Finalmente, dopo anni in cui il Carnevale lo abbiamo vissuto
marginalmente (giusto qualche festa in maschera al liceo), ad inizio Febbraio
abbiamo deciso di farci coinvolgere dall'atmosfera festaiola e goliardica del
Carnevale, trascinati dalla mitica Rita della Akita Tour di Torino e dal suo
nutrito gruppo di scatenati.
Il sabato mattina, molto prima dell'alba, siamo partiti da Torino alla volta di
Venezia: con pullman granturismo in circa 4 ore e mezza siamo arrivati a
Tronchetto; tempo di fare l'abbonamento ai traghetti per 2 giorni (21,00 €) e
con la linea N. 2 del vaporetto siamo scesi a S. Marco Giardinetti intorno alle
10:30.
Purtroppo il tempo non è stato dalla nostra parte ed si sono alternati momenti
di pioggia a momenti di parziali schiarite, ma tutto sommato questo disguido
meteorologico ha fatto sì che non ci fosse tantissima affluenza di turisti,
cosicché ci è stato possibile vagare nel centro senza troppe difficoltà e senza
calca.
Ci siamo subito diretti in Piazza S. Marco, per un cappuccino d'obbligo al
Caffè Florian,
assediato da turisti americani e giapponesi.
Dal porticato abbiamo iniziato a fare fotografie ai personaggi in maschera che
stazionavano in piazza: tantissime damigelle, paggetti, regine, nobildonne e
cavalieri; ma anche personaggi storici come Napoleone, oppure di fantasia come
Darth Vader di Guerre Stellari, Dracula o i personaggi Disney. Addirittura un
gruppo numeroso riproduceva l''Ultima Cena' di Leonardo con tanto di tavola
apparecchiata!
Da qui abbiamo iniziato a gironzolare tra le Calli: Calle Marzaria, Calle
dell'Orologio, Calle Larga S.Marco, Calle Specchieri.
Ognuna di queste viuzze è un dedalo di passaggi strettissimi, ponti, porticati
attraverso i quali si finisce per perdersi, ma che permette di assaporare
appieno l'atmosfera sette/ottocentesca che aleggia a Venezia nei giorni del
Carnevale.
Tutti erano mascherati: su ogni vaporetto, in ogni calle si incrociavano da
mattina a sera famigliole con bambini, coppie di mezza età, anziani mascherati
di tutto punto a rappresentare antiche nobili famiglie di chissà quale
lignaggio.
Approfittando di una temporanea sosta della pioggia ci siamo diretti al Ponte
di Rialto: qui abbiamo trascorso alcune ore curiosando tra le botteghe di
souvenir in vetro di Murano che proponevano cornici, vasi, monili e piccoli
soprammobili.
Poi percorrendo la Salizada Pio X, Calle dei Stagneri, Calle Malvasia e Calle
Specchieri siamo giunti al mercato coperto.
Qui era in corso una delle tante manifestazioni correlate al Carnevale, per cui
in ogni piazzetta di Venezia vengono proposte degustazioni di prodotti tipici,
concerti di musica jazz, letture di brevi saggi. E noi abbiamo avuto proprio la
fortuna di assistere ad un concerto jazz improvvisato da un gruppo francese
molto bohemien composto da un contrabbasso, un violino ed una bravissima
cantante.
Per la cena avevamo prenotato alla Taverna
Ca' dei Dogi, in Corte
Santa Scolastica, Castello 4242, proprio dietro Piazza S.Marco.
E' facilissima da raggiungere: con il vaporetto si scende alla fermata S.Marco
Zaccaria, si imbocca la Calle de li Albanesi e girata la prima a sinistra si
raggiunge la Ca' dei Dogi.
Il ristorante offre piatti della tradizione gastronomica veneziana, preparati da
chef esperti e con materie prime di ottima qualità.
Ovviamente la cena è stata ottima e nonostante l'ambiente fosse invaso da
tavolate intere di turisti (soprattutto giapponesi, anche qui!) il locale ha
saputo trasmetterci ugualmente l'idea di una taverna all' antica, con le pareti
in boiserie, i tendaggi damascati, i quadri raffiguranti nature morte con
selvaggina ed ovviamente un oste molto simpatico e ruspante.
La taverna dispone di 6 camere, accoglienti e raffinate, ma ovviamente è
impensabile di trovare qui la sistemazione durante il Carnevale, se non
prenotando addirittura un anno per l'altro.
Il giorno successivo, la domenica mattina, dopo una ricca colazione presso l'Holiday
Inn di Mestre dove abbiamo pernottato, siamo tornati in bus al Tronchetto e con
il vaporetto n. DM in 20 minuti siamo arrivati all'isoletta di Murano.
Qui abbiamo assistito alla soffiatura del vetro, ad opera dei maestri vetrai che
da secoli hanno fatto di Murano la loro scuola ed il centro della loro
attività, famosa ed apprezzata in tutto il mondo.
Tantissime sono le fucine dove ogni giorno vengono realizzati autentici
capolavori dell'arte del vetro: dai gioielli, ai vasi, ai lampadari, alcuni
molto raffinati altri davvero pacchiani ed opulenti, ma pur sempre opere d'arte
uniche al mondo!
L'isola è attraversata in lunghezza da un canale percorribile da piccoli
motoscafi ed unito da diversi ponti sopraelevati, dai quali si può godere degli
splendidi panorami del paese.
Dopo una sosta in pasticceria per un cappuccio con fetta di torta, eravamo
nuovamente rifocillati e pronti per ributtarci nella mischia di San Marco.
Quindi siamo ritornati in vaporetto a Piazzale Roma ed approfittando di un
tiepido sole che si affacciava tra le nuvole, da qui abbiamo percorso a piedi
tutte le calli per arrivare a San Marco.
Una volta giunti nel fulcro del Carnevale siamo stati risucchiati dalla folla:
cortei in maschera, la banda, concerti, figuranti in ogni dove pronti a farsi
riprendere in video o farsi fotografare.
E senza che ce accorgessimo le ore sono trascorse in fretta.
Basta gironzolare tra le calli. Basta con le fotografie agli scorci della città
in festa. Basta con il ritmo trascinante della musica che faceva da sottofondo a
tutto ciò che si svolgeva in San Marco; era già ora di ritornare verso casa.
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