Nel mondo globale tutto diventa più facile, soprattutto
viaggiare. Si parte per vacanze, ma sempre più per lavoro o per soccorrere i
paesi stranieri in difficoltà.
Spesso i viaggi vengono organizzati all'ultimo minuto e questo può aumentare il
rischio di contrarre alcune malattie.
I viaggiatori che si dirigono da paesi industrializzati dove il livello di
igiene è elevato a luoghi più esposti al rischio, inoltre, non hanno le stesse
difese immunitarie di chi viene a contatto quotidianamente con microrganismi
potenzialmente pericolosi.
Tra le malattie che colpiscono i viaggiatori globali, oltre a salmonelle ed
epatiti, vengono segnalate la diarrea del viaggiatore e il colera.
La diarrea del viaggiatore, la cui causa più frequente è l'ETEC,
Escherichia coli enterotossica, è una sindrome trasmessa l'ingestione di acqua e
di cibi contaminati, specie nei paesi con climi molto caldi o in condizioni
igienico-sanitarie carenti. Nella maggioranza dei casi l'esordio della malattia
avviene nei primi giorni di permanenza e ha di solito un decorso di 3/5 giorni,
che può essere talvolta più lungo e che lascia comunque uno strascico di
spossatezza.
Il rischio di diarrea è alto per tutti i viaggiatori, anche nelle strutture di
standard elevato, e particolarmente durante le vacanze avventurose o
'alternative'.
L'incidenza della diarrea del viaggiatore varia in relazione alle differenti
destinazioni.
Il rischio aumenta dal 10% di incidenza nei paesi occidentali, al 20% del sud
Europa e bacino del Mediterraneo, isole dell'Estremo Oriente, del Pacifico e
Caraibiche, fino al 60% in Sud America, Africa e Asia. In particolari ambienti e
per gruppi selezionati l'incidenza può arrivare al 90% in una settimana di
permanenza.
Il colera è una malattia batterica acuta intestinale causata da ceppi
tossigeni di Vibrio cholerae. L'infezione viene contratta attraverso
l'ingestione di acqua e cibi contaminati. Dal 1961 il Vibrio cholerae si è
diffuso dall'Indonesia attraverso la maggior parte dell'Asia (proprio in questi
giorni la ex-Birmania deve affrontare anche un'epidemia di colera), fino
all'Europa Orientale e all'Africa, quindi dall'Africa del nord alla Penisola
Iberica e all'Italia nel 1973. La prevenzione anche per questa malattia si basa
sulle norme igienico-sanitarie applicate al consumo di alimenti e bevande.
Il colera si manifesta, nella maggior parte dei casi, in forma lieve o moderata
e quindi non viene diagnosticato come tale ma genericamente considerato tra i
casi di diarrea del viaggiatore.
È sufficiente qualche precauzione per non ammalarsi. E' utile prima di partire o
di programmare il viaggio, chiedere consigli alla ASL, al medico di famiglia e
al farmacista, sulle vaccinazioni raccomandate e farmaci utili, visitare i siti
d'informazione sui viaggi.
La vaccinazione contro il colera non è obbligatoria, ma chi si reca in zone a
rischio (soprattutto Africa a Asia) dovrebbe prenderla in considerazione, anche
perché è in grado di ridurre, come beneficio aggiuntivo non trascurabile, il
rischio di diarrea del viaggiatore. La causa principale di diarrea del
viaggiatore è l'Escherichia coli enterotossigena ETEC, che produce una tossina
molto simile a quella del colera, tanto che gli anticorpi indotti dal vaccino
anticolerico sono in grado di bloccarla.
Attualmente esiste un vaccino orale che si è dimostrato molto efficace e ben
tollerato.
Giunti a destinazione è bene seguire alcune cautele, non bere acqua non
imbottigliata e bevande con ghiaccio, consumare carne e pesce crudi o verdura e
frutta non sbucciata.
Ringraziamo ItaliaSalute.it e vi invitiamo a visitare il sito
www.italiasalute.it
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