Immaginatevi un atollo con le spiagge di sabbia bianca e le
palme inclinate su un incantevole mare turchese pochissimi bungalow e la totale
tranquillità che permette di sentire il rumore delle onde a qualsiasi ora...
questa è Fakarava. Il clima in questo atollo quasi selvaggio è piacevolissimo, stabile sui 30°C, e viene guastato
solo ogni tanto da qualche pioggia breve ma intensa.

Raggiungibile in aereo da Papeete con 70 minuti di volo,
Fakarava è il secondo atollo più grande della Polinesia e misura 60 km di lunghezza per circa
25 di
larghezza ma la zona abitabile è limitata a una striscia di circa 20 km dove ci
sono pochissimi villaggi pensione a conduzione familiare e un residence più
turistico composto
sempre di bungalow di legno.
Noi siamo rimasti per una settimana al Havaiki Pearl Guest House, una
piccola pensione imperfetta e meravigliosa con una decina di bungalow condotta da Joachim, con la moglie e
lo staff.

Il clima familiare ci ha veramente fatti sentire a nostro
agio da subito e la gentilezza dei proprietari di casa è spontanea e anche nei
piccoli gesti emerge la felicità di avere degli ospiti, sempre accolti con
sorrisi sinceri. L'Havaiki è nota sull'isola per l'eccellente cucina e possiamo
confermare che più volte siamo andati in cucina a ringraziare i cuochi dopo aver
gustato ottime cene a base di pesce, crudo, cotto e grigliato, tonno in tutte le
salse ma perfino pizza e spaghetti.

I due villaggi, se quattro case di legno possono costituire
un villaggio, di Fakarava sono Rotoava e Tetamanu, dove nel 1874 venne costruita con il
corallo la prima chiesa cattolica. Sull'isola oltre al piccolo
aeroporto c'è un'infermeria, un ufficio postale con una lentissima connessione a
Internet e poche altre strutture.
All'interno della sua pensione Joachim ha aperto nel 1989 la prima coltivazione di
perle nere dell'isola. Questa è rimasta ora una
delle principali attività interessante anche per i suoi ospiti che un paio di
volte alla settimana possono seguire un breve briefing di come funziona l'allevamento
e partecipare alla 'lotteria delle perle': gli interessati, con una piccola
spesa di circa 20 euro, possono scegliere
un'ostrica e la perla contenuta sarà loro sia essa una perla perfetta dall'alto
valore commerciale di classe A che una perla di minore qualità, che resterà
sempre un prezioso ricordo di questo piccolo angolo di paradiso.
Le perle nere sono un prodotto tipico della Polinesia che le commercializza in
tutto il mondo come gioielli di lusso. In realtà il valore di queste perle varia
molto a seconda della qualità e le migliori rappresentano solo un
2% circa della produzione. Nonostante questo nome le perle non sono nere ma
hanno differenti colorazioni, forme e sfumature: il nome è dato dal tipo di
ostrica che le produce. La lavorazione, di origine giapponese, richiede un tempo
di circa 2 anni per avere i primi frutti del mare.

La lavorazione delle perle è indubbiamente interessante ma la
parte migliore da godere sull'isola di Fakarava è il mare, turchino, calmo e
caldo vicino alla costa, protetta all'interno dell'atollo dalle onde e dalle
correnti dell'oceano, più selvaggio appena fuori dalle pass.
Le immersioni vengono
organizzate principalmente nelle due a nord e a sud e sull'isola ci si può
appoggiare per le proprie escursioni subacquee ad un paio di diving center. Noi
abbiamo scelto il Top Dive e il giudizio è ottimo: 12 metri di comoda
barca in alluminio per un massimo di una decina di sub, attrezzatura fornita
praticamente nuova, eccellenti le guide Mathias e Gregor, gentili, parlano anche
italiano e sono sempre a disposizione per qualsiasi informazione. L'attrezzatura
viene montata direttamente in barca dallo staff e gli ospiti non devono
preoccuparsi di niente se non di seguire la guida durante l'immersione, in
attento relax.

La pass nord, raggiungibile in circa mezz'ora di
barca, è larga circa 1,6 km ed è ricchissima di squali,
principalmente pinna nera e grigi, sempre in caccia di piccole prede e non
mancano naturalmente altri 'animali marini' grandi come pesce spada, delfini,
mante, aquile di mare e tonni.

Solitamente le immersioni vengono fatte di mattina e
pomeriggio, intorno alle 9.00 e alle 15.00, mai di notte e sempre dalla barca,
organizzate in base alle correnti e alle maree.
La prima immersione è la più impegnativa e prevede una discesa
nel blu fino a circa 40 metri dove ci si aggrappa alle rocce sul fondale e ci si
gode la danza di decine di squali che girano intorno ai sub. Dopo una decina di
minuti di fondo si risale lentamente per lasciarsi poi trasportare dalla
corrente fino ai canaloni sabbiosi dove ancora ci si aggrappa al fondale per
resistere alla corrente che in alcuni punti diventa molto
forte seppur sempre ben gestibile. Anche nei canaloni lo spettacolo è emozionante ma
il quadro d'insieme è diverso e gli squali
non sono più protagonisti e lasciano il posto a una quantità incredibile di
altri pesci che in alcuni punti crea una vera e propria barriera di pesce su un
fondale interamente ricoperto dal corallo.

Le seconde immersioni, del pomeriggio, sono meno profonde e
si resta più vicini
al reef dove ci si aggira su una ventina di metri di profondità in relax
godendosi la ricca barriera dell'atollo che ospita centinaia di specie di
piccola taglia. Il paesaggio è diverso da quello delle pass e le immersioni sono
decisamente meno impegnative seppur molto suggestive per la vitalità con cui
vengono abitati i coralli che coprono tutto il fondale.

Mattino o pomeriggio, in corrente o non, le immersioni sono
tutte molto emozionanti e mai uguali seppur simili. L'incontro con una manta,
con un branco di squali in parata, con un'aquila di mare rende indimenticabile
ogni tuffo e non è raro continuare ad emozionarsi anche una volta risaliti in
barca, quando si viene circondati da delfini che giocano sulle onde nella luce
di tramonti mozzafiato, quasi a condividere la gioia di noi sub che a Fakarava
abbiamo lasciato un pezzo di cuore.

I cicli delle giornate sono molto anticipati rispetto alle nostre abitudini e i
locali si alzano prestissimo, verso le cinque del mattino, ma poi di sera tutto si
spegne presto e non è facile trovare in giro qualcuno dopo cena. La vita
notturna è limitata a qualche evento che richiama turisti e Fakaraviani allo
Snack Bar per danze polinesiane o piccoli concerti di musica Tahitiana. Chi
cerca di più probabilmente ha sbagliato vacanza o, per lo meno, isola.
Fakarava è una meta speciale, un atollo ancora selvaggio e tranquillo, dove è
facile respirare un clima familiare con i poco più di 600 abitanti residenti.
Una vera perla nera nel Pacifico per gli amanti della tranquillità e delle
immersioni tra squali e coralli. Tra i divani del Havaiki si trovano i libri
degli ospiti con centinaia di testimonianze, in tutte le lingue, di
viaggiatori come noi, tristi al momento della partenza ma felici di aver
trascorso giornate in un posto così speciale.
Ringraziamo per questo viaggio tutti gli amici che l'hanno
reso possibile, Andrea di
Banzigo Viaggi per l'eccellente organizzazione e
Fabrice (Plongeur.com) per il prezioso
supporto e la compagnia. |