Tra
i rischi che si pongono davanti a turista in viaggio nelle zone tropicali e
subtropicali vi sono le malattie infettive contraibili con ingestione di acqua o
cibi contaminati (malattie a diffusione feco-orale).
Tra queste la
Giardiasi e l'Amebiasi, entrambe dovute
all'ingestione di cisti protozoarie, ma ben differenziabili a livello clinico o
tramite esami parassitologici.
La Giardiasi è cosmopolita ed è diffusa anche in Italia, mentre
l'Amebiasi come malattia conclamata è diffusa prevalentemente nelle zone
tropicali e subtropicali, perciò i casi riscontrati in Italia sono dovuti in
genere a "importazione" dell'infezione in seguito a viaggi.
Nella
Giardiasi il parassita si localizza a livello del primo tratto
intestinale, nel duodeno, dove può causare una infiammazione con diarrea acuta,
oppure cronicizzare se non debellato dalla terapia e portare a una
sintomatologia dispeptica aspecifica cronica e a malassorbimento, con
persistenza di dolori addominali, meteorismo e diarrea alternati a periodi di
apparente guarigione. La Giardiasi inoltre può causare l'infiammazione dei dotti
biliari, che nel duodeno hanno sbocco, provocando una colangite (febbre, ittero,
epatomegalia). La Giardiasi sembra essere favorita da scarsa immunità della
mucosa locale quale il deficit di IgA secretorie.
L'Amebiasi è una patologia più importante quando è manifesta in forma
conclamata. Le Amebe si localizzano nel tratto terminale dell'intestino, a
livello del colon, dove producono infiammazioni ulcerative e comparsa di diarrea
di tipo "dissenterico" cioè con sangue e muco abbondanti e con un numero di
scariche che può raggiungere le 30 al giorno. L'organismo si debilita
precocemente se non viene istaurata una adeguata terapia. Inoltre dal colon,
attraverso la vena porta, le Amebe possono raggiungere il fegato e qui dare
adito a localizzazioni extra-intestinali quali le epatiti e gli ascessi epatici.
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