Come
ogni anno puntuali a metà maggio, scocca l'ora dell'Adunata Nazionale
indetta dall'Associazione Alpini ed altrettanto puntuali gli storici alpinauti partono
per l'irrinunciabile appuntamento.
Come da consolidata abitudine il programma prevede la partenza il mercoledì per
raggiungere al sabato la città sede dell'avvenimento. Per i non addetti ai
lavori, potrà apparire un poco strano l'impiego di quattro giorni per coprire i
130 Km che separano Alessandria da Cuneo, ma per i nostri protagonisti è cosa
del tutto usuale, abituati ormai come sono nel prenderla alla larga.
Sufficientemente significativo può essere l'esempio di quando si passò da
Saliburgo per raggiungere Udine.
I camper sono pronti, le cambuse stracolme, si parte! L'autostrada A 26,
classica uscita a mare, ci porta velocemente a Bordighera, località che
all'offerta balneare non disgiunge i piacevoli panorami offerti dalla
lussureggiante pineta che si stende sul vicino rilievo dal (per noi) evocativo
nome di Monte Nero. Ancora pochi Km di trafficatissima Via Aurelia e, seguendo
quel che rimane del fiume Nervia, si raggiunge Dolceacqua luogo che ci presenta
la Liguria meno conosciuta ai più, fuori dai tradizionali schemi di lettura
turistica.
L'attenzione viene attirata già da lontano dagli imponenti
resti del Castello dei Doria ma a rendere affascinante e suggestiva la visita di
questo antico borgo troviamo innanzitutto lo splendido antico ponte, una
struttura a schiena d'asino che il sommo Monet ebbe a definire gioiello di
leggerezza. Poi le incomparabili piazzette, gli angusti vicoli scalinati che si
inerpicano fra case di pietra sulle cui facciate occhieggiano tabernacoli che
ospitano piccole preziose sculture o suggestivi affreschi. Qui non occorre
essere particolari estimatori d'arte per apprezzare quanto ci si para innanzi,
basta osservare. Portoni scolpiti danno accesso a minuscoli cortili su cui si
aprono basse finestre che non di rado danno aria a cantine dov'è ospite uno dei
più pregevoli prodotti di queste terre l'ottimo (ed assai caro) vino Rossese
prodotto con uve autoctone e riconosciuto come uno dei migliori vini al mondo.
Mentre ci aggiriamo a naso all'aria, i cappelli alpini che indossiamo e le non
poche esibizioni canore che andiamo improvvisando sotto portici e androni
attirano le simpatie degli indigeni. Siamo ospiti della cantina di un alpino, il
locale è di un hard quasi sconvolgente, (se un qualsiasi oggetto ci sfuggisse di
mano lo immaginiamo fare l'impossibile pur di non toccare il suolo) ma il vino
che ci viene offerto con il suo sapore delicatamente aromatico risulta davvero
sublime.
Si è ormai fatta sera e s'impone trovare un luogo adatto alla sosta notturna,
impresa non certo agevole in Liguria dove i camper notoriamente si trovano a
cozzare contro le oggettive difficoltà derivanti dall'esiguità di spazi
disponibili cui vanno ad assommarsi le scelte di amministratori miopicamente
interessati. Conseguenza diretta di quanto detto risulta la tutt'altro che
remota eventualità di trovare al risveglio il verbale di contravvenzione sul
parabrezza.
Siamo inoltre con due mezzi, di cui uno assai ingombrante, ed abbiamo pure la
pretesa di parcheggiare affiancati per questioni logistiche. Come non di rado
avviene, a risolvere la situazione basta una telefonata alla persona giusta ed
il convento di Nostra Signora Immacolata di Bordighera ci offre ospitalità
nell'ampio cortile, con servizi igienici a nostra disposizione
E' ora di fare cena, si preparano i tavoli, il gruppo si rinsalda ancor di più.
Già lo è di suo ma davanti a torte salate, acciughe in salsa verde, salumi,
formaggi assortiti, dolci prelibati e bottiglie di quello buono è come se
scendesse lo Spirito Santo fra di noi (visto poi il luogo!)
La notte trascorre tranquilla, pare addirittura che nell'altro camper russatori
di indiscussa fama non si esprimano al meglio delle loro potenzialità, di qua se
qualcuno ogni tanto ci prova si provvede con ben assestati calcioni nelle parti
molli.
La Via Aurelia ci fagocita con il suo inesorabile intasamento allungando in
maniera notevole i tempi di percorrenza, rinunciamo alla programmata visita dei
meravigliosi giardini Hambury di Mortola Inferiore e facciamo conoscenza dell'
esosa autostrada francese che ci porta velocemente lungo quella Costa Azzurra
che continua ad esercitare il suo fascino nonostante l'affacciarsi di nuove mete
turistiche in questo mondo inesorabilmente sempre più globalizzato che hanno un
poco appannato l'immagine di meta privilegiata della cosmopolita e danarosa
mondanità mondiale.
Si lascia la costa marina dirigendo all'interno sulla suggestiva Route del
Préalpes in direzione di Grasse, centro mondiale della produzione profumiera.
Entrando in Provenza si valicano i panoramici Col de la Faye, Col de Valferrière
e Col de Luens percorrendo parte della Route Napoléon che prende il nome dal
sentiero percorso dall'Imperatore al ritorno dall'esilio dall'Isola d'Elba. A
pomeriggio inoltrato approdiamo, nel cuore della Riserva Naturale Geologica
dell'Alta Provenza a Castellane, cittadina dominata da una poderosa falesia
calcarea su cui svetta la Cappella di Notre-Dame du Roc. Prendiamo posto al bel
Camping Mistral ed andiamo alla scoperta dell'antico borgo, le cui origini
risalgono addirittura alle tribù Liguri ed ancor oggi conserva passate atmosfere
con romantiche piazzette adorne di fontane fiorite ed alcune torri con parti di
mura dell'antica piazzaforte Petra Castellana costruita a difesa dalle invasioni
saracene.
Di buon mattino si parte alla scoperta delle Gorges du Verdon un percorso che si
merita appieno tutti i superlativi che si sa guadagnare con le sue straordinarie
visioni. L'impatto con questo cañon è esaltante e già al primo belvedere, il
Point Sublime, è possibile avere una visione d'insieme davvero mozzafiato.
Si prosegue su una bella strada panoramica,
sufficientemente larga per i nostri mezzi, penetrando in un mondo verticale
grandemente apprezzato dagli scalatori per le sue 1500 vie di arrampicata, dagli
escursionisti per il famoso sentiero Martel che attraversa il cuore dell'abisso,
da chi percorre le vie del fiume praticando rafting o conoyjng ed altrettanto
gratificante per i comuni turisti che possono godere di emozioni continue
ammirando, dai numerosi punti di sosta, le spettacolari visioni panoramiche che
la forza della natura ha creato nel corso di migliaia di anni. Una nota
particolare all'ambiente è poi conferita dalle emozionanti evoluzioni di
numerosi rapaci che vanno e vengono senza sosta dai loro nidi riparati nelle
numerose grotte che traforano le pareti delle profonde e selvagge gole
attraversate dal nastro di smeraldo del fiume Verdon che prende il nome dalla
colorazione provocata da microscopiche alghe endemiche delle sue fredde acque.
E' giunta l'ora di chiudere l'immaginario cerchio del nostro itinerario, Cuneo e
gli Alpini ormai ci aspettano. Si risale lungo i primi contrafforti delle Alpi
Provenzali, valicando il panoramico ed alto Col d'Allos, si supera Barcellonette
all'incrocio con la Route des Grandes Alpes e, rientrando così in Italia, ci
concediamo una sosta sulla riva del gelido lago del Colle della Maddalenna
ancora parzialmente innevato.
In un paesaggio pressoché privo di vegetazione arborea si scende lungo una delle
più belle valli piemontesi che fu teatro di scorribande degli eserciti francesi
e spagnoli. Importanti vestigia di fortificazioni e caratteristici piccoli
centri abitati accompagnano il cammino lungo il corso della Stura di Demonte che
ci porta a Borgo San Dalmazzo dove ci accoglie la cortesia di un amico che
spalanca le porte del magazzino del suo mobilificio dove avremo a disposizione
un ampio spazio con illuminazione e servizi comprensivi addirittura di doccia
calda!
Siamo ormai nel cuore di quella straordinaria realtà che è l'Adunata,
impossibile da descrivere se non la si vive, sempre uguale eppur sempre nuova,
pregna di significati profondi per gli Alpini ed irrazionale per gli altri.
Sono questi i giorni che vedono migliaia di uomini ed
ultimamente anche donne, godere il piacere dello stare insieme, accorrere
volontariamente (a spese proprie, qui non ci sono partiti politici o sindacati a
far da sponsor) per rinsaldare i vincoli di amicizia e cameratismo nati negli
anni belli della gioventù. Ritrovare quegli amici con i quali si è condiviso un
importante periodo della propria vita fatto di fatiche, momenti felici e,
purtroppo non di rado, pericoli e battaglie nei giorni bui delle guerre oppure
anche quando questo nostro strano mondo appariva in pace si trovarono a
garantire la sicurezza nei territori altoatesini. Qui nessuno chiede, nessuno
protesta, tutti uniti sotto la larga falda di un ormai logoro oppur ancora
fiammante cappello sul quale svetta la penna simbolo di un grande cuore che
onora la Patria.
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