Esiste
una epidemia silente della quale si parla poco tra i media e per la quale non
viene effettuata un'efficace opera d'informazione e prevenzione. Stiamo parlando
della Dengue...
... una malattia tropicale che causa ogni anno 500.000
casi e circa 24.000 decessi.
Purtroppo la mancanza di un vaccino o di una profilassi da effettuare prima e
durante il viaggio e le scarse informazioni provenienti dai paesi a rischio,
influiscono sulla diffusione di informazioni utili ai viaggiatori che si recano
nelle zone endemiche, portando quindi a sottovalutare il problema.
Attualmente nei paesi endemici la Dengue sta diventando la principale causa di
malattia e morte nella maggioranza dei bambini e si stima che 2,5 miliardi di
persone nel mondo risultano a rischio di infezione.
Cos'è
La Dengue è una malattia febbrile acuta di origine virale, causata dal Dengue
virus (ne esistono quattro tipi differenti), appartenente alla famiglia delle
Flaviviridae ed al genere dei Flavivirus. Tale virus viene quindi trasmesso
all'uomo attraverso un vettore, la zanzara.
Dove si trova
Dagli anni 80 si è registrata un'intensificazione dell'infezione diffusa ormai
in 100 paesi, quasi tutti situati nella fascia tropicale, come centro e sud
America, Africa sub-sahariana, India, Sud-est asiatico e Oceania.
Un aumento dei casi d'infezione avviene generalmente durante la stagione delle
piogge ad altitudini inferiori ai 600 metri.
La zanzara Aedes aegypti si riproduce in specchi d'acqua o in semplici pozze
presenti sia all'interno che all'esterno delle abitazioni e colpisce
prevalentemente di giorno in aree urbane e sub-urbane.
Contagio
La zanzara responsabile della trasmissione del virus all'uomo appartiene alla
specie Aedes aegypti , (lo stesso vettore responsabile anche della febbre
gialla) ed in alcuni casi, anche alla specie Aedes albopictus (zanzara tigre).
Una volta che l'insetto viene infettato lo rimane per tutta la vita ed è in
grado di trasmettere l'infezione dopo soli 8-10 giorni d' incubazione.
Purtroppo si può contrarre il Dengue più di una volta a causa dell'esistenza di
quattro ceppi diversi di virus. Avere contratto la malattia a causa di un tipo
di virus non può infatti escludere il contagio da parte di ciascuno degli altri
tre.
Come si manifesta
Febbre alta, dolori alle articolazioni e ai muscoli, bradicardia e dolore
frontale e agli occhi, sono i primi sintomi della malattia, che si riscontrano
già tra i 6 e gli 8 giorni d'incubazione, dopodichè, trascorsi ancora 4-5
giorni, compaiono esantema (rash cutaneo) a mani e piedi, simile a quello
provocato da morbillo o scarlattina, arrossamento al viso, edema palpebrale,
disturbi gastrointestinali e respiratori e leucopenia (abbassamento dei globuli
bianchi).
Esiste anche una forma emorragica che è decisamente più pericolosa, ma
anche più rara, che compare infatti in persone che hanno in precedenza contratto
il virus e quindi hanno già gli anticorpi che però non riescono a neutralizzare
il virus, a causa dei diversi ceppi.
L'esordio della malattia è lo stesso della forma classica, con picchi di febbre
fino ai 40-41 °C con possibilità di convulsioni. Dopodichè sopraggiungono
sudorazione, tachicardia e tachipnea, ipotensione e fenomeni emorragici quali la
formazione di petecchie sparse su tutto il corpo, ma anche emorragie più
importanti.
Prevenzione e protezione
Non esistendo né una profilassi né un vaccino, gli unici modi per prevenire ed
evitare il contagio consistono nella distruzione delle larve del vettore,
attraverso la bonifica del loro habitat naturale con particolare insetticidi, e
nella protezione dalle punture dalle zanzare infette.
Per chi viaggia in zone endemiche si consiglia di utilizzare diffusori elettrici
o a batteria anti-zanzare in ambienti chiusi, repellenti sulla pelle, indumenti
protettivi nelle ore più critiche (durante le prime ore del mattino e della
sera) e una zanzariera da applicare sopra il letto durante le ore notturne.
Terapia
La presenza di quattro differenti tipi di virus che possono causare l'infezione
complica lo sviluppo di un vaccino: al momento non è ancora stato realizzato.
Non esiste una cura specifica, quindi per abbassare la temperatura i medici
consigliano il paracetamolo mentre è da evitare l'uso dell'acido
aceltilisalicilico in quanto potrebbe aggravare il quadro clinico nei casi di
febbre emorragica.
Le informazioni riportate nell'articolo hanno solo un fine
illustrativo e non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici.
Riferimenti bibliografici:
www.who.int
http://it.wikipedia.org
www.epicentro.iss.it
Foto:
www.malattiedimenticate.net |