Nella mente di ogni motociclista, appassionato di pieghe e
tornanti, ricorrono i nomi dei passi e delle strade più famose d'Italia come il
Bracco, il Muraglione, il Penice, la Val Trebbia ecc., e delle leggende che
circolano sugli strani personaggi abituè di queste strade come il 'maestro' del
passo Penice oppure il 'bistecca' della Serravalle.
Pur essendoci bellissime strade da percorrere spesso noi motociclisti ci
fissiamo su un posto che martelliamo per anni imparando tutte le curve a
memoria, presi dal pallino del confronto con qualsiasi mezzo a due ruote si
trovi nelle nostre vicinanze, così da essere altamente competitivi su quel
tratto di strada, sacrificando però la scoperta di altri posti: ammettetelo non
è così?
Io stesso devo ammettere di essere stato, per anni, un assiduo frequentatore dei
dintorni del Passo Penice, all'inizio di stagione mi prometto di visitare posti
nuovi e invece alla fine per una cosa o per l'altra percorro le solite strade.
Lo scorso mese di luglio, per una pura coincidenza, mi accade un piacevole
imprevisto.
Parto un tardo pomeriggio in direzione del
lago d'Orta per visitarlo e per raggiungere, sul posto, alcuni amici
presenti ad un
raduno di apneisti, nella testa avevo già in mente di compiere un giretto
tranquillo in scioltezza fino a quando nei pressi di Orta San Giulio mi scappa
l'occhio su un cartello di colore marrone che riporta la scritta 'Mottarone'.
Qualcosa si accende in testa, proseguo il giro del lago
continuando a ripensare a quanto letto e dove avevo già sentito quel nome fino
al momento in cui tutto diventa chiaro
.si tratta di un famoso passo percorso da
centinaia di motociclisti: come ho fatto a non ricordarmelo subito!!
Sul lago fa un gran caldo, una scusa in più per fare un salto al fresco sulla
cima del passo a quota 1491 metri.
Seguo la freccia e prendo la deviazione che porta alla cima del Mottarone,
all'inizio la strada è stretta e si incontrano alcuni caratteristici paesi ma
dopo pochi chilometri arriva il primo tornante che segna la fine del centro
abitato.
La strada è molto suggestiva, sale attraverso fitti boschi di
conifere con un susseguirsi di brevi rettilinei e tornanti. Il nastro d'asfalto,
un po' stretto all'inizio, si allarga ma mano che ci si avvicina alla vetta,
generalmente è in buone condizioni ma bisogna prestare attenzione ai tratti
appena asfaltati spesso cosparsi di quella sottile sabbiolina tanto odiata da
ogni motociclista.
Una volta arrivati al passo troverete una lunga fila di moto parcheggiate
davanti ad un bar dove molti motociclisti si fermano per una sosta e per
raccontare le loro imprese!!
Seduto ai tavolini vedo passare ogni tipo di mezzo a due ruote, ciclisti,
enduro, supermotard, supersport, sidecar ecc..
Il Mottarone offre oltre al piacere di guida uno splendido
paesaggio, basta percorrere a piedi la breve salita verso la punta del monte per
godere dello spettacolo offerto dalla vista mozzafiato sui sette laghi: da non
perdere assolutamente.
Il monte è visitato anche da molti escursionisti che percorrono vari i sentieri,
da appassionati di parapendio e in inverno da sciatori, quando all'arrivo della
neve viene aperta la stazione sciistica.
Appena prima della vetta gli appassionati di aeromodelli possono fare sosta per
ammirare, presso un apposito campo di volo, alcuni modellini in azione.
Il monte Mottarone è anche il punto di collegamento con il lago Maggiore, molti
raggiungono il passo dal lato del lago d'Orta e scendono dal lato del Maggiore
oppure viceversa ma la strada più bella è comunque quella proveniente da Orta
San Giulio.
Un posto veramente incantevole a poco più di un'ora da casa, chissà perché non
ero mai venuto da queste parti. Sicuramente un itinerario da consigliare ad
amici, non mancherò di ritornare magari salendo dalla parte di Stresa.
Come arrivare
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