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Le vacanze di molti italiani partono dal web e tornano nel web come esperienze utili per gli altri viaggiatori. [ViaggieRelax.it]

Romania: un viaggio in moto dove il tempo si è fermato PDF Stampa E-mail
Scritto da Erika Mugnai   

Viaggiare, non è arrivare, ma partire. Il bello del viaggio inizia nella sua preparazione. Decidere di partire in una settimana, sognando il sapore di un nuovo paese da visitare, aspettando l'imprevisto di un'avventura, decidendo di conoscere il diverso che la vita ordinaria non ci presenta, curiosare e confrontare i propri sogni con la gente del mondo. Tutto questo è lo sprono che ogni volta mi fa decidere di PARTIRE.

 

Il mito del Carpat Rally e le foto viste da Klaus Nennewitz, montano in me la voglia, come in un crescendo di musica elettronica, voglio 'annusare'la terra dove Dracula ed il fuoristrada regnano sovrani.
Lucia, compagna fedele di scorribande motociclistiche, all'idea, s'inebria.

Prepariamo le nostre Pina (Beta 350) e Bimba (KTM LC4 640).
Facciamo un accurato tagliando, montiamo delle gomme enduro stradali, incastriamo in ogni spazio vitale delle moto pezzi di ricambio come leve, camere d'aria, fast, kit di viti per ogni evenienza, l'indimenticabile scotch americano, fascette, acciaio liquido, fili frizione e gas, smaglia catena, spray lubrificanti, un sacco a pelo, il kit pronto soccorso, torcia frontale ed infine nel pochissimo spazio rimasto qualche vestito.

Certo, è tutta un'altra cosa partire con il fidanzato, pensa a tutto lui.
A noi femminucce ci viene dato uno spazio e la raccomandazione di farcelo bastare. Questa volta è stato diverso, eravamo noi, due amiche, alla prova tecnica per il giro del mondo, quindi, tanti consigli e raccomandazioni dai maschietti ma, alla fine, dovevamo essere indipendentemente autonome ed autosufficienti.
Partiamo da Firenze con il cuore rassegnato di doversi sciroppare 1.000 km di asfalto e, cosa ancora più atroce per delle fuoristradiste, di autostrada.
La mia 'bimba' vibra come un frullatore e già a Bologna il fondo schiena mi fa male e divento insofferente. Saltello da un lato all'altro della sella come una ballerina di taranta.
Lucia con la tranquilla 'Pina' ce la mette tutta per reggere una media di 90km/h.
Ad ogni sosta per soddisfare il piccolo serbatoio della Beta, ci premiamo con qualche dolcetto locale.

Attraversiamo la Slovenia e ci fermiamo per la notte nel centro termale di Keka Zdravilisca, a 60 km da Zagabria. I primi 600 km scekerati vengono ricompensati da massaggi di cascate calde, idromassaggi, bagno turco, sauna norvegese completa di ghiaccio! Dopo una cena, ci abbandoniamo nelle braccia di morfeo.
La seconda tappa di avvicinamento alla meta, ci fa masticare asfalto Croato e Serbo. Vedo l'uscita per Sarajevo e mi vengono i brividi.
Le strade passano indifferenti, ad ogni frontiera mi accorgo di ciò che avrei voluto vedere.
Dopo tre interminabili giorni varchiamo la terra di Dracula.
Entriamo all'altezza di Timisoara decidendo per un giro antiorario, attraversando le splendide montagne dei Carpazi e seguendo le ombre del Carpat Rally.
Le strade provinciali sono molto trafficate da camion, auto, carri ed animali.
Non esistendo le autostrade, queste, sono usate dalla massa per gli spostamenti veloci all'interno del paese.
Le strade secondarie sono tutte sterrate e quelle segnate come sterrate sono spesso con massi, frane e ripide ascese fra mulattiere, guadi e cascate, fattibili solo con moto da trial.
La smania di fare fuoristrada ci solletica lo stomaco e fin dal primo giorno.
Dopo aver speso un giorno rimbalzando fra strade chiuse, per il taglio di un bosco, per grado di difficoltà e per una frana, abbiamo cominciato ad interpretare la carta e ci siamo buttate in un itinerario che escludeva, le provinciali mal asfaltate e privilegiava le sterrate con attraversamento di piccoli borghi.


Si è aperto un modo stupendo. Il Medio evo esiste ancora.
Paesi dove gli abitanti si costruiscono case con materiali donati dalla natura, cucinano sulla brace, vestono con abiti tradizionali tribali, tagliano l'erba con la falce fienaia, zappano il campo con la vanga e lavorano instancabili per assicurare un inverno alla famiglia e gli animali.
Il mezzo di trasporto più comune è il cavallo. Gli enormi equini, dalle zampe forti e pelose, sono il motore di splendidi carri di legno.


Gli animai da cortile sono liberi, sani e sereni. Le mucche sono piene di latte e vivono brade, brucando prati immensi di erba medica in fiore. Le capre sono arrampicate ovunque e sgranocchiano qualsiasi cosa di commestibile trovino. I gruppetti di oche allungano il collo al nostro passaggio, emettendo un suono di stupore. I pavoni sfoggiano la loro livrea di colori brillanti e cangianti. Le buffe galline dalle razze più rare, i germani reali, i grassi maiali e tutti gli animali della 'vecchia fattoria' con la relativa prole, in Romania, sono liberi e felici.
Trovarsi in questa realtà, è stupefacente.
Adulti, bambini, anziani e capi villaggio non smettano di salutare e sorridere, stupiti dal nostro passaggio.
Fermarsi a chiedere un' informazione è una scusa per godere della gioia di vivere della gente.
La lingua rumena, a grandi linee, si capisce. E' una lingua neo latina, per questo ha tante parole simili all'italiano.
I Rumeni non si scompongono davanti ad un interlocutore straniero.
Alla richiesta di un'informazione, una folla si scatena ed ognuno, per almeno 3 volte, ripete la risposta; in rumeno, s'intende!


L'unico giorno di pioggia che abbiamo avuto ci trovavamo in un parco nel sud. Eravamo infreddolite e stanche. Molta la suggestiva natura che ci circondava ma, di alberghi, non c'era traccia. Abbiamo chiesto ad una famiglia indicazioni per rifocillarci ed immediatamente ci ha offerto ospitalità.
I Rumeni sono così, se possono, aiutano sempre chi ne ha bisogno.
I pochi motociclisti rumeni che abbiamo incontrato, si sono sempre sincerati del nostro benessere.

I bambini sono una vera e propria magia.
Molto timidamente ed educatamente si avvicinano alle moto, incuriositi ed affascinati. Vicino ad chiesa fortificata, un ragazzino di 8 anni mi ha chiesto di portarlo a fare un giro. Quando ho accettato, i suoi già radiosi occhi color nocciola, si sono illuminati. Si è arrampicato con la foga di chi ha paura che l'attimo sfugga via. Sono partita facendo un po' di rumore, così che diventasse il leader dei suoi amici. Si è attaccato come una piovra, ed impaurito urlava di andare più forte! In segno di riconoscimento, il ragazzo ci ha fatto aprire la chiesa da un'anziana signora.
Il ragazzo ha sorvegliato le moto durante la visita sentendosi in quel momento responsabile di in una missione importante.
Il massimo della popolarità è stata raggiunta quando ho raccomodato la catena ed il pedale di una bicicletta di una bimba caduta.
I bambini in Romania per quanto poveri ad occhi occidentali, vanno tutti a scuola, giocano all'aria aperta con giochi auto costruiti con abilità, vestono con abiti semplici e pasticciati, come tutti i bambini del mondo. Hanno occhi sereni e felici di chi sta bene con poco, senza bisogno di play station o vestitini alla moda.
Hanno un atteggiamento responsabile e si prendono cura dei più piccoli, proteggendoli quando un pericolo gli si avvicina.


Oltre ai rumeni in Romania vivono gli zingari.
Purtroppo, esattamente come gli emigrati italiani negli usa, i quali non erano proprio la crema dell'Italia, gli zingari che vivono in occidente non sono esattamente la tessa gente che vive in Romania.
Gli zingari in Romania sono una popolazione che ha tanti stili di vita a seconda del ceto sociale al quale appartengono.
Ci sono eccessi come in ogni realtà.
Il loro Re è economicamente più ricco di molti petrolieri arabi.
D'altro canto esistono tribù che vivono lungo i fiumi, accampati sotto case fatte di legni e plastica.
Ci siamo fermate nel paese di Benesti conoscendo una famiglia zingara.
Ci ha mostrato la bellissima casa dove vive stabilmente e con grande fierezza, i forti cavalli con cui trainano carri ed aratri. In nostro onore, le più giovani, si sono cambiate per mostrarci l'abito della domenica, sciogliendosi le lunghe trecce nere corvine. Questo villaggio, è stabile, ha la scuola ed un piccolo ospedale per le emergenze.


Un'altra realtà nomade l'abbiamo vissuta attraversando la strada fangosa di un villaggio zingaro costruito in modo precario lungo un fiume.
La scelta del luogo, era legata allo sfruttamento del legname della valle.
La gente conduceva una vita allegra.
Mentre scansavo lentamente i piccoli animali da cortile ed i cani abbaianti, un gruppo di uomini suonava musica gitana. Due ragazze mi hanno sfiorata con le mani ondeggiando nel fango a tempo di musica.
L'aria, felice e serena, dava modo di pensare che niente gli mancasse per essere fieri d'essere al mondo. Ho avuto la sensazione di essere parte della sceneggiatura del film 'Chocolat', dove la scelta di vita rende un uomo libero.

Abbiamo incontrato muratori Rumeni che lavorano in Italia.
D'agosto i cantieri chiudono ed i finti Italiani (vengono chiamati così coloro che hanno una bella macchina targata italiana ma sono rumeni) tornano a trovare le famiglie. Queste vivono in realtà dove la luce è fatta da candele, l'acqua è nel pozzo e la legna va messa a seccare d'estate perché si trasformi in caldo d'inverno.
I muratori rumeni hanno avuto un gran coraggio nel fare un così grande cambiamento.
Immagino il disagio in una situazione inversa.
La cosa che mi ha lasciata disarmata è il fatto che noi italiani, nella maggior parte dei casi, non siamo così aperti verso gli immigrati, non trattandoli al nostro pari.
I muratori Rumeni, non socialmente ben accetti dalla nostra terra, non hanno rancore. A casa loro, aprono la porta e offrono ciò che hanno, onorati di avere un ospite, Italiano.

I Rumeni sono gente onesta e leale.
Abbiamo spesso lasciato bagagli, caschi e giacche sulla moto mentre visitavamo un monastero e nessuno, mai, ha toccato niente.
In tutta onestà ho pensato che gli facessimo un po' pena. Eravamo davvero sporche di fango.
Le moto più ambite, in Romania, sono le supersportive, lucide, fiammanti ed aerografate, decisamente l'antitesi delle nostre fangose motociclette.
La conferma l'abbiamo avuta quando abbiamo offerto passaggi ad autostoppisti. La gente era veramente felice ma nello stesso tempo impaurita dalle 2 ruote. Il fatto che fossimo sporche, a volte, gli ha fatti desistere.


E' DIFFICILE VIAGGIARE DA SOLE
Due donne che viaggiano da sole non è cosa comune e spesso attraggono l'attenzione di altri motociclisti.
Con gran piacere durante in viaggio si sono uniti a noi due ragazzi muniti di BMW GS1100 adattandosi con grande abilità gestendo quei grossi mezzi in fuoristrada.
Una volta tanto sono state le donne a far strada. I BMWisti essendo meno esperti del genti sesso sui sassi smossi, sono stati messi nel mezzo; una di noi faceva strada e l'altra chiudeva il gruppo aiutando in caso di difficoltà. Quasi al termine del viaggio abbiamo incontrato altri motociclisti, fra cui Cecilia che dall'Italia è arrivata in Romania con una Yamaha Tricker.
L'unico giorno che siamo stati 7 moto, abbiamo fatto una strada che ha messo a dura prova tutti.
60 km, 8 ore fra pozze di fango, prati sterminati, villaggi incontaminati, paesaggi mozzafiato e tanta solidarietà femminile nei passaggi più tecnici.

MAXI ENDURO O MOTO DA STRADA?
Questo è un viaggio sconsigliato alle moto da strada per le cattive condizioni dell'asfalto. Senza il preavviso di cartelli di pericolo, l'asfalto diventa assente. Buche, frane e guadi sono in agguato dietro ogni curva.
Un viaggio vivamente consigliato ai maxi enduro, anche in due con i bagagli.
L'unica strada dove avrei voluto avere la mia superduke è stata la Transfagarasanul, un'opera d'ingegneria stradale, costruita durante il regine di Ciaucescu.
La strada che collega la Transilvania a a Muntenia, tagliando i Carpazi, è scavata nella roccia viva e s'inerpica per una vallata verde e profumata di pino fino alla diga artificiale di Vidrau (165 mt).


Dal lago due sono le strade che lo costeggiano. Una è piacevolmente sterrata, l'altra ben asfaltata. Dove si riuniscono, inizia un'ascesa fantastica fra curve e tornanti dove
i Rumeni amano fare BBQ e campeggio libero.
Passata una suggestiva cascata a quota 1690 mt si arriva al passo di Balea a 2500 metri. L'aria è frizzante ed ai piedi di un piccolo lago glaciale, una morena fa da parco divertimenti per bambini con lo slittino.
La discesa, erta di curve, disegnate da un pennello, porta verso l'aperta valle incorniciata da secolari pini. Una strada spettacolare da far invidia al Glossclockner.

DA VEDERE IN ROMANIA
Ciaucescu ad esclusione delle città di Sighisoara, Brasov e Sibiu, ha purtroppo distrutto con la cementificazione le città rumene, rendendole squallide e decadenti.
La parte artistica rimasta intatta, è legata alla chiesa.
I monasteri affrescati del nord, in Bucovina, sono dei quadri a cielo aperto, vale la pena visitare il suggestivo Monastero di Voronet da cui viene dato il nome al famoso color blu.


Il cimitero allegro di Vesel dove i defunti sono raffigurati nella parte anteriore della croce per ciò hanno fatto nella vita e nella parte posteriore, il motivo della morte.
Da esplorare sono anche le chiese fortificate del sud e i monasteri di legno di Maramures.
In ogni caso, dopo averne visti una mezza dozzina ci si accorge che l'esaltazione dello spirito, dei sensi ed il cuore è dato dai parchi nazionali che attraversano milioni di piccoli villaggi, da fare rigorosamente in fuoristrada.
Lo stipendio medio di un romeno è di 100 euro al mese. E' impressionante come donino gran parte dei loro risparmi al monastero. Con grande rammarico ho visto negli occhi dei monaci, l'avidità. Incalzano continuamente banconote in un capiente cassetto di legno. In cambio ritirano un foglio con nomi di defunti e di vivi, che non godono di ottima salute. Dopo di che, i fedeli, possono baciare una reliquia, accendere candele sia per i 'vii' (vivi) che per i 'morti' (morti) e comprare un souvenir religioso nel negozio del monastero.

Ultima non per importanza e bellezza, è la Moldavia, terra del famoso impalatore Vlad, il conte Dracula.
La Moldavia e tutto il teatrino che gira intorno al racconto Stoker Bram T. sul conte dracula è una vera e propria messa in scena per i turisti.
Il vero castello è quello di Arefu dove il conte Vlad ha vissuto prima di partire per le sue stragi da impalatore. E' decisamente bruttino e poco suggestivo. Per questo ne hanno adottato un altro, a Bran. Per essere precisi il conte non ci ha mai messo piede ma, ci hanno girato un film, e per questo, tutti i turisti vanno a visitarlo. Il castello è circondato da bancherelle dell'orrore alla hallowin.

MANGIARE e DORMIRE
I vegetariani in Romania hanno grossi problemi di sopravvivenza. Le proteine animali sono ovunque.
Le porzioni sono abbondanti e molto economiche, nelle pietanze tipiche non manca mai la Ciorba di Burta (zuppa di trippa), i peperoni (attenzione a quelli verdi, sono letali!), il formaggio salatissimo di capra e sopratutto, carne, uova e pesce.
Per la strada si possono acquistare mirtilli, lamponi, e porcini appena raccolti, pannocchie bollite (beh, quelle si possono anche rubare dai campi e mangiare crude!), pane tipo tarallucci venduto a 'mo di collana, miele appena levato da un arnia ed i kurtos kalacs, un dolce cilindrico cucinato sulla brace e cosparso di noccioline, cioccolata o cocco.

Abbiamo sempre dormito in stanze affittate da privati o piccoli alberghi. Le sistemazioni sono economiche, semplici, dignitose e spesso pulite.
Siamo anche finite a dormire in un bordello con tanto di palo per la lap dance. Eravamo le uniche in tutto l'albergo, evidentemente non era la serata giusta!

DA COMPRARE
L'artigianato locale è legato alle ceramiche fatte e dipinte a mano.
Gli abiti tribali sono molto belli addosso alla popolazione locale.
I vini, sicuramente vale la pena berli e comprarli, possono tener testa a molti vini Italiani.
Le monache dipingono con tinte naturali e cera uova svuotate dal tuorlo e l'albume.
Formaggi, creme d'aglio, zuppe e peperoncini piccantissimi sono le delizie da portarsi a casa.
Per i feticisti di pelli di animali, qua si trova di tutto…

La vita umana non dura che un istante, si dovrebbe trascorrerla a fare ciò che piace, io ho deciso di viaggiare.

E' disponibile l'intera traccia del giro sul sito www.stradanova.com sezione PUNTI GPS
Foto e articolo Erika Mugnai/Stradanova.com

 

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