorre il periplo.
L'isola è bellissima e ricca di angoli davvero indimenticabili per chi, come
noi, viene a visitare le Maldive per la prima volta. Ma persino Ambrogio e
Gabriella, che sono veterani essendoci stati già tre volte in altri resort,
confermano che Bandos ha delle caratteristiche uniche nel suo genere: è più
grande delle altre e si mangia divinamente. Ci sono diverse tipologie di
bungalow, alcuni più rustici e datati, altri più nuovi, ma tutti molto carini,
col giardinetto davanti, il piccolo sentiero con le pietre per arrivare alla
spiaggia, la vegetazione e i fiori curati circostanti. Pur essendo notte il
viale è ben illuminato e si notano molte stupende sfumature del luogo. C'è un
silenzio intorno poderoso, intervallato solo da ciò che vive nell'isola, come i
grilli, lo scroscio delle foglie degli alberi al vento, il frangersi delle
piccole onde dell'oceano sulla spiaggia. Il tutto rende l'atmosfera
assolutamente magica e carica di emozioni, considerato anche che la presenza
umana sembra essere minima e quella che si percepisce non disturba affatto. Come
dicevo prima, il relax e la pace qui sono considerati seriamente. Mi accorgo
inoltre di un altro degli aspetti più apprezzabili dell'isola: non esistono né
mosche, né zanzare, né insetti strani! Questo è un altro fattore essenziale per
poter definire un paradiso mi sembra! Ci sono in compenso enormi pipistrelli, ma
quelli tanto volano alti tra le palme
In poco più di venti minuti compiamo l'intero periplo di Bandos, per niente
noioso e anzi abbastanza variegato nei panorami. Così sono dunque fatte le
Maldive! Ci attende una settimana indimenticabile. Prima di andare a dormire non
resta che dare appuntamento ad Ambrogio, Gabriella, Patrizia e Doriana per la
colazione di domani al Gallery Restaurant.
30 Ottobre- Il reef dell'isola di Bandos
Andiamo a fare colazione al Gallery Restaurant alle 9 in punto. Incontriamo i
nostri compagni intenti nel servirsi a buffet tra le più disparate scelte
disponibili. Io prendo un buon succo di frutta e il classico toast con burro e
marmellata. Poi assaggio una pasta molto simile a quelle delle pasticcerie
italiane, che ho già avuto modo di provare nello Sri Lanka. Diamo un
appuntamento ad un'ora imprecisata di fronte al diving, per avere un punto di
ritrovo comune.
Dopo una mezzora circa siamo tutti sbragati in spiaggia a prendere il sole. E'
una bella giornata limpida e i colori sono spettacolari. La sabbia è accecante
per il suo colore bianchissimo, il cielo di un azzurro intenso e il mare, anzi
l'oceano, diviso in due tonalità di blu. E' la prima volta che vedo finalmente
la barriera corallina così marcata: colore chiaro e trasparente per i primi
40-50 metri dalla riva e poi via col blu profondo dove si inabissa il reef.
Il diving centre è già di per sé una struttura originale, con quel tetto
spiovente in paglia e il palco sopraelevato con diversi tavolini per ristorare.
Gli sdraio, qua come in tutta l'isola, sono liberi e non assegnati o riservati
al cliente. Ne prendiamo uno qualunque e lo posizioniamo di fronte al mare per
prendere un po' di sole, con la dovuta crema protettiva. Qua il sole picchia di
brutto e c'è persino gente che si fa il bagno con la maglietta addosso per
lasciare coperta la schiena durante lo snorkelling.
Non sembrano esservi molti turisti: siamo all'opposto del concetto di calca e
folla tipici di una spiaggia in Sardegna ad agosto o, peggio ancora, di quella
di Rimini. Non servono neanche ombrelloni perché le palme riparano
adeguatamente, così come pure sono assenti i teli da mare per terra, visto che
quasi tutti usano gli sdraio. Eppure, come ha riferito il cameriere, il resort è
pieno di clienti al 98%, con 420 persone circa e altre 400 di personale, di cui
solo 25 sono cuochi! Una proporzione impressionante: c'è una persona che lavora
per ogni cliente dell'isola. E dove sono tutti? Facendo con Ambrogio un calcolo
approssimativo del perimetro dell'isola e del numero dei turisti, scopriamo che
ne vengono fuori 40 metri di spiaggia a testa: anche questo è un dato clamoroso!
Se tutti fossero disposti in modo eguale, avrei 40 metri di spiaggia tutti per
me prima di incontrare un'altra persona: ecco perché sembra non esserci nessuno!
Come conseguenza si ha la percezione, ovunque si rivolga lo sguardo, di un senso
di libertà e privacy che si trasforma in relax e che rende tanto famose queste
isole. Il pensiero di stare qui una settimana e annoiarmi, che mi sfiorava prima
di partire, svanisce di fronte a questa intensa sensazione di trovarsi realmente
in un paradiso, per la maggior parte naturale e per un pochino aiutato e
amplificato dall'uomo, che ne ha aggiunto le comodità per goderlo.
Adesso manca un unico dettaglio fondamentale da scoprire: esplorare la barriera
corallina con i suoi pesci meravigliosi! Ambrogio e Gabriella, che sono i più
esperti e appassionati, indossano per primi maschera e pinne e si avventurano,
seguendo il passaggio ben visibile ad occhio nudo che porta dal diving oltre la
barriera, di cui ha accennato ieri Loris. Poco dopo li seguiamo io e Ste,
immergendoci nell'acqua calma dalla gradevole temperatura ambiente.
L'impatto è sconvolgente dal primo momento in cui il vetro della maschera apre
le porte al mondo sommerso. Già nell'acqua di pochi centimetri una gran quantità
di pesci di vario genere scorrazza allegramente tra le strane e intricate forme
della barriera, che stiamo attenti a non toccare. Ci infiliamo nel passaggio,
caratterizzato prima da una pozza che si apre all'improvviso per un paio di
metri, poi da una secca dove l'acqua ritorna bassa e infine dall'apertura allo
stupefacente reef: uno strapiombo verticale che sprofonda improvviso negli
abissi dell'oceano! Impossibile descrivere l'emozione, fortissima anche per uno
come me che, pur non avendone mai vista una, pratica usualmente snorkelling nei
meravigliosi mari della Sardegna. Per Stefania, che è meno esperta di me, è uno
shock totale! La sensazione improvvisa di passare da pochi centimetri d'acqua a
non vedere più il fondo, in una parete dai colori vivaci che sfuma nel blu più
profondo che pare ingoiare tutto, è pura adrenalina. Queste sono le cose su cui
si concentra l'attenzione per i primi minuti. Poi arriva il secondo shock:
quello dei pesci: una quantità sterminata, un numero infinito di pesci tropicali
di varie specie che nuotano indifferenti alla nostra presenza. Pur rimanendo
fermi, ne arrivano da ogni parte perché i passaggi che oltrepassano la barriera
non sono utilizzati solo dall'uomo, ma anche da loro. L'ingresso di fronte al
diving diventa così un punto di incontro di migliaia e migliaia di animali
marini dai colori e forme più disparati, osservabili nella loro attività dagli
esterrefatti occhi dell'intruso umano. Ci vorrà poco per capire che il paradiso
percepito sulla superficie di Bandos è in realtà niente in confronto a quello
che si vive qua sotto, dove la natura, come ripetono sempre i documentari, ha
messo in vita e creato il più complesso eco-sistema, colorato quanto delicato,
del pianeta. Non mi riferisco esclusivamente alle Maldive ovviamente, ma alla
barriera corallina in generale.
Il nostro primo snorkelling termina nello totale stupore, e non passa molto
tempo dal secondo. Dopo tanta vita e colori, stare sdraiati al sole sembra uno
spreco di tempo. Così rientriamo nuovamente, stavolta alla nostra destra,
percorrendo un breve tratto di spiaggia in senso orario e arrivando all'altro
passaggio, quello di fronte alla camera 191. I passaggi si distinguono
facilmente anche dalla superficie e in ogni caso, una volta in acqua, dalla boa
che giace al largo, a cui è collegata una lunga corda che usano i subacquei al
rientro dalle immersioni per tornare a riva senza essere sballottati dalle
bombole nell'acqua poco profonda, oppure in caso di mare mosso. Anche qui
eccitazione ed emozione si fondono nell'adrenalina di osservare tanta
meraviglia. Tra tutti i pesci tropicali, di cui sono totalmente a digiuno
essendo per me la prima esperienza, ne inizio a distinguere alcuni osservati
sulla Lonely Planet quali: il pesce imperatore; il pesce pappagallo, così buffo
nel suo becco e così bello nei colori della sua livrea; diversi calamari (beh ci
sono anche in Sardegna questi!); alcuni pesce palla di diverso colore; una
miriade di banner fish, di cui non so la traduzione in italiano.
La mattinata si conclude prendendo un po' di tintarella ma il tempo inizia
presto a guastarsi. Alle 13:30 siamo al Gallery Restaurant per il pranzo,
alquanto succulento e meritato dopo tante nuotate e consumo di energie. Il
pomeriggio spediamo un'email a casa dall'Internet Point, dove veniamo accolti da
una graziosa ragazza con un vestito che pare un kimono, così gentile da offrire
gratis questo primo collegamento di pochi minuti.
Poi torniamo in spiaggia, stavolta vicino alla nostra camera, dove approfittiamo
per mettere a segno un altro snorkelling spettacolare e fare una bella
passeggiata sulla spiaggia. Quest'ultima è a tratti ricoperta interamente di
vegetazione, soprattutto durante la sera con la bassa marea, per cui si è
costretti a camminare nell'acqua bassa per qualche metro e superare gli
ostacoli. Allo stesso tempo, questa invasione di palme basse e vegetazione
permette una più 'intima' privacy, poiché divide la spiaggia in più parti
creando a volte delle vere e proprie piccole calette suggestive. Ciò non si nota
vedendo Bandos dall'alto, come tante altre isole delle Maldive, perché sembra
che una lunga unica lingua di sabbia ne compia il periplo da parte a parte.
Invece non è così, ed è ancora meglio.
La sera passa veloce e alle 19:30 siamo nuovamente al Gallery Retaurant per la
cena con un buco nello stomaco. Passando per la reception, vediamo i menù
esposti con i prezzi in dollari (qui è tutto espresso nella moneta americana
anche se i turisti sono al 90% europei): ben 20 per il pranzo e 25 per la cena:
meno male che noi abbiamo la pensione completa!. Dopo cena visitiamo il
negozietto di souvenir, che espone cose molto carine e artigianali, per poi
andare a bere un cocktail con Patrizia e Doriana al Sand Bar. Stasera è proprio
il giorno della settimana che c'è musica dal vivo. Il gruppo locale è molto
bravo e canta canzoni da ballare da hit parade odierna, ma non musica
tipicamente maldiviana. Passeggiamo un po' anche per il molo, sopra la
passerella in legno appena illuminata, dove tutti i turisti guardano
l'impressionante quantità di pesci che circolano in tondo sul fondo. E'
bellissimo soffermarsi qualche minuto a guardarli in un'atmosfera così
tranquilla. Dopo un po', quasi per caso, si scorge un enorme sagoma longilinea
che affianca gli altri pesci: è uno squalo! In pochi secondi passa sotto i
nostri piedi e svanisce nel buio regalando un po' di adrenalina: chissà se
riusciremo a vederlo anche negli snorkelling!
31 Ottobre - Snorkelling e spiaggia
Mi sveglio diverse volte durante la notte, ad iniziare dalle 4 del mattino, per
via della pioggia a dirotto: non si preannuncia affatto una bella giornata! Alle
8:30 andiamo a fare colazione con i compagni Azemar, attendendo con impazienza
che esca il sole. Purtroppo niente da fare, così anziché andare in spiaggia ci
accontentiamo di fare il periplo dell'isola nei soliti venti minuti.
A metà mattina, sostiamo da Ambrogio e Gabriella nella camera numero 277: è una
vera suite! E' molto più grande della nostra, ha un soggiorno, una camera
grandissima e un bagno favoloso. Non capiamo il perché di tanta fortuna, avendo
preso lo stesso pacchetto viaggio, ma il sospetto è che loro festeggiano i 50
anni di matrimonio e, avendo una stanza del genere libera, probabilmente alla
reception sono stati così gentili da metterla a disposizione!
Comodi nel divano, Ambrogio e Gabriella raccontano le loro precedenti volte alle
Maldive. La prima, negli anni settanta, giunsero qui quando stavano appena
iniziando a creare il turismo 'esclusivo'. L'aeroporto era una minuscola pista
di terra battuta e per andare alle isole si facevano ore e ore di barca. Adesso
si vedono passare spesso gli idrovolanti per i tragitti più lunghi. Inoltre,
ovviamente, c'erano pochi comfort e i resort erano spartani, con dei bungalow
più simili a delle capanne che non a degli appartamenti come oggi. Era il vero
turismo alla Robinson Crusoe: avventuroso, intenso, selvaggio. E soprattutto, la
barriera era una meraviglia nei suoi colori. Ambrogio rimane alquanto deluso da
quella vista oggi, in gran parte morta e grigia. Purtroppo, come ha spiegato
Loris, il fenomeno di imbianchimento dei coralli è stato provocato non tanto
dall'uomo quanto da El Nino, passato qualche anno fa, alzando la temperatura
dell'oceano di qualche grado e provocandone la moria. Trovo riscontro in questo
anche nella Lonely Planet, che puntualizza sul delicatissimo equilibrio
esistente tra i polipi e le alghe di cui si nutrono. L'alzarsi della temperatura
fa scomparire le alghe che sono il principale elemento nutritivo dei polipi, i
quali ne risentono di conseguenza. Vi sono in ogni caso, comunque evidenti,
anche i segni di distruzione dell'uomo, per quanto riguarda numerosi coralli
spezzati e rovinati da scellerati e sprovveduti. Facendo dunque un confronto,
Ambrogio confida che per quanto riguarda i coralli il Mar Rosso è rimasto
pressoché intatto nella zona a Sud di Hurgada e regala ancora uno spettacolo
unico nei suoi colori. Per quanto riguarda invece la fauna, pare che qui a
Bandos sia presente molta più attività e vita.
A mezzogiorno, visto il cielo ancora coperto e minaccioso, siamo ormai
rassegnati sulla possibilità di prendere il sole, ma visto il mare calmo
tentiamo almeno lo snorkelling. Entriamo in acqua senza far conto del sole o
meno: la temperatura è sempre perfetta, la visibilità buona e la vita sott'acqua
non si ferma certo se fuori è brutto tempo! Nei primi metri Ambrogio richiama
l'attenzione mia e di Ste su una gigantesca murena, che sbuca per un mezzo metro
dalla tana con la sua enorme testa. Me la ritrovo davanti all'improvviso
vicinissima e quasi mi viene un colpo, poi mi fermo ad osservare il suo
inquietante serpeggiare aspettando il momento propizio per una foto. Ho portato
da casa una machina fotografica subacquea usa e getta da 36 pose, che solo
adesso mi rendo conto essere del tutto insufficiente. Così prometto di limitarmi
al massimo, cercando di immortalare una sola foto per ciascun migliore
esemplare. Per fortuna c'è Ambrogio, che invece ha portato la sua Canon Ixus
digitale da 2 megapixel, con tanto di custodia subacquea, che scopro essere
magnifica e stupefacente con una risoluzione nitida e priva di sgranature
persino con la poca luce del mondo marino.
Lasciamo la murena e proseguiamo per un po' all'interno della barriera. Mi
soffermo su un magnifico, anche se piccolo, esemplare di lion fish (pesce
scorpione), per poi notare, pur con il loro colorito trasparente, alcuni buffi
pesci cornetta (o trombetta) svolazzare su e giù a zig-zag. Più avanti ancora
noto il grugnitore orientale, caratterizzato da quelle strisce giallo-nere, l'azzannatore
a fasce orientale e il pesce chirurgo blu con il suo forte contrasto giallo-blu
da cui prende il nome.
Poi esco dal reef e questa volta cerco di superare velocemente l'emozione di non
vedere all'improvviso il fondo sotto di me, concentrandomi su ciò che mi
circonda e classificando rispetto a ieri una maggiore varietà di pesci.
Distinguo chiaramente diversi tipologie di pesce balestra, i singolari pesci
unicorno con quel nasone lungo, il labride lunare, i soliti banner fish a
branchi da centinaia alla volta, stupendi nella loro eleganza.
Ma la vera grandissima emozione arriva con il più grande e temuto di tutti: lo
squalo! L'eccitazione di ieri nel vederlo dal pontile è insignificante di fronte
all'averne uno per la prima volta a pochi metri: impressionante,
indimenticabile. Il più temuto dei predatori marini è possente, agile e
scattante! Passa sotto di noi silenzioso senza nemmeno considerarci. Ancora
scioccato dal suo materializzarsi all'improvviso alle nostre spalle, rimango
immobile ad osservarlo mentre si allontana, per poi inseguirlo per un breve
tratto. La sua velocità è ovviamente superiore alla mia e così lo vedo
scomparire nel blu dell'oceano in pochi secondi. Anche Stefania e Ambrogio
l'hanno visto, ed emergiamo subito levando le maschere per commentare
l'episodio. Nonostante sia il pesce più grande e pericoloso che finora abbia mai
visto, devo dire di non aver provato una sensazione di paura, soprattutto per il
fatto che è stato assicurato che le specie esistenti qui alle Maldive sono
innocue e non è mai avvenuto alcun incidente nei confronti dei subacquei. Quel
bestio di circa un metro e mezzo però dà una scarica di adrenalina non da poco e
occorre tempo per smaltirla!
Terminato lo snorkelling, ci asciughiamo in camera e andiamo a pranzo. Continua
a piovere e così il pomeriggio lo passiamo tra i negozietti a comprare cartoline
e ancora una volta in camera di Ambrogio e Gabriella prendendo un caffè.
Verso le 17 recuperiamo maschera e pinne e si propone un'altra nuotatina tra i
pesci con foto meravigliose. Stavolta seguiamo il tratto che va dalla spiaggia
di fronte alla nostra camera, superando la barriera a pelo della pancia, fino ad
arrivare al passaggio di fronte alla camera 191. Un tragitto discreto. Il nostro
scopo è riuscire a compiere tutto il giro dell'isola, un pezzo alla volta, per
esplorare tutto il meraviglioso reef di Bandos.
E' stupefacente inoltre realizzare che ogni qual volta si entri in acqua a fare
snorkelling si esca sempre con qualche avvistamento nuovo. La Lonely Planet è
del tutto generica e insufficiente nella descrizione e nelle figure dei pesci, e
non basta neanche il glossario plastificato comprato nel negozio di souvenir che
mi porto in acqua per riconoscere le nuove specie. Il mondo sottomarino è
estremamente complesso!
Passa anche la serata. Si va a cena (sempre meravigliosa, varia e abbondante) al
Gallery Restaurant e si passeggia sul molo. Mi accordo con Ambrogio per alzarci
presto e fare snorkelling alle prime luci del mattino, che è l'ora migliore per
vedere una gran varietà di pesci. Prima di andare a letto torno allo shop per
acquistare una macchina fotografica usa e getta subacquea, avendo finito il
rullino della mia ed in preda alla disperazione di voler fotografare il
grandioso sesto continente. Mi costa la bellezza di 19 dollari, mentre a casa
l'ho pagata appena 8 euro: accipicchia!
01 Novembre - Snorkelling e spiaggia
Ambrogio telefona puntuale alle 6:45 per il nostro snorkelling mattutino.
Stefania viene con me e ci incamminiamo con l'attrezzatura verso la camera 191.
E' bellissimo uscire dalla stanza con solo il costume addosso, scalzi, un paio
di pinne in una mano, la maschera nell'altra e la macchina fotografica al polso,
attraversando questo paradiso sapendo di andare a vederne un altro ancora più
bello sotto il mare.
Alle 7 in punto entriamo in acqua, sempre tiepida, nel passaggio di fronte alla
191, dirigendoci verso destra per un lungo tratto, fino ad uscire dopo più di
un'ora vicino ad una zona di diversi pontili in pietra, che caratterizzano il
lato nord di Bandos. Abbiamo percorso un quarto di giro dell'isola: niente male!
E ovviamente le emozioni si sono susseguite una dietro l'altra, ad iniziare
dall'avvistamento di ben quattro squali in successione. Qualcuno è arrivato di
fronte e qualcuno alle spalle, ma stavolta non mi sono lasciato cogliere
impreparato e sono riuscito a fotografarli! Così come pure ho fotografato gli
immensi branchi di banner fish nuotando in mezzo a loro con assoluta
discrezione. E' come volare in paradiso, non riesco a paragonare questa
sensazione a nient'altro che non sia questo.
Quello che mi accorgo essere fondamentali sono gli insegnamenti basilari che
papà mi diede nelle nostre pescate subacquee, anni or sono. Non apparteniamo al
mondo sottomarino e perciò siamo degli estranei. Siamo goffi e lenti e i pesci
vedono lontano un miglio qualunque gesto brusco proviamo a fare. L'unico modo
per avvicinarli è nuotare nell'acqua come un'astronauta vola nello spazio: con
calma, tranquillità, movimenti lenti e lineari per smuovere meno acqua e
soprattutto fare meno schiuma possibile. Tutto deve essere fatto con estrema
fluidità e linearità, dall'immersione, alla respirazione, alla pinneggiata,
all'avvicinamento di un pesce. Con questi semplici accorgimenti si può arrivare
a pochi centimetri, a fotografare e persino a toccare gli splendidi esemplari
che si hanno di fronte senza troppi problemi. Purtroppo vedo altre persone in
acqua ben lontane da aver capito queste che per me sono comportamenti scontati,
e fanno un casino tremendo che spaventa il circondario nel raggio di decine di
metri! Magari sono alle prime armi, magari hanno un po' paura o sono
impressionati, però è comunque un modo disastroso per intraprendere lo
snorkelling. Per fortuna, di mattina presto non c'è quasi nessuno e appare un
fatto insensato visto che risulta essere l'ora propizia per gli avvistamenti.
Molto meglio per noi però!
La novità più grande infine, che non poteva mancare come negli altri snorkelling,
arriva con l'avvistamento di una tartaruga marina: bellissima, pacifica, grande
quanto leggera, si destreggia egregiamente sott'acqua apparendo come una
farfalla in volo. Ce la fa notare Ambrogio in pochi metri di profondità proprio
al confine della barriera. Stiamo con lei parecchi minuti fotografando ed
ammirando la sua eleganza: altra sensazione indescrivibile. E' in assoluto
l'animale marino che dimostra maggior tranquillità nei confronti dell'essere
umano, si lascia osservare senza problemi di alcun tipo e ad un certo punto si
avvicina talmente tanto alla faccia di Ambrogio che sembra volerlo baciare!
Ambrogio colto all'improvviso la allontana con un gesto di riflesso, sperando di
non esser stato scambiato per qualche appetitoso spuntino
Terminato questo ennesimo leggendario snorkelling, andiamo a fare colazione alle
8 e mezza al Gallery Restaurant. Poi raggiungiamo il diving per prendere un po'
di tintarella, ma purtroppo quella che sembrava stamattina presto una splendida
giornata muta in fretta, ancora una volta, in una pessima di pioggia. Stavolta
come non mai il cielo si oscura pesantemente sopra il mare con una gigantesca
nuvola nera, e nel giro di pochi minuti arriva il diluvio universale! Siamo
riparati sotto il tetto del diving mentre osserviamo un po' indispettiti la
pioggia scrosciante: non possiamo certo dire che il tempo stia aiutando.
Torniamo sconsolati in camera a riposare e si fa ora di pranzo. Nel pomeriggio
spediamo un'altra email a casa e stiamo ancora in stanza. Il brutto tempo
persiste ma alle 16:30 ci immergiamo ugualmente per un altro snorkelling.
Stavolta rimaniamo tra il passaggio del diving e quello della 191, tratto che
iniziamo a conoscere molto bene avendolo già fatto diverse volte. Noto come la
corrente influenzi notevolmente la vita dei pesci sott'acqua. Seguono quasi
tutti sempre la stessa direzione, quindi in senso orario o antiorario rispetto
all'isola, al confine della barriera. Capita così che seguendo la stessa
direzione dei pesci a volte se ne vedano di meno, mentre andando contro corrente
arrivino tutti frontalmente un branco dietro l'altro: incredibile, come andare
contro mano in un autostrada!
La particolarità di questo snorkelling risultano
essere i batfish, ovvero i pesci pipistrello, elegantissimi nella loro forma
piatta e tondeggiante, grandi fino a mezzo metro e soprattutto curiosissimi.
Sono loro che si avvicinano a me e non mi mollano! Mi diverto a nuotare un bel
po' con questo branco di una decina di esemplari magnifici, a cui scatto diverse
foto in assoluta tranquillità. Devo ammettere che trovare una buona inquadratura
sott'acqua non è per niente facile. Ogni minimo movimento sposta l'obiettivo o
il soggetto, e movimenti bruschi o soggetti troppo lontani rendono la foto mossa
o sfuocata. La luce e i colori poi sono un'incognita. Sono convinto che la
maggioranza delle foto, non avendo esperienza in questo campo, usciranno molto
lontane da come le ho concepite, e forse non usciranno per niente!
Vola veloce anche questa serata e alle 19:30 siamo tutti seduti al tavolo per
usufruire dell'ottimo buffet del Gallery Restaurant. Ne approfittiamo per
intraprendere una chiacchierata e fare una foto con uno dei responsabili del
posto, un simpatico ragazzo singalese che parla ben cinque lingue. E' molto
distinto e professionale nei modi di fare, non si scompone affatto se non per i
suoi cordiali sorrisi. Catturiamo anche Loris, che vediamo quasi sempre ai pasti
seduto in un tavolo in fondo con i colleghi. Racconta della situazione del
personale di Bandos, che credo possa essere estesa anche al resto delle Maldive.
In linea di massima non sono ben pagati e recuperano quando possono con le
mance. Allo stesso tempo il lato positivo è che sono comunque ben trattati e mai
sfruttati. Addirittura Loris dice che vengono considerati per alcuni aspetti
quasi come veri clienti, nel senso che l'alloggio, anche se non certo
paragonabile a quello dei turisti, è comunque pulito, comodo e ben curato.
Dopo cena passeggiamo come di consueto intorno all'isola, che continua a
rivelare con sorpresa nuovi angoli di bellezza. Poi lasciamo i nostri compagni
e, prima di andare a dormire, sostiamo sulla spiaggia prendendo due sdraio e
ammirando le stelle che paiono prendersi gioco di noi: ha piovuto tutto il
giorno e adesso, di notte, esce il bel tempo! La serata è magnifica, calma,
romantica, rilassante. All'orizzonte compaiono le luci di Male, che domani
visiteremo avendo prenotato la gita col dhoni, tipica imbarcazione locale.
02 Novembre - La capitale Male
La colazione è alle 8:00 in punto. Dopo brevi preparativi raggiungiamo il molo
alle 9:00 dove un dhoni, tipica imbarcazione usata alle Maldive dai pescatori (e
oggi anche per scopi turistici), aspetta i clienti di Bandos che hanno prenotato
la gita alla capitale Male per 16 dollari a testa. E' una bellissima giornata e
questo, invece di rallegrare, mette un po' di tristezza apparendo ai nostri
occhi una beffa: proprio oggi che non andiamo in spiaggia esce il sole! Non
torneremo a casa con un abbronzatura invidiabile, questo è certo
Saliamo nella barca e lasciamo lentamente il molo allontanandoci dall'isola, che
con i colori di oggi appare davvero spettacolare. Il tragitto dura una mezzora
che scorre velocemente tra il meraviglioso oceano indiano e le isole attorno.
Anche l'attracco a Male è suggestivo, con quei grattaceli che sembrano finire
direttamente sul mare. Pare che l'isola stia scoppiando: è un clamoroso
contrasto tra il cemento della civiltà e il blu dell'oceano intorno. La
vegetazione è rada e lo spazio è compresso al massimo per le abitazioni. Devono
costruire su un'altra isola adesso, per ampliare il centro urbano che ormai ha
raggiunto la sua massima estensione.
Appena sbarcati nel porto, veniamo riuniti in cerchio e divisi per nazionalità.
Ad ogni gruppo viene assegnata una guida, così anche per me e Ste che risultiamo
essere gli unici italiani. Passeggiamo per la città attraversando la piazza
principale, molto bella e curata e uno dei pochi luoghi di verde e prato di
Male. La guida spiega che la città è tagliata in due da alcune vie principali,
la quale più lunga è di appena 2 Km. Tale è dunque il raggio dell'isola.
Il sole è davvero forte e fa un caldo tremendo. Per fortuna le tappe sono tutte
vicine e si cammina poco. La prima è la Moschea nuova: moderna, di un bianco
accecante, una struttura ben curata. Per entrare bisogna essere scalzi e non si
possono avere le gambe scoperte: così, avendo i pantaloncini corti, sono
costretto ad indossare un buffo pareo che viene dato in loco. Visitiamo
l'interno della Moschea: un'esperienza totalmente nuova per me visto che è la
prima volta che ne vedo una. Grande, spaziosa, luccicante: questi sono gli
aggettivi che mi vengono in mente per descriverla. Il pavimento pare appena
lustrato!
Proseguiamo l'itinerario passando di fronte al mercato del pesce, che apre più
tardi, quindi a quello della frutta che invece è già nel pieno dell'attività. E'
un capannone al chiuso, con le bancarelle dai colori vivaci ordinate in appositi
box, molto più simile ai nostri piuttosto che a quelli orientali. Così pure le
strade appaiono scrupolosamente pulite e curate, un particolare che mi colpisce
molto. Probabilmente l'influenza mussulmana si vede anche da queste cose. C'è
anche un traffico intenso e la domanda sorge spontanea: che senso può avere
comprarsi l'auto alle Maldive per poter circolare esclusivamente su un'isola
piatta larga due Km attraversabile in mezzora a piedi?! Non stupisce affatto
invece vedere intere vie ricoperte da motorini parcheggiati e biciclette, almeno
è più logico.
La prossima meta è la moschea antica ed il cimitero, del quale la nostra guida
spiega la differenza della punta delle tombe per poter riconoscere gli uomini
dalle donne. Attraversiamo anche un giardino con un museo di oggetti antichi,
dove viene indicata con non poca ironia la 'montagna' più alta dell'isola: un
piccolo cumulo di terra alto poco più di me, di circa due metri in tutto!!!
Questo per sottolineare quanto siano piatte le Maldive.
Durante la camminata osserviamo dalla strada anche il palazzo e gli uffici del
Presidente, dopodiché in ultimo veniamo accompagnati in un negozio di souvenir.
A questo punto la guida ci lascia dando il tempo di fare acquisti e dicendo di
tornare fra un'oretta. Osserviamo un po' gli articoli proposti: c'è davvero una
vasta scelta di qualunque cosa, molti oggetti particolari e carini, però con
prezzi di partenza piuttosto alti. Alcune cose costano addirittura più che a
Bandos, dove, essendo nel resort in totale monopolio, diamo per scontato di
trovare prezzi enormemente meno convenienti. Facciamo comunque i nostri
acquisti, scegliendo due t-shirt con disegnati pesci tropicali, un portachiavi,
delle calamite con immagini di surf e tartaruga. Alla cassa poi spendiamo dieci
minuti buoni per far scendere il prezzo. Anche qui la contrattazione è il metodo
usuale di compravendita per i turisti.
All'uscita non vediamo la nostra guida ma un ragazzo che invita a salire nel
negozio a fianco. Un po' titubanti alla fine accettiamo e scopriamo che qua si
compra molto meglio rispetto all'altro shop. Ci sentiamo un po' raggirati e
scopriamo a nostre spese che i sotterfugi e le percentuali sono attività
saldamente affermate anche qui alle Maldive. Il fatto che siamo stati lasciati
dalla guida nello shop a lato, stranamente più caro, non è certo un caso.
Piuttosto indispettiti usciamo dal negozio e senza aspettare il suo ritorno
raggiungiamo il porto. Passeggiare da soli per Male da turisti assume subito un
altro aspetto. Persone di ogni genere ed età si avvicinano a lasciare biglietti
da visita e a chiedere di andare nel loro locale. Dopo averne incontrato una
decina inizia ad essere piuttosto irritante. All'improvviso il relax e la pace
di Bandos svaniscono e sembra di essere tornati per le strade dello Sri Lanka!
Entriamo di sfuggita in un ultimo negozio di articoli artigianali, dove compro
un quadretto che ricorda la spiaggia di fronte alla nostra camera con vista su
Kuda Bandos, e poi fuggiamo verso il porto.
Troviamo il nostro Dhoni che non vediamo l'ora ci riporti in paradiso, nella
nostra amata Bandos! Appena lasciata Male scopriamo che la piccola isola di
fronte, che appare bella come tutte le altre, è in realtà un carcere. Chi
l'avrebbe mai detto?
Rientriamo giusto in tempo per il pranzo alle 13:30 e passiamo il pomeriggio in
spiaggia. Il cielo si sta di nuovo annuvolando. Facciamo un altro stupendo
snorkelling tra il diving e il passaggio della 191, che risulta sicuramente il
tratto più breve e comodo per entrare in acqua. Tra le meraviglie sono colpito
dai pesci angelo, i pesci farfalla e nuovamente gli splendidi pesci pipistrello.
Ultimiamo i nostri acquisti alle Maldive prima di cena comprando un bellissimo
album fotografico nello shop di Bandos, non avendone trovato uno paragonabile a
Male ed allo stesso prezzo di 25 dollari, ed una maglietta con due magnifici
banner fish disegnati. A questo punto non resta che il Gallery Restaurant ed una
passeggiata notturna per chiudere in bellezza un'altra giornata qui alle
Maldive.
03 Novembre - Snorkelling e spiaggia.
Ambrogio chiama in camera puntuale alle 6:45. Oggi tentiamo un altro mitico
snorkelling alle prime luci del giorno, partendo dallo stesso punto dove siamo
usciti l'altro ieri, e proseguendo il giro dell'isola in senso antiorario.
Abbiamo appuntamento fronte al pontile e per arrivarci mi tocca attraversare
tutta Bandos, essendo dalla parte opposta al mio bungalow. Stefania è stanca e
rimane a dormire, così siamo io e Ambrogio da soli, armati delle nostre macchine
fotografiche subacquee pronti all'avventura!
Non passa molto perché questa arrivi. Dopo pochi minuti, appena superata a pelo
la barriera corallina non esistendo un apposito passaggio tra i pontili,
scorgiamo con nostra enorme meraviglia i più grandi squali mai visti fino ad
ora. Sono due per l'esattezza, che girano in coppia, di circa due metri di
lunghezza ma soprattutto molto grossi di circonferenza, e in più un altro di un
metro e mezzo simile a tutti quelli visti nei giorni precedenti, che in
confronto appare un cucciolo. E magari lo è davvero. Rimaniamo pietrificati per
parecchi secondi: vedere tre squali tutti in una volta e per giunta di queste
dimensioni, non capita davvero tutti i giorni nella vita quotidiana di persone
abituate alle placide acque del Mediterraneo! La cosa più incredibile è che, a
differenza degli altri, questi rimangono intorno passando e ripassando diverse
volte sotto i nostri occhi. Riesco così a seguirli per lunghi tratti,
immergendomi in apnea e avvicinandomi ad una distanza di circa due metri,
scattando bellissime foto. E' un'emozione unica! Pare ad un certo punto quasi di
giocarci, un po' come ho fatto per la tartaruga. Questi però sono squali è
meglio non dimenticarlo!
Proseguiamo il tragitto a ridosso dello strapiombo della barriera corallina,
lasciando i bestioni alle nostre spalle. Passano pochi minuti, ed eccoli di
nuovo rispuntare! Ci stanno seguendo o andiamo nella stessa direzione? Noto con
stupore che nuotano nell'acqua bassa fino a neanche un metro di profondità, e mi
getto ancora al loro inseguimento. Nonostante sia sicuro della loro non
pericolosità, ammetto di provare una profonda una sensazione di timore e di
profondo rispetto per questi magnifici predatori dell'oceano. Vederli nuotare
sott'acqua è stupendo, indescrivibile: hanno un'eleganza ed una potenza nei
movimenti eccezionale!
Abbandonati definitivamente gli squali, proseguiamo lo snorkelling in un tratto
di barriera unico di Bandos. Il reef qui è inquietante e spaventoso: si inabissa
tremendamente sotto alcuni lastroni a più piani, creando tra l'uno e l'altro
delle buie enormi cavità, sicuramente ottimali per essere usate come tane per
pesci di qualsiasi dimensione. Osservo esterrefatto e carico di adrenalina
questo indimenticabile paesaggio sotto i miei occhi mentre lo attraverso
pinneggiando.
Giungiamo al termine di questo fantastico snorkelling appena prima del porto,
dove c'è il terzo passaggio dell'isola, il meno frequentato proprio perché molto
lontano dagli altri due. Abbiamo percorso un tragitto davvero notevole in un'ora
e dieci di nuoto!
Torno in camera e insieme a Stefania andiamo a fare colazione. Le racconto degli
squali e promettiamo di riprovare a metà mattina. Verso le 9:30 andiamo in
spiaggia con gli altri. Stefania, Doriana e Gabriella prendono il sole con gli
sdraio nell'acqua sempre tiepida, pratica comune dei turisti qui a Bandos,
mentre Ambrogio va a fare un altro snorkelling con Patrizia, che ha imparato
grazie a lui le meraviglie sottomarine. Nonostante la sua iniziale titubanza e
paura, una volta indossata la maschera e osservato il paradiso dei pesci
tropicali, si è lanciata anche lei all'esplorazione.
Alle 11:30 è il turno mio e di Stefania. Passeggiamo per raggiungere l'entrata
al diving dove stavolta, anziché nuotare in senso orario per raggiungere il
vicino passaggio della camera 191, siamo intenzionati ad andare in senso
antiorario verso il porto. E' l'unico tratto che manca per completare il periplo
di Bandos, avendo già percorso tutto il resto dell'isola un pezzo alla volta.
Incontriamo Ambrogio e Patrizia, i quali dicono di aver fatto lo stesso percorso
ed essere usciti dal pontile prima del porto, stando un po' attenti alla pancia
per l'acqua bassa.
Iniziamo il nostro snorkelling lasciando alle spalle il diving. L'acqua
punzecchia, delle volte in modo assai fastidioso, e c'è molto pulviscolo.
Abbiamo avuto questo problema anche in altri snorkelling, ed è collegato alla
grande quantità di plancton presente in ottobre.
Il tempo è instabile come quasi tutti i giorni che abbiamo passato qui alle
Maldive: c'è il sole ma all'orizzonte si scorgono pesanti nuvole. Il mare è però
sempre calmo. Dopo circa tre quarti d'ora assistiamo ad un cambiamento radicale.
Il cielo si oscura pesantemente e appena il porto si materializza in lontananza
di fronte a noi inizia a diluviare, talmente forte da sentire fastidio sulla
schiena mentre stiamo con la testa sotto a guardare il fondo. Arriva un vento
improvviso, il mare si increspa notevolmente e la visibilità sparisce del tutto:
non riusciamo più a vedere Kuda Bandos che un attimo fa era proprio di fronte a
noi nitidissima.
Ai nostri occhi si presenta così in appena dieci minuti uno scenario
apocalittico! Il primo impulso è ovviamente quello di uscire verso la riva, come
avremmo fatto in qualunque spiaggia del Mediterraneo, ma sappiamo bene entrambi
sia io che Ste che qui alle Maldive significherebbe sfracellarsi sulla barriera
corallina! E' pazzesco, perché la spiaggia dista neanche cinquanta metri,
basterebbe solo qualche minuto per arrivarci. Discutiamo nel bel mezzo della
tempesta con la testa fuori dall'acqua, cercando di capire quale sia la cosa
giusta da farsi il più in fretta possibile, prima che la situazione degeneri.
Tornare indietro è fuori discussione, siamo troppo lontani dal diving e stanchi.
Avanti a noi c'è il porto con il passaggio ma si vedono laggiù onde alte qualche
metro che si schiantano sul molo. Optiamo così per tentare l'uscita dal pontile
che sta vicino a noi, che hanno sfruttato anche Ambrogio e Patrizia appena
un'ora fa. Ma come avviciniamo la barriera, il risucchio provocato dal frangersi
delle onde rende la visibilità pari a zero e veniamo sballottati da una parte
all'altra. La situazione si fa critica e stiamo per entrare nel panico, il
peggior nemico dell'uomo nelle situazioni pericolose. Cerco di calmare Stefania
che vuole uscire a tutti i costi e la convinco che passare da qua è troppo
rischioso! E' incredibile pensare che sono in piedi, senza pinne (causa una
bolla sul piede per i troppi snorkelling di questi giorni!) nell'acqua poco più
di un metro di profondità con la riva a qualche decina di metri di distanza e
non possa uscire! Tutta la situazione sembra essere un gigantesco paradosso.
Torniamo nell'acqua alta al di là del reef perché almeno qui la visibilità è
maggiore e le onde non sono alte. Siamo stanchissimi ma è la soluzione migliore
poiché, riflettendo in maniera lucida, siamo più al sicuro qua finché passi il
temporale, che in genere non dura più di mezzora. Capisco però anche il panico
di Stefania che insiste per uscire vedendosi attorno il diluvio universale, e
così prendiamo la decisione di andare avanti per raggiungere il passaggio oltre
il porto. Con enorme dispendio di energie, dato che siamo controcorrente e io
persino senza pinne, riusciamo dopo venti minuti circa a percorrere un tragitto
che avremmo fatto normalmente in un paio di minuti e raggiungiamo l'imbocco del
piccolo porticciolo di Bandos.
A questo punto c'è anche il pericolo delle barche. Neanche il più imprudente dei
nuotatori si sognerebbe mai di attraversare l'entrata di un porto! Ci guardiamo
bene intorno e per fortuna non paiono esserci imbarcazioni in movimento.
Attraversiamo così per un tratto l'imbocco e vengo colto da un naturale lampo di
genio: viste le onde oltre il molo, che rendono di sicuro un'impresa rischiosa
l'uscita in presenza del passaggio con visibilità nulla, convinco Ste ad uscire
dal porto stesso, dove l'acqua ovviamente è calma come quella di una piscina.
Nuotiamo così qualche metro ed ecco la nostra salvezza: protetti dai moli
percorriamo tutta la lunghezza del porto fino al nostro amato ponticello in
legno, dove la sera veniamo ad osservare i pesci. Siamo sfiniti ma salvi.
L'acqua del porto poi è incredibilmente pulita e trasparente, non certo come si
usa immaginarla nei nostri.
Rimaniamo allibiti dal fatto che due ragazzi del personale di Bandos, che hanno
visto affacciati al pontile il rocambolesco arrivo, osino affermare che nel
porto non si possa fare snorkelling perché pericoloso. Il troppo relax deve
averli rincitrulliti: non si vede in che condizioni siamo? E che fuori c'è una
tempesta e stiamo uscendo in assoluta emergenza? Non si degnano neanche di
aiutarci e sono costretto a spingere Stefania dal basso per salire sugli alti
gradini in legno della passerella con uno sforzo immane. Sdegnati da questo
atteggiamento remissivo, rientriamo in stanza distrutti da questa pericolosa
esperienza, sicuramente da non dimenticare.
Ancora rintontiti, andiamo al Gallery Restaurant a pranzare, passando proprio di
fronte al punto dove mezzora fa stavamo annaspando nel mare in tempesta. Adesso
è già molto più calmo e sta uscendo un po' di sole: incredibile! I nostri
compagni attendono un po' preoccupati, non avendoci visto rientrare in spiaggia.
Raccontiamo così la disavventura lasciandoli a bocca aperta! La nostra bravura è
stata quella di non aver fatto prevalere il panico e la fortuna ha dato una
mano. D'ora in poi rifletteremo bene prima di percorrere lunghi tragitti senza
essere sicuri che il tempo sia stabile!
Verso le 15:00 andiamo nella stanza di Ambrogio e Gabriella a fare un po' di
'salotto', visto che il cielo è di nuovo coperto. Poi andiamo ad acquistare nel
negozio di souvenir qualche portachiavi di legno a forma di pesce ed una
collana, e spediamo un email nel vicino Internet Point. Infine riposiamo in
camera stanchi e assonnati.
Verso le 18:00 usciamo nuovamente con l'ombrello per una passeggiata,
incontrando al diving i nostri compagni. Gabriella si offre gentilmente per fare
a me e Ste delle riprese: finalmente insieme almeno una volta nei ricordi! Si
adopera proprio come una regista e ne esce un filmino stupendo! Durante il
solito periplo di Bandos, sostiamo incuriositi in spiaggia ad osservare dei
paguri e dei granchi buffissimi che scorrazzano da un buco all'altro. Poi
camminiamo sopra il molo di pietre scoprendone altri tra gli scogli veramente
grossi!
Per concludere la giornata, beviamo un coktail al Sand Bar e mettiamo a dura
prova il buffet della cena: oggi abbiamo molte energie da recuperare!
04 Novembre - Il pesce chirurgo. Kuda Bandos.
Ambrogio mi chiama al telefono della camera, spaccato come un orologio svizzero,
per quella che ormai è diventata la nostra 'missione'. Stefania, vista la brutta
esperienza di ieri, preferisce rimanere a dormire. Ma io non posso sottrarmi dal
vedere i miei amati pesci tropicali. Esco e raggiungo Ambrogio al pontile a
fianco al porto, dove saremmo dovuti uscire ieri se non fosse arrivata la
tempesta. Dobbiamo rifare esattamente lo stesso percorso all'inverso ed arrivare
fino al diving. Devo dire la verità: è una sensazione stranissima trovarsi nello
stesso punto in cui ieri, in qualche modo, ho rischiato grosso. Mi guardo
intorno e non riconosco niente di ciò che vedevo: è una splendida giornata, il
mare è piatto, Kuda Bandos è di fronte a noi con dei colori meravigliosi e del
diluvio universale di ieri non vi è alcuna traccia!
Appena superata la barriera, mi cimento ad osservare con attenzione il fondo e
noto come uno scoglio muoversi a diversi metri di profondità. Occorre qualche
secondo per mettere a fuoco e riconoscere quella magnifica tartaruga marina che
adesso sale in superficie. Chiamo subito Ambrogio e rimaniamo intorno a lei per
diverso tempo: è la seconda che vediamo, assolutamente stupenda!
Più avanti attraversiamo degli branchi infiniti di migliaia di banner fish:
buttarsi in mezzo a nuotare è indimenticabile! Vediamo anche qualche squalo e
qualche pesce pipistrello, nonché numerosi pesci pappagallo dalla bellissima
livrea blu-verde, che beccano il corallo sul fondo con quel caratteristico suono
che i primi giorni non riconoscevo.
Ad un certo punto, durante un'incursione in un branco di banner fish, sento un
colpo sotto il piede destro, come se avessi urtato violentemente contro una
roccia. Sono senza pinne e quindi mi guardo intorno preoccupato di non aver
toccato del corallo, ma non può essere: sono nell'acqua altissima! Un altro urto
doloroso mi fa ritrarre bruscamente il piede e circondato da centinaia di pesci
non ne capisco la provenienza. Esco dal branco e mi vedo un bestio dalla brutta
faccia, di circa mezzo metro, che dal fondo si dirige velocemente verso di me
puntando dritto ai miei piedi!!! Li scuoto ancora una volta e lui devia
bruscamente, all'ultimo momento, scansandosi. Poi parlo con Ambrogio che ha
visto tutta la scena e conferma che è stato proprio lui a venirmi addosso. Si
mette anche un a ridere visto che in effetti la situazione appare quasi una
barzelletta! Mi guardo attorno e vedo il pesce che continua a seguirmi sul fondo
e diverse volte, forse una decina, sale all'improvviso puntandomi per poi
scansarsi al mio gesticolare. Ad un certo punto lo minaccio persino con la
macchina fotografica, tra le risate incredule di Ambrogio. E' una situazione
comica ma allo stesso tempo irritante: non ho fatto niente a questo pesce e non
capisco perché se la prende con i miei piedi! Mi guardo sotto e vedo due lunghi
tagli sotto la pianta, deducendone che quei colpi che ho sentito probabilmente
erano i morsi di quel disgraziato essere. Osservo un subacqueo che mi supera,
anche lui senza pinne, e il pesce si accanisce anche contro i suoi piedi: allora
è un vizio!!!
Usciamo al diving scherzando e ridendo con Ambrogio di questa che sicuramente
diventerà la cosa più divertente da raccontare in giro agli amici. Presto però
mi accorgo che i due tagli diventano una cosa molto più seria di quel che
sembrava. Intanto sono fastidiosissimi poiché, attraversando di lungo la pianta
del piede fino all'alluce, ad ogni passo che metto in terra sono dolori, sotto
il peso del corpo! Poi sanguinano anche, per cui, pensando al morso di un pesce
che di cui ignoro la specie, ritengo necessario e doveroso farli vedere da un
medico.
Me lo confermano anche i miei compagni a colazione, mentre con Ambrogio
raccontiamo vivacemente la comica scena durante lo snorkelling.
Alle 10:00 in
punto, orario di apertura del centro medico, mi avvicino con Stefania e
Patrizia, la quale ha riportato in questi giorni delle bolle allergiche sul
ginocchio appoggiandosi al corallo. Mi riceve una dottoressa gentile che fa
accomodare sul lettino. Le spiego l'attacco del pesce ma lei pare incredula: non
possono essere morsi perché sono tagli di netto. Mi chiede diverse volte se sono
passato sul corallo ma continuo a ripeterle di essere sicuro che si trattasse di
un pesce e che ero sull'acqua alta. Comunque mi medica con un disinfettante
molto forte e fascia la ferita. Niente bagno di sicuro per oggi, forse domani si
potrà tentare.
Poi mostra un poster con le varie tipologie di pesci e mi indica il 'chirurgo',
chiedendo se è quello che ho visto. Già, è proprio lui!!! Mi spiega dunque che
non sono morsi, ma la sua spina dorsale, particolarmente tagliente, che usa come
arma di difesa o attacco: non a caso, si chiama per l'appunto pesce chirurgo!
Non si finisce mai di imparare. E questa lezione costa cara: 40 dollari sul
conto, di cui 25 per la visita e 15 di medicazione! Per fortuna a Patrizia dice
solo di usare una pomata senza visitarla, altrimenti sarebbero dolori anche per
lei!
Raggiungiamo in spiaggia gli altri raccontando tutto. Sono un po' contrariato
perché a parte la cifra spesa, non posso fare più bagni e cammino dolorosamente
zoppicando, proprio oggi che finalmente è una bella giornata di sole. Ne
approfitto comunque per fare foto e riprese alle ragazze che si godono lo sdraio
in acqua chiacchierando.
Per il pomeriggio io e Ste abbiamo prenotato la gita a Kuda Bandos. Anche
stavolta però non ci ha seguito nessuno dei compagni Azemar. Alle 15:00
raggiungiamo il pontile, dove un Dhoni carica qualche turista e parte alla volta
della piccola isola disabitata di fronte. Il tragitto dura appena un quarto
d'ora ed è piacevolissimo. L'attracco al molo poi è spettacolare, con dei colori
del mare e della spiaggia stupefacenti, ancora più belli di Bandos! Sembra
davvero di scendere in paradiso: un'isola tropicale disabitata tutta per noi,
circondata da una sabbia fine bianco-accecante e da un azzurro strepitoso e
cristallino che la circonda.
Scattiamo qualche foto nella roccia che dà il benvenuto ai turisti, sotto alte e
magnifiche palme, e dopo una breve passeggiata per la spiaggia sdraiamo a
prendere il sole. E' tutto assolutamente meraviglioso e perfetto, non c'è molto
altro da aggiungere. Il cielo azzurro e la luce solare regalano finalmente quei
colori che in questi giorni non siamo riusciti a vedere. Il mare è una tavola e
Stefania ne approfitta per fare subito una nuotata, purtroppo da sola: mi piange
il cuore dovermi accontentare di riprenderla mentre io sono immobilizzato con il
piede fasciato! Tutta la situazione (a parte l'infortunio) ricorda vivamente il
giorno in cui in Tailandia, esattamente un anno fa, siamo andati nell'isola
deserta di Koh Phoda: anche là sabbia bianchissima, pace divina, tante palme e
mare piatto, anche se non così cristallino come questo delle Maldive, bisogna
ammetterlo.
Faccio conoscenza con una ragazza italiana, che chiede di scattarle una foto col
suo ragazzo greco. Si sono sposati e sono in viaggio di nozze. Alloggiano a
Paradise Island e anche loro si trovano benissimo. Appena sento il prezzo che
hanno pagato per una settimana in mezza pensione mi vengono i brividi:
praticamente quanto noi, per lo stesso pacchetto di due settimane Sri Lanka-
Maldive in pensione completa!!! Me ne guardo bene ovviamente dal dirlo per non
rovinarle il viaggio di nozze
Dopo un po' di relax al sole passeggiamo, attraversando in lungo e largo
l'isola. E' effettivamente molto più piccola di Bandos. Ci sono alte palme
ovunque e diverse costruzioni usate per le feste e i banchetti che organizzano
da diversi resort nelle isole vicine, a partire dal nostro che propone pesca e
cena sul posto. La parte nord di Kuda Bandos, da cui si vede perfettamente
Bandos, risulta essere meno attraente comunque di quella meridionale, dove la
spiaggia è migliore e più grande.
Pare non esserci nessuno: gli altri turisti sono andati via prima, e giriamo per
questo bellissimo paradiso del tutto indisturbati! Il sole inizia a calare
velocemente, e dopo aver preso gli ultimi raggi abbronzanti prima dell'arrivo
dell'ombra delle alte palme, torniamo al molo ad aspettare il dhoni. Scopriamo
così che in realtà non siamo del tutto soli: c'è anche un'altra coppia di
turisti. Quattro persone nell'intera isola!
Lasciamo malinconicamente Kuda Bandos e rientriamo giusto in tempo per godere
dell'ultimo spettacolare tramonto per noi alle Maldive, dato che domani si torna
a casa. Iniziamo a preparare qualcosa nelle valigie, andiamo a cena e poi
acquistiamo gli ultimi (e stavolta davvero gli ultimi!) regalini da portare a
casa: due splendidi e colorati parei per Stefania, una cornice fotografica in
legno con i pesciolini tropicali, più il poster mitico con vista aerea di Bandos
dall'alto!
Passiamo anche alla reception a fare il check-out, e prima di andare a letto
diamo appuntamento ad Ambrogio per alzarci di mattina presto per mettere in atto
il nostro ultimo snorkelling.
05 Novembre - Ultimo snorkelling. Volo Male - Milano.
Siamo io e Stefania alle 7:00, puntuali come le altre mattine, di fronte al
diving con Ambrogio. Optiamo per una nuotata tranquilla fino al passaggio della
camera 191, per concludere in bellezza alle Maldive. Per fortuna il piede non fa
male in acqua e riesco a nuotare tranquillamente, anzi, mi muovo molto meglio
che sulla terra ferma.
Stamattina è una giornata parecchio attiva nel mondo sottomarino: passa sotto
gli occhi di tutto e di più, compresi numerosi squali. Non riesco ancora a
credere che fra qualche ora dovrò abbandonare questo fantastico paradiso
sommerso, così vitale e colorato, che ha rappresentato per me un'esperienza
sconvolgente. Mi accorgo che la mia capacità visiva e di concentrazione nello
snorkelling è aumentata notevolmente, passando dalle primordiali adrenaliniche
emozioni della vista della barriera corallina, ad una più attenta e accurata
ricerca dei particolari e delle forme di vita.
Stavolta, le assolute novità si incarnano in un magnifico esemplare di polpo e
nella possente aquila di mare. Il primo lo scovo perfettamente mimetizzato tra i
coralli e rimango ad osservarlo per parecchio tempo, mentre cambia
clamorosamente forma e colore in un istante spostandosi lentamente sul fondo. La
seconda mi arriva incontro alla profondità di circa cinque metri e riesco a
seguirla solo per un breve tratto. Con un apertura alare di un paio di metri,
inquietante nella sua enorme testa che la distingue facilmente dalle altre
specie simili (tipo razza e manta), la sua eleganza e possanza nel muoversi la
rendono davvero temibile, nonostante alla fin dei conti non sia certo tra i
pesci più pericolosi. Raggiungo Ambrogio e Stefania, che erano più avanti
rispetto a me, e scopro con piacere che l'hanno vista anche loro. Stefania è
rimasta proprio scioccata da quel gigantesco essere!
Finito lo snorkelling andiamo a fare colazione, poi torniamo in camera a
chiudere le valigie. Il brutto tempo, persino oggi che dobbiamo andare via, non
si risparmia e scoraggia dall'andare in spiaggia. A mezzogiorno andiamo a
pranzare, poi percorriamo un bel giro per tutta l'isola, nonostante i vestiti
addosso facciano parecchio caldo. Non possiamo lasciare Bandos senza rivederla
tutta almeno una volta! Scatto le mie ultime foto e alle 14:00, impietosamente,
la nostra imbarcazione attende per accompagnarci all'aeroporto. Lo stacco
dall'isola sembra davvero una tragedia, e poco manca che non cadano le lacrime:
cosa che non è avvenuta nemmeno per lo Sri Lanka. Tanti pensieri, come alla fine
di ogni viaggio, passano per la testa, ma una cosa in questi casi è sempre
certa: la profonda voglia e convinzione di fare di tutto per tornare!
Alle 16:45 parte il nostro volo da Male per Milano. Inizia il calvario di un
altro lungo giorno di rientro. Dal finestrino osservo esterrefatto una delle
tante isole delle Maldive circondate dalla barriera corallina, cosa che non ho
potuto fare all'andata: è pazzesco vederle da questa altezza! Durante le prime
ore guardo gli ultimi film del momento: 'La leggenda degli uomini straordinari'
e 'Charlie's Angels - Full Throttle', e poi mi lascio andare ad un sonno
profondo.
Alle 21:45 atterriamo a Malpensa, con sei ore di fuso in meno. Salutiamo
calorosamente i nostri affiatati compagni, con cui abbiamo legato in una maniera
davvero inaspettata, con la promessa di sentirci presto tramite email o
telefono.
A questo punto dobbiamo trasferirci dal terminal due dei voli internazionali a
terminal uno di quelli nazionali, per passare la notte là in attesa del nostro
volo per Cagliari. La cosa si rivela tutt'altro che facile, soprattutto per la
stanchezza e il nervosismo di essere tornati a casa. Non vedendo la fermata
della navetta che fa spola tra i due terminal, proviamo invano a fare un pezzo a
piedi, ma rendendoci conto delle distanze troppo lunghe e delle indicazioni per
niente chiare rientriamo poco dopo indietro. Troviamo dunque la fermata ed
aspettiamo la navetta, che finalmente conduce al famigerato terminal uno. E'
mezzanotte passata ed il pensiero di dover rimanere qui undici ore non è per
niente piacevole
.
06 Novembre - Rientro a Cagliari.
Dopo una nottata non proprio da ricordare sulle poltroncine di Malpensa,
facciamo colazione al bar un paio di volte in attesa del nostro volo per
Cagliari. Finalmente, alle 11:10, lasciamo anche Milano e atterriamo dopo appena
un'ora nella nostra amata Sardegna.
Un altro viaggio memorabile è archiviato
nelle nostre foto, nei miei filmini, e soprattutto in una speciale parte tra il
cuore e la mente, pronta ad essere rievocata per dare emozioni indescrivibili.
Grazie di esistere Sri Lanka e Maldive, speriamo di rivederci un giorno!!!
IVAN SGUALDINI
www.ivanweb.net
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