Siamo alla Frontiera di Guerguerat, sud del Marocco, ed
abbiamo già lasciato alle spalle 4.500 km. Dall'aria che si respira, dallo
scenario che ci si staglia davanti, ci rendiamo subito conto che vivremo
un'esperienza di viaggio 'sui generis', forte, completamente diversa da quelle
vissute in tutti gli paesi del Nord Africa sino ad oggi.
Superato l'ultimo doganiere marocchino, ci troviamo ad attraversare i 4 km di
terra di nessuno, un tratto sterrato piuttosto accidentato ma che, con la giusta
cautela, può essere percorso da qualsiasi mezzo anche non 4x4. Questo breve
tratto di strada sterrata, minata lungo i suoi lati, è paragonabile ad un ponte
che ci collega ad una realtà lontana oltre un secolo. I doganieri Maurici ci
accolgono gentilissimi, sempre con sorrisi, all' interno di baracche di lamiera
fatiscenti, invase dalle mosche, e sembrano veramente contenti che arrivino dei
turisti, con i quali scambiare 2 parole.
Svolgiamo le pratiche in poco più di una mezz'ora, compresa la stipula
dell'assicurazione per il pick up. Elena, mia moglie, riceve i complimenti da un
militare perché aveva compilato perfettamente le fiches con i nostri dati
personali, agevolando non di poco la loro complicata burocrazia.
Costeggiando la ferrovia, arriviamo a Nouadibou. Prima di recarci in
campeggio, decidiamo di visitare la baia dei relitti, un vasto cimitero di
vetuste navi lasciate libere di arenarsi una volta arrivate alla fine del loro
servizio
.uno spettacolo affascinante e piuttosto inquietante.
Effettuati i rifornimenti di viveri, carburante, acqua e cambiati i soldi nel
caotico mercato locale, lasciamo la città imboccando una pista quasi
impercettibile, che ci farà attraversare il Parco del Banc d' Arguin,
terzo parco africano con funzioni di protezione alla fauna ornitologica.
Dichiarato patrimonio dell'Unesco, e' una zona umida di importanza mondiale,
sorta nel cosiddetto 'deserto bagnato', con un ecosistema complesso ed anche
molto fragile. Grazie all'ausilio del gps procediamo senza grosse difficoltà,
anche se con qualche piccolo insabbiamento.
Giungiamo nel tardo pomeriggio all'entrata sud del parco, nel villaggio di Cap
Timirist dove allestiamo il campo serale.
Dopo una breve visita alla zona, la mattina dopo ci informiamo presso gli uffici
del Parco sugli orari delle maree, per percorrere l'affascinante tratto di costa
che ci separa da Nouadibou. Apprendiamo con ansia che abbiamo ancora solamente
una manciata di ore a disposizione, dalle 5.00 alle 11.00, per coprire il
tragitto sul bagnasciuga. In questo tratto di costa, anche un semplice
imprevisto potrebbe significare l'abbandono definitivo del mezzo visto il lento
ma inesorabile avanzare del mare, unitamente all'assoluta mancanza di vie di
fuga sul percorso.
Durante la tratta, ci si trova con l'oceano da un lato, le alte dune dall' altro
e la battigia come autostrada
correre a 100 km/h sulla sabbia, dove il Sahara
incontra l'Oceano, non e' esperienza di tutti i giorni ! Passiamo veloci
attraverso dei grandissimi stormi di uccelli marini, che si levano in volo al
nostro passaggio, mentre un Fennec ci sfreccia su un lato per andarsi a
nascondere fra le dune del deserto.
Attraversiamo i villaggi dei pescatori Imarguen, che vivono in capanne adagiate
sulla spiaggia, praticando la pesca secondo i loro antichi metodi tradizionali.
Durante la sosta, alcuni pescatori ci spiegano sul come i delfini li aiutino
nella pesca, spingendo i pesci nelle zone di bassa marea dove loro si fanno
trovare pronti con le reti. L' acqua potabile necessaria per vivere in questi
micro villaggi, è portata con le botti seguendo lo stesso nostro itinerario
sulla spiaggia.
Ancora circa tre ore di forti emozioni e arriviamo a Nouakchott, capitale
della Mauritania, dove vive più di un milione di abitanti, ossia un terzo del
paese, quest'ultimo vasto 7 volte e mezzo l'Italia.
Fondata nel 1960, è una delle capitali più giovani del mondo, stretta tra la
calda sabbia del Sahara e le fredde acque dell'Atlantico. Regna una grande
confusione generale, bancarelle sparse ovunque, traffico caotico, file di mezzi
fatiscenti, clacson, polvere e sabbia dappertutto
ma con un'incredibile
quantità di Internet Point
..'C'est L'Afrique' !
Attorno ai molteplici mercati, disseminati un po' ovunque, ruota la vita della
città. Ne troviamo uno bellissimo, che racchiude merce di ogni tipo che spazia
dalle variopinte stoffe ai generi alimentari, mentre in un altro troviamo
solamente articoli d'artigianato, per lo più legno lavorato e arricchito di
argento. Quello più importante si trova sulla costa, ossia quello del pesce.
Proprio dal mare, considerato il più pescoso del mondo, unitamente
all'estrazione del ferro, arrivano i più importanti introiti del Paese. Sono le
5 del pomeriggio e a quest'ora è un pullulare di gente che attende il rientro
delle piroghe. L'alta marea sta crescendo e non è facile strappare le barche al
mare, ma questo è l'ultimo sforzo per portare a casa il ricavato della giornata
lavorativa: 100 chili di pesce scaricato in grandi cassette e portato a mano
direttamente al mercato.
La nostra tappa successiva è l'oasi di Terjit, distante circa 4 ore da
Nouakchott. Il nostro sguardo, ora, si perde dentro un altro mare
.stavolta di
sabbia, sulle onde dorate del Sahara che invade la maggior parte del paese. Ad
un tratto, la monotonia del paesaggio è spezzata dal muro di Adrar, una catena
montuosa lunga 900 chilometri che, con un'altezza media di 500 metri, taglia in
due questa parte di deserto.
Saliamo sull'aspro altopiano di Taru dove, tra le rocce di ardesia,
riescono a crescere soltanto piccole piante di acacia e il Tamat, noce dalle
forti proprietà digerenti. Un'altra pianta e' l'Atil, con la quale si ricava il
missuac, legnetto usato moltissimo dai locali per avere una perfetta pulizia
dentale.
Raggiungibile solo con un mezzo 4x4, oggi il turista può dormire sotto comode
tende nell'oasi di Terjit, oppure rinfrescarsi nelle ampie conche e nei pozzi di
pietra riempiti d'acqua sorgiva a 25°. Dopo il meritato riposo, decidiamo di
'scalare' a piedi l'ammasso di roccia che sormonta l'oasi dal quale godere di
un'incantevole vista che ci ripaga di ogni fatica.
Lasciata Terjit, ci dirigiamo alla volta della mitica Chinguetti,
affrontando un difficile tratto di pista che attraversa la catena dell'Adrar e
passando per il villaggio di Maertz. Uscendo, affrontiamo subito un'impegnativa
salita che ci porta sull'altopiano. Il nostro Mitsubishi L200 ospita sul cassone
la nuova Cellula abitativa della Modulidea, la più leggera della sua gamma, e
pian piano ci accorgiamo che su questo impervio tratto di pista, la guida
sarebbe quasi impossibile per 4x4 equipaggiati con una qualsiasi altra cellula
convenzionale, sicuramente molto più pesante ed ingombrante.
Chinguetti, oasi inghiottita dalla sabbia, e' stata per secoli la capitale
religiosa ed intellettuale della Mauritania. Aggirandoci tra i suoi vicoli,
notiamo che nelle case di pietra ed argilla vivono ormai solo i colombi
..
infatti lungo le sue sabbiose stradine, è raro incontrare persone. La moschea
del '400 è l'unico palazzo agibile nella città vecchia, segnando ancora i ritmi
della giornata della settima città santa dell'Islam.
I locali hanno ricostruito le loro case poco fuori la città vecchia. Dopo molti
anni difficili, l'oasi sta vivendo oggi un nuovo periodo di splendore. Da qui
partono le carovane di dromedari degli escursionisti ed i 4x4 verso le mete
turistiche dei dintorni, ma il vero tesoro di Cinguetti e' la sua biblioteca che
conserva gelosamente libri secolari. Quest'ultimi sono presi in carico dalla
famiglia Al Habot, la quale aveva il compito di trasmettere al popolo il sapere
di tutti gli imperi, tramandandolo di padre in figlio.
Visitiamo la biblioteca accompagnati da Hamed, l'attuale custode, rimanendo
affascinati alla visione di antichissimi manoscritti di astronomia, matematica,
scienze, compresi quelli che illustrano la vita del Profeta e delle preghiere
individuali. Sul piano superiore del piccolo edificio, dove abitava prima suo
padre, si riesce a vedere l'interno del cortile della Moschea, chiusa purtroppo
ai non mussulmani
.. ma ci accontentiamo anche della sola vista dall' alto !
Trascorriamo la notte nella modesta casa di Hamed, in uno spiazzo di sua
proprietà, parlando per tutta la sera del suo paese e dei problemi della sua
popolazione, seguendo il loro tradizionale rito del tè. Se ne bevono in tutto 3
tre bicchierini, il primo (più amaro) rappresenta la nascita, il secondo (tanto
dolce) l'amore, il terzo (molto acido) la morte. La parte più importante è la
schiuma, la 'mousse', e chi lo prepara decide quanta deve essere la sua
quantità
.
.. più se ne crea e più l'ospite è ben accetto. Il tè, nel Sahara,
accompagna da sempre le riunioni politiche, gli incontri d'amore e la
recitazione di poesie, sempre con il suo rigoroso rituale.
La mattina dopo proseguiamo il nostro viaggio, attraversando un centinaio di km
di dune, in direzione dell' oasi di Ouadane. Seguendo i riferimenti avuti da un
amico, ci divertiamo a cercare il passaggio migliore tra le dune, a volte con
profili molto insidiosi e ripidi. Per poter procedere dobbiamo abbassare la
pressione delle gomme a 1,0 bar, con enormi vantaggi all'avanzamento del nostro
4x4 su questi fondi cedevolissimi. Lungo il percorso incontriamo numerose
piccole oasi, alcune delle quali abitate tutto l' anno.
Dopo diverse ore di guida avvistiamo in lontananza Ouadane, abbarbicata
su una ripida scarpata. Con il sole alto, e' difficile identificarne le esatte
forme, le sue case sono costruite usando pietre della stessa collina,
mimetizzandola perfettamente sul suo habitat. Allora decidiamo di proseguire
verso il cratere del Richat, rimandando a dopo la visita dell'oasi. Questo
curioso cratere, con un diametro di 37 km (!) e creato dall'impatto con un
meteorite, è formato da 7 anelli concentrici. Al suo centro si trova un albero
d'acacia dove il celebre scrittore-viaggiatore francese Monod, trascorreva
giorni interi a scrivere i suoi testi.
Rientrati all'oasi per il tramonto, ci divertiamo a perderci tra le numerose
viuzze insabbiate che, grazie ai giochi di ombre, sembrano prendere vita. Giunti
alle mura di cinta, rimaniamo praticamente estasiati di fronte al panorama che
ci offre questa porzione di Sahara.
Il giorno dopo, proseguiamo la nostra avventura in direzione di Atar, decidendo
di superare il vecchio Passo dell'Amojar invece che guidare sulla nuova pista,
troppo monotona e pietrosa. Lungo l'itinerario visitiamo Fort Saganne,
utilizzato per girare l' omonimo film con G. Depardieu ed alcuni vicini siti
rupestri, contenenti antichissime pitture raffiguranti giraffe, buoi e
cacciatori.
Arriviamo finalmente ad Atar, cittadina abbastanza recente ed ottima base
per partire o ritornare dalle escursioni nel cuore della Mauritania, anche con
un aeroporto collegato con Parigi e Marsiglia. Ci fermiamo un paio di giorni
durante i quali ne approfittiamo per fare manutenzione al 4x4 e scorta di
viveri. Girando per il coloratissimo mercatino, si trova un po' di tutto, anche
se sempre in quantità modeste.
Dopo un'approfondita visita alla cittadina, prendiamo la via del ritorno
seguendo una pista che sale sul passo di Ulb Ebnu, unica strada percorribile. Ad
un tratto scorgiamo un segno inequivocabile dell'uomo ossia la ferrovia che
collega Zouerate a Nouadhibou. Su questa linea viaggia il 'treno del deserto',
il più lungo (circa 2 km), lento e pesante del mondo, che normalmente trasporta
minerali e fosfati.
Sempre lungo questa pista, si staglia solenne il monolito di Ben Amera,
che con i suoi 410 metri di altezza è il secondo al mondo, dopo quello famoso
dell'Ayers Rock in Australia. Questa curiosa formazione rocciosa, ci raccontano
che sia legata alla storia di un adulterio infatti la leggenda narra che Ben
Amera, al suo rientro a casa si accorgesse del tradimento della moglie Aisha.
Arrabbiatissimo, ripudia subito tutta la famiglia e, non ascoltando ragioni, li
allontana tutti per sempre dalla sua casa. Da qui la nascita del Monolito di Ben
Amera con la sua forma inequivocabile di Aisha e, più in basso, con le altre
piccole alture, resti pietrificati dei suoi bambini.
Purtroppo orami siamo giunti alla fine del nostro viaggio ed approntiamo il
nostro ultimo campo in Mauritania vicino alla ferrovia, ad un centinaio di
chilometri dal confine. Ci godiamo il nostro ultimo tramonto sahariano dai mille
colori, accompagnati dallo stridio del treno dei fosfati che passa e che ci
saluta con un lungo fischio.
UN GRANDE RINGRAZIAMENTO AGLI SPONSOR :
OFF LIMIT'S - Preparazione e allestimenti veicoli offroad (S.Dona' di Piave)
CTE INTERNATIONAL - Apparati radio di comunicazione ALAN e GPS (Modena)
MODULIDEA - Cellule abitative per 4x4 - (Modena)
MARINI PNEUMATICI Centro Servizi Auto - (Alatri)
MALATESTA Pneumatici ricostruiti - (Alatri)
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FUORISTRADA.IT portale internet per gli appassionati offroad 4x4
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Maurizio 335 286460
Giuseppe 347 6133416
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