Erano circa 2 anni che avevo in progetto di affrontare un viaggio in Islanda, ma per diverse ragioni, solamente lo scorso dicembre parlando con il mio amico Mauro ho buttato là l'idea di questa avventura. Da li a 10 giorni, eravamo già partiti con l'organizzazione.
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Durante gli 8 mesi che hanno preceduto la partenza del ns.
viaggio, ci siamo documentati dettagliatamente su guide, riviste ed internet per
poter organizzare tutto al meglio o quasi. Abbiamo prenotato gli alloggi in bed
& breakfast, farmhouse ed ostelli , escursioni per il whale watching e nolo
auto, l'unica cosa che abbiamo preso in Italia è stato il biglietto aereo ed è
qui che il budget ha subito una brusca impennata, infatti essendo l'Icelandair
l'unica compagnia (eccetto una piccola compagnia tedesca con partenze dei voli
da Monaco e Düsseldorf) ad andare in Islanda, i prezzi non erano certamente
abbordabili (circa € 699).
Riporto qui di seguito il diario di viaggio, che la mia ragazza Eleonora ha
scritto giorno per giorno, cercando di ricreare fedelmente tutte le impressioni
ed emozioni provate alla scoperta di quella magnifica isola che è l'Islanda.
Sabato 10.08.2002
Macerata ore 00,50 , Mauro ed Elena sono già sotto casa di Cri (Christian),
carichiamo le ultime cose e poi siamo pronti per partire!!!!!
Il viaggio in macchina fino all'aeroporto di Milano Malpensa è filato via
liscio, tranne un piccolo intoppo con il parcheggio, ma non si può dire
altrettanto del viaggio in aereo, infatti la partenza era prevista alle ore
09,30 ed invece alle 11,00 eravamo ancora sulla pista ad attendere il ns. turno
per il sospirato decollo. Arriviamo ad Amsterdam (scalo intermedio) con un ora e
mezza di ritardo e dopo circa 45 minuti siamo di nuovo sull'aereo che in 3 ore e
poco più ci avrebbe portato finalmente in Islanda atterrando all'aeroporto di
Keflavik. Cambiamo i soldi nella banca presente all'interno dell'aeroporto,
in quanto in Italia è impossibile reperire la Corona Islandese, e poi ci
dirigiamo eccitati al ritiro dei bagagli. Dopo un ora di attesa le ns. valige,
insieme a quelle di altre 20 persone, non si erano ancora viste. Uno strano
incubo cominciava a farsi sempre più realtà, i bagagli erano rimasti ad
Amsterdam in quanto a causa del ritardo non era stato possibile spostarli da un
aereo all'altro, ci rivolgiamo quindi all'ufficio 'LOST & FOUND', dove ci
assicurano che le valige arriveranno domani e che ci saranno consegnate
direttamente presso il ns. alloggio. Nel frattempo, per alleviare il disagio
provocato dal mancato recapito dei bagagli ci rifilano una piccola busta blu,
dove insieme a cose non identificate troviamo una t-shirt taglia XXL?!?!?!?!?!?
Vestiti con abbigliamento da temperature torride o turisti hawaiani, ci avviamo
verso l'uscita e l'aria di circa 8°/10° risulta abbastanza frizzante, un ragazzo
romano + malcapitato di noi, indossa un paio di ciabattine infradito,
sicuramente la cosa + adatta per un viaggio in Islanda. Ci infiliamo il K-way
che avevamo nel baglio a mano e prendiamo il bus navetta (€ 12,00) che dopo 40
km ci porta finalmente a destinazione: REYKJAVIK. Durante il tragitto
abbiamo l'opportunità di farci un'idea di quello che nei prossimi giorni avremmo
visto, ma il pensiero fisso era per i bagagli; come fare senza???????
Chiamiamo la Sig.ra del B&B, che dopo aver atteso per circa un ora se ne era
andata e dopo 10 minuti arriva il marito con un furgoncino 4x4 ed un carrello
per le valige, noi impavidi ci presentiamo con solo uno zainetto a testa, 3
macchine fotografiche (sacre), una telecamera e 28 rullini!!!!!!!
Ci porta a casa e la Sig.ra ci fa vedere le stanze che sono molto graziose così
come la grande vasca idromassaggio nel giardino, dopo circa 3/4 d'ora ce ne
andiamo a fare un giro in centro per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Al centro della città si aggira gente strana, da una vicolo esce uno con un
vestito a frange, scarpe argento e un boa rosso al collo che ci dice 'Welcome to
Reykjavik', sulla vetrina di un negozio c'è scritto 'GAY IS GOOD' e ci
accorgiamo quindi dopo diverse conferme che la città era stato teatro del GAY
PRIDE. Dopo aver girato e rigirato, per non sbagliare ci siamo diretti al Mc
Donalds, il + caro del mondo con i classici menù a quasi 10 €. Rientriamo verso
casa, appena a letto, ci addormentiamo esausti, ma pronti per iniziare il ns.
giro dell'isola all'indomani.
Domenica 11.08.2002
Sveglia alle ore 07,00, abbondante colazione e dopo aver preso la macchina a
nolo siamo pronti per raggiungere Akureyri, seconda città d'Islanda. Il
tempo non promette niente di buono, considerando l'abbigliamento a ns.
disposizione e la temperatura esterna che è intorno ai 9° C. La macchina non è
quella che avevamo noleggiato (circa € 765, per 7 gg con chilometraggio
illimitato), infatti al posto di una Skoda Octavia Station Wagon ci portano una
Octvia berlina, ma in ogni caso grande e comoda per 4 persone. L'addetto del
nolo auto ci fa vedere dei graffi sul retro della macchina dicendoci che sono
stati dei cavalli, avvisandoci quindi di prestare attenzione che non succeda di
nuovo!?!?!?!
Dopo circa ½ ora arriviamo a PINVELLIR, luogo in cui si evidenzia in
maniera notevole la frattura tra la zolla europea e quella americana, L'ampia
pianura è attraversata da crepacci, canyon, grotte, corsi d'acqua e da un
lunghissimo corridoio formato dalle pareti delle due zolle. Oltre che dal punto
di vista paesaggistico, questo luogo ha un significato storico in quanto nel
930, qui fu istituito il primo parlamento in Europa. Da qui prendiamo verso nord
ed imbocchiamo il primo sterrato di molti che andremo ad incontrare lungo gli
oltre 2500 km percorsi durante il viaggio, intorno alle 13,00 arriviamo a
Husafell e qui ci troviamo davanti a delle cascate ( Hraunfossar) dove
l'acqua emerge misteriosamente dalla lava. L'acqua che scorre nel fiume
sottostante ha un colore simile a quello di una piscina, uno spettacolo
fantastico, considerando anche un cielo blu cosparso qua e la di nuvole bianche.
Saremmo potuti rimanere li per ore, FANTASTICHE!!!!!!!!!! A monte di questo
spettacolo si trova un'altra cascata chiamata Barnafoss, dove il fiume
attraversa delle gole con una forza spaventosa.
Riprendiamo il viaggio in macchina e in alcuni momenti Elena ed io ci prendiamo
delle pause di riflessioni (sonnellini), comunque al ns. risveglio è 'quasi' ora
di pranzo anche se ormai sono le 17,00. Mangiamo hamburger e patatine e nel
frattempo chiamiamo l'aeroporto per avere finalmente la conferma che le valigie
ci saranno consegnate in serata. URRAH!!!!!
Alle 19,00 siamo ad Akureyri, dopo la tappa di trasferimento + lunga di
tutto il viaggio. La ns. guest house è carina anche se, per salire al piano
superiore, sulle scale bisogna 'spezzare il fiato', perché sembra di salire
sulla cima di una montagna. Sistemate le valige siamo usciti per fare un giro
nella città, anche perché il sole è alto fino alle 22,30, abbiamo visto il
porto, il famoso giardino botanico, con piante da tutto il mondo e le vie del
centro con alcuni simpatici negozi. Rientrati in casa verso le 22,45, abbiamo
preparato un bel piatto di pasta, con le scorte che avevamo portato con noi
nelle valige, che nel frattempo ci erano state consegnate; dopo una bella doccia
andiamo a dormire stanchi morti!!!!
Lunedì 12.08.2002
Sveglia ore 07,00. Sana colazione all'italiana preparata nella cucina della
guest house e alle 09,00 siamo di nuovo in strada. Abbiamo fatto un giretto
veloce per Akureyri, dove Elena ha comprato un bellissimo maglione che gli sarà
fatto a mano su misura e poi spedito direttamente in Italia. Dopo un breve
tratto di strada siamo arrivati presso le cascate di Godafoss; (cascata
degli dei) è una delle + grandi con una forma a ferro di cavallo. La seconda
tappa è stato il piccolo geysir di Ystihver all'interno di una fattoria dove in
serre riscaldate geotermicamente, erano coltivati ortaggi. Verso le 12,00 siamo
nella piccola cittadina di Husavik, capitale del Whale Watching e meta
principale della giornata. Dopo una veloce visita nel centro con la chiesa di
Husavikurkirkja, costruita interamente in legno norvegese, ci dirigiamo al Museo
delle Balene fino alle 13,30, ora di partenza per l'escursione in barca (€
43,00). Siamo circa una quarantina di persone a bordo di questa antica barca da
pesca in legno trasformata per il whale watching, la temperatura è
davvero rigida raggiungendo i 4° C. e il tempo sulle ns. teste sembra essere
quello del film 'La tempesta perfetta'. Una giornata ideale x una bella gita in
barca!!!!!!!!!!!!!
Christian ed Elena prima di partire si sono impasticcati onde evitare spiacevoli
dolori di stomaco, il vento gelido taglia la faccia, mentre il battello si
dirige 'a tutta forza' in mare aperto verso la linea di confine immaginaria del
CIRCOLO POLARE ARTICO. Dopo circa 1 ora e½ di navigazione ancora niente,
solamente qualche gabbiano e stavamo già pensando al peggio quando a 'ore 10'
spunta la prima pinna, quella di una Minke whale e l'entusiasmo comincia a
salire. Seguiamo emozionati questa piccola balena insieme ad altri piccoli
cetacei chiamati harbour porpoise, dopo circa ½ ora avvistiamo anche una coppia
di delfini con il piccolo che ci accompagnano per circa 10 minuti. Ci potevamo
ritenere soddisfatti della gita,, ma per non farci mancare nulla la cosa
fantastica è stata vedere ad 'ore 13' il salto di un enorme Humpback whale (15
metri), nell'incredulità generale ci avviciniamo con la barca sempre di più a
lei fino ad averla vicinissima, a meno di 5 metri, dall'acqua si vede la sagoma
del suo corpo. Quando sale in superficie, il rumore che accompagna il classico
spruzzo d'aria sembra il barrito di un elefante, ci fa vedere ripetutamente la
coda e ci regala anche un altro bellissimo salto da vicino. Uno spettacolo
sicuramente indimenticabile, in mezzo al Mare Artico la vista di questi
splendidi mammiferi ti provoca emozioni indescrivibili, nonostante le condizioni
di tempo pessime è stato bellissimo. Dopo circa un mezz'ora se ne è andata,
congelati ma con gioia prendiamo la via del rientro verso la terra ferma.
Durante il tragitto l'equipaggio della barca ci ha offerto una bella tazza di
cioccolata calda e una ciambella, che non guasta mai. Scendiamo dalla barca
verso le 17,00, mangiamo un paio di hot dog e ripartiamo verso la farm house che
ci avrebbe ospitati per la notte. Lasciate le valige ci siamo diretti verso la
zona di Hljodaklettar (rocce dell'Eco), dove si trova un canyon con
straordinarie formazioni rocciose formate da colonne poligonali di basalto che
disegnano cupole naturali, spirali, rosette e nidi d'ape. Alle 21,30 siamo
andati a cercare un posto dove mangiare, considerando che ci sono solo due punti
di 'ristoro' in zona, ci siamo diretti verso l'albergo, dove nonostante la
cucina avesse già chiuso, con gentilezza ci hanno preparato dei toast (€ 5,16
l'uno)
. era l'unica cosa!!!! La cosa da segnalare è che all'interno
dell'albergo, così come in tutte le case, si doveva girare senza scarpe. Tornati
a casa, siamo andati subito a dormire.
Martedì 13.08.2002
Questa mattina ci siamo svegliati alle ore 07,30, abbiamo lasciato la farm house
che ci ospitava e ci siamo diretti verso Asbyrgi, lungo la strada ci
siamo fermati per la colazione in una stazione di servizio, dove per la modica
somma (mica tanto!!) di € 8, abbiamo mangiato un pezzo di torta al cioccolato
con caffè e thè. Arrivati ad Asbyrgi, canyon a forma di ferro di cavallo con una
larghezza di circa 1 Km. e 100 mt. di profondità, abbiamo fatto la ns. prima
escursione, una leggera camminata tra il verde e un laghetto delizioso pieno di
anatre. Da segnalare che questo è uno dei pochi posti in Islanda dove si vedono
alberi.
Successivamente abbiamo preso lo sterrato che ci ha portato in uno dei luoghi +
spettacolari del ns. viaggio; le cascate di Hafragilsfoss e Dettifoss (la
cascata con la maggior portata d'acqua d'Europa). Le due cascate sono divise
l'una dall'altra per circa 2/3 km, ma si formano entrambe lungo lo stesso fiume
all'interno di una vallata dai colori stupendi. Dopo aver percorso un piccolo
sentiero siamo arrivati ad ammirare la cascata Dettifoss da vicino, immersa in
uno scenario incredibile, esprimeva tutta la sua grandezza e potenza. Verso le
12,00 siamo arrivati nella vulcanica regione del Krafla, dove si
attraversano zone con soffioni, solfatare, montagne di colore giallo e rosa e
un'immensa centrale geotermica. Dopo aver lasciato la macchina ci siamo
'arrampicati' sul cratere, ormai inattivo, di Viti (inferno) dove all'interno si
trova uno splendido lago azzurro. Durante la salita si vedono i ruscelli d'acqua
fumanti con una vista stupenda, ma con un odore di zolfo penetrante. Non ancora
contenti ci siamo recati verso la caldera di Leirhnjukur, con una colata di
lavata ancora fumante, prima di arrivare in cima comunque la natura ci ha
regalato un altro scenario magnifico, dal suolo fumante pieno di zolfo, bolliva
come in un pentolone del fango, uno scenario da inferno dantesco.
Ripartiamo ed arriviamo a Reykjahlid, dove ci fermiamo per il pranzo e
per non sbagliare prendiamo il solito hamburger e patatine.
Da qui, in pochi minuti siamo arrivati nella famosa regione del lago Myvatn,
peccato che c'era nebbia e quindi non si vedeva un gran che, comunque abbiamo
fatto un'altra piccola escursione sul cratere di Hverfell, dove tutto era
completamente nero, intorno c'era solamente lava solidificata e all'interno del
cratere, largo 1040 mt., purtroppo c'erano delle scritte fatte con i sassi,
motivo per cui adesso il fondo del vulcano è chiuso ai visitatori.
Proseguiamo sempre costeggiando il lago fino ad arrivare a Dimmuborgir,
dove con un'altra passeggiata scopriamo i 'castelli neri', pilastri, spuntoni,
archi e grotte formate esclusivamente da lava circa 2000 anni fa. Ora ci aspetta
un bel tragitto in macchina per arrivare sulla costa orientale dell'isola.
Nonostante il tempo non sia dei migliori, attraversiamo paesaggi splendidi fino
ad arrivare nella fattoria di Hreindyr, dove per € 2.40 si possono vedere due
simpatiche renne di 6 anni, che al richiamo del padrone arrivano come cagnolini,
sono bellissime!!!! Le corna sono completamente ricoperte di morbido pelo. Verso
le 21,30 esausti arriviamo ad Husey, dove siamo ospiti in un ostello sperduto
nella campagna islandese, per arrivare fin qui bisogna percorrere 30 km di
sterrato, ci danno il benvenuto una miriade di uccelli, essendo questo uno dei
posti + adatti per gli amanti del bird watching, e sul mare avvistiamo le prime
foche. L'ostello è carino, anche se le coperte e i cuscini non sono il massimo,
mentre Cri e Mauro si fanno la doccia, Elena ed io prepariamo la pasta, un
curioso bambino di circa 2 anni ci guarda interessato come se non avesse mai
visto niente di simile, mangiamo penne al fumé e facciamo 4 chiacchiere. A notte
inoltrata, Elena ed io ci facciamo la doccia mentre gli' uomini' lavano i
piatti. All'esterno dell'ostello c'è una bella veranda, che penso sia usata
nelle calde giornate (quindi pochissimo perché li stasera saranno stati 2/3
gradi), comunque la cosa strana è che insieme ai classici maglioni di lana, i
gestori vendano pelli di foca, quando ovunque ci sono foto appese con questi
bellissimi animali !?!?!?!?!
Buona notte.
Mercoledì 14.08.2002
driiiin
.driiin
..Sveglia ore 06,00!!!!! Ci presentiamo per fare
colazione e siamo 4 zombi, facciamo una cosa rapidissima e poi subito fuori per
vedere le foche, mai viste finora così tante, sono delle bellissime foche
bianche e mentre le fotografiamo si mettono in posa. Intorno a noi c'è
un'immensa prateria e quello che si sente sono soltanto le voci degli animali,
chissà se ci vogliono dire qualcosa?
Dopo circa ¾ d'ora ripartiamo e poco dopo ci fermiamo per visitare la chiesetta
di Kirkjubaejarkirkja (nome impronunciabile), datata 1851, una delle chiese in
legno + vecchie d'Islanda, dove ci danno il benvenuto due cagnolini in cerca di
coccole. Successivamente arriviamo a Borgarfjordur, piccola cittadina di
98 persone, facciamo un giro per visitare la chiesa locale, con una pala
d'altare degna di nota e la vicina 'roccia degli elfi', che una leggenda locale
narra fosse la dimora della regina degli elfi. Andando verso il molo, ci
appostiamo in una capanna per vedere gli uccelli, ma quello che veramente ci
interessa sono le pulcinelle di mare, meglio note come puffini, così ci
spostiamo e saliamo su un terrazzo che da direttamente sul mare. Il vento è
tagliente e per i primi 10 minuti non vediamo nulla, escludendo i rumorosi
gabbiani, poco dopo veniamo a sapere che di norma i puffini rimangono qui fino
alla metà di agosto, impossibile che siano così fiscali nella data di partenza
ed infatti dall'erba vediamo un becco color arancio, sono proprio loro ,
seguendoli ci accorgiamo che sono in mezzo al mare a pescare, essendo anche
famosi come grandi nuotatori, quando tornano si infilano dentro a dei buchi
scavati tra l'erba, sono carinissimi!!!!!
Dopo ½ ora ripartiamo ed arriviamo ad Egilsstadir dove ci fermiamo,
presso la locale stazione di servizio ESSO, per il solito pranzo a base di
hamburger e patatine, laviamo la macchina orami diventa irriconoscibile dal
fango e ci rimettiamo in marcia. La strada da fare è ancora lunga, così Elena ed
io ogni tanto ci fermiamo a riflettere (riposino), al contrario Cri e Mauro
scendono continuamente per fotografare di tutto, noi invece ci muoviamo solo
quando vediamo cose interessanti. Attraversiamo la regione dei fiordi con
piccoli villaggi di pescatori e montagne a picco sul mare, un paesaggio molto
particolare e suggestivo.
Poco prima di arrivare a Stafafell, dove si trova il ns. ostello, ridendo per
alcuni simpatici aneddoti, solamente grazie a Mauro abbiano evitato di investire
una pecora e pochi metri dopo abbiamo dovuto schivare nuovamente un gruppo di
pecore 'kamikaze'. La zona in cui arriviamo è famosa per la sua baia e i suoi
cigni, quando arriviamo c'è una luce bellissima, il sole riscalda l'aria e
stranamente possiamo stare fuori solo con il maglione, vediamo nella laguna dei
puntini bianchi e quando finalmente ci avviciniamo ci accorgiamo che sono
centinaia di cigni!!! Le montagne da un lato, simili alle ns. Dolomiti, e il
mare dall'altro ci regalano uno dei quadri più spettacolari del ns. viaggio.
Arriviamo all'ostello, niente di speciale, Elena ed io riusciamo finalmente a
lavarci i capelli, mentre i ragazzi preparano la cena, insieme a noi ci sono dei
francesi e altri italiani. Alle 22,30 usciamo di nuovo per fotografare il
tramonto sulla baia, io ed Elena non riusciamo ad uscire dalla macchina, fuori
si è alzato un vento fortissimo, dopo ½ ora rientriamo, ci prepariamo un thé e
facciamo una partita a carte, questa è la prima sera in cui dopo cena riusciamo
a fare due chiacchiere. A mezzanotte tutti a letto.
Giovedì 15.08.2002
Anche questa mattina sveglia verso le 07,30, veloce colazione e pronti per la
partenza.
Lasciamo definitivamente la zona dei fiordi e ci dirigiamo sempre più verso sud
seguendo la costa da una parte e le prime lingue del più grande ghiacciaio
d'Europa, il Vatnajokull, dall'altra. Dopo una cinquantina di chilometri
arriviamo nella famosa laguna di Jokulsarlon, profonda 190 mt. dove la
presenza di un gran numero di iceberg di circa 1.500/2.000 anni, ne fa una scena
da tipico paesaggio artico. Ci prepariamo adeguatamente alla temperatura esterna
e saliamo sul mezzo anfibio per fare il giro (Euro 23) all'interno della laguna.
Uno spettacolo bellissimo, i blocchi di ghiaccio sono di colore azzurro, così
come l'acqua che è di 2/3 gradi, quando ci siamo fermati al centro della laguna
per sentire la guida, è cominciato a piovere e ci siamo bagnati come 'pulcini'.
Il mezzo anfibio è sempre seguito da una canotto e il salvagente va indossato
durante tutto il tragitto, la guida ci spiega dettagliatamente tutte le
caratteristiche di questo luogo, mentre ogni tanto dall'acqua spuntano delle
simpatiche foche. Scendiamo di nuovo a terra e ci dirigiamo verso Breidarlon,
dove si può ammirare il grande fronte del ghiacciaio arrivare direttamente
sull'Oceano.
Successivamente arriviamo verso uno dei parchi nazionali più grandi d'Islanda;
Skaftafell, dove ci aspetta un'escursione di circa 2 ore. Simbolo del
parco è sicuramente la cascata di Svartifoss, una delle + belle di tutto il
paese, l'acqua scende tra colonne strapiombanti di basalto creando uno splendido
disegno. Da qui il sentiero prosegue a monte e tra non poche difficoltà,
rappresentate da un vento fortissimo che in alcuni tratti rende difficile
persino camminare, arriviamo a Sjonarsker, da qui si gode il panorama sul
sottostante Sundur, deserto di sabbia lavica, dal quale si alzavano minacciose
folate, il vento era impossibile, non riuscivo a tenere la telecamera, stavo per
volare via. In alcuni momenti era possibile stare in piedi con un inclinazione
di 50° sorretti solamente dal vento, un posto stranissimo.
Finalmente scesi, ci siamo infilati dentro il ristorante per il pranzo. Prima di
arrivare a Vik, tappa finale della giornata, ci siamo fermati per visitare il
paesino di Kirkjubajarklausture e fare un'altra piccola escursione.
Arrivati all'ostello, che dall'esterno non prometteva niente di buono, i ragazzi
sono scesi per le formalità del caso, una vota usciti a Christian è rimasta la
maniglia della porta in mano, io ed Elena non riuscivamo a riprendere fiato
dalle risate, saliti in macchina ci hanno detto che il posto era un schifo; uno
scherzo, l'ostello all'interno è molto carino, accogliente e pulito. Lasciate le
valigie siamo andati a fare un giro verso la spiaggia, completamente nera, dove
da un lato sia alzava una scogliera brulicante di gabbiani e puffini. Mauro e
Cri si sono arrampicati per fare le foto, una volta scesi hanno cambiato posto
andando sopra degli scogli, una cosa fatale per Mauro che per salvare la
macchina fotografica, cadendo non si è protetto con le mani così ha battuto la
testa e il torace. Quando sono tornati sulla spiaggia, Mauro aveva le alghe
attaccate anche sulle orecchie, comunque solamente un brutto spavento, niente di
grave. Ripresa la macchina siamo andati a comprare qualche souvenir presso il
negozio di oggetti in lana. Tornati in ostello abbiamo preparato la cena, c'era
un sacco di gente da tutto il mondo, abbiamo giocato a carte godendo dell'ottimo
the offerto dal gestore e dello splendido panorama sulla sottostante baia. I
ragazzi a fine serata hanno proposto la sveglia alle 06,00, ma noi,
diplomaticamente abbiamo declinato l'invito. Buona notte.
Venerdì 16.08.2002
Questa mattina per me ed Elena la sveglia è stata alle ore 07,30, mentre Cri e
Mauro come programmato si sono svegliati alle 06,00 per andare in spiaggia a
fotografe i puffini. Rientrati, abbiamo fatto colazione e ci siamo messi in
viaggio verso Dyrholaey, contrafforte roccioso alto 110 mt. con un arco
formatosi dai frangenti dell'Atlantico, dalla sua sommità, dove si trova anche
un faro, si scorge un panorama meraviglioso sulla lunghissima spiaggia nera da
una parte e sui faraglioni dall'altra. Sulla parete nord, abbiamo visto una
delle colonie + numerose di puffini, ne erano veramente molti e a distanza
ravvicinata. Seconda tappa della giornata è la cascata di Skogafoss, situata a
circa 500 mt. dal paese di Skogar, con i suoi 60 mt. di altezza è la più bassa
delle oltre 20 cascate che s'incontrano lungo lo stesso fiume. Breve visita,
qualche foto e poi di nuovo in macchina per raggiungere la cascata di
Seljalandsfoss, non prima di avere fatto qualche foto ricordo con i famosi
cavalli islandesi. Quest'ultima cascata si differenzia dalle altre per un
particolare, infatti è possibile passare sotto l'arco formato dall'acqua durante
il suo imponente salto. Mentre io riprendevo con la telecamera, i ragazzi
insieme ad Elena hanno fatto tutto il giro bagnandosi non poco,. Il rumore era
assordante nel punto in cui l'acqua arriva nel laghetto sottostante.
Arrivati nella piccola cittadina di Hvolsvollur, abbiamo visitato il
museo di Sogusetrid che offriva, al prezzo di € 5, un interessante esposizione
sulla saga dei vichinghi. Verso le 13,30 siamo arrivati a Geysir, città che ha
dato il nome ha questo fenomeno in tutto il mondo, per il pranzo prima e per la
visita al famoso Strokkur poi. Era molto freddo, ma lo spettacolo era davvero
entusiasmante, ogni 4/5 minuti, questo famoso geysir faceva uno spruzzo d'acqua
alto fino a 20 mt. Le eruzioni avvengono quando l'acqua che ribolle in
profondità, bloccata dall'acqua più fredda in superficie, esplode scagliando in
aria tutto ciò che si trova al di sopra.
A pochi chilometri di distanza si trova un'altra famosa meta turistica da non
perdere, le cascate di Gullfoss, dove il fiume Hvita precipita lungo un
dislivello di 32 mt. formando due cascate, sotto le quali si apre un canyon
profondo 70 mt. e lungo 2,5 km. Un bellissimo spettacolo, saremmo rimasti li per
ore.
Fatte le foto di rito, ci siamo rimessi in strada verso Rejkyavik, mentre
percorriamo gli ultimi chilometri per arrivare verso la capitale, vediamo tutta
la gente che esce dalla città per il week-end e la malinconia per la fine della
vacanza comincia a farsi sentire. Per colpa dei ragazzi, stavamo per rimanere a
piedi senza benzina, Cri rideva 'sotto i baffi' e controllava continuamente sul
computer della macchina quanti Km avremmo potuto ancora fare, fortunatamente
siamo arrivati giusti in tempo presso una stazione di benzina.
Arrivati finalmente a casa ci siamo sistemati, fatto la cena dopo di che io e
Cri, poi si è aggregato anche Mauro, abbiamo fatto il bagno sulla jacuzzi in
giardino, si stava benissimo anche se fuori erano 8° C., io sono rimasta per
circa ¾ d'ora, mentre Cri è uscito solamente dopo 1 ora e ½ , la pelle stava per
cadergli dal corpo, quando è rientrato ci siamo fatti un the e poi a nanna.
Sabato 17.08.2002
Questa mattina ci siamo svegliati verso le 08,00, abbiamo fatto un abbondante
colazione a base di salmone e poi abbiamo raggiunto la famosa 'Laguna Blu'. Il
tempo era splendido e fortunatamente non c'era ancora molta gente. Fin da
lontano si notano grandi nuvole di vapore che si alzano da questo grande
'stagno' azzurro, formato dall'acqua che defluisce dalla locale centrale
idroelettrica e da alghe di colore blu-verde che prosperano nell'acqua, non
appena questa si raffredda a contatto con l'aria, le alghe muoiono formando una
specie di poltiglia organica con una temperatura media di 37° C. Una volta
entrati (€ 11), ci siamo infilati i costumi e ci siamo diretti all'esterno,
sembrava di essere sul set di COCOON, il colore dell'acqua era impressionante ed
era caldissima, in alcuni punti quasi impossibile. Dopo una breve nuotata ci
siamo infilati sotto una caverna di lava, dove dietro una porta si nascondeva
una specie di bagno turco. Elena ed io siamo uscite dopo 10 minuti e poco dopo
abbiamo visto che il personale aveva riempito un secchio con qualcosa. Quando ci
siamo avvicinate, ci siamo accorte che era fango di silicio bianco e che la
gente cominciava a spalamarselo addosso, da prima un'po' scettiche abbiamo
atteso, poi invece ci siamo buttate verso il secchio iniziando a metterci un
bello spessore di quel 'miracoloso' fango sul viso, le spalle e perfino sulle
gambe, pensando che potesse far bene anche per la cellulite. Siamo rimasti li
fino a verso le 12,00, dopo di che ci siamo diretti verso la capitale.
Oggi per REYKJAVIK è una giornata molto importante, una giornata di festa
ed anche per questo quando siamo arrivati abbiamo avuto non pochi problemi per
trovare un parcheggio. La città era paralizzata a causa della maratona che era
incorso fin dalle 12,00, ci siamo incamminati verso le strade del centro e
subito abbiamo notato la differenza con il ns. primo giorno in questa città,
C'era una marea di gente, ma quello che saltava agli occhi era il numero
impressionante di bambini e di donne incinta, la città così come tutto il paese
risalta in maniera prepotente la giovane storia di questa terra.
Abbiamo fatto pranzo in strada con degli hot dog e poi abbiamo continuato il ns.
giro, in ogni angolo c'era un piccolo gruppo di suonatori, cabarettisti e
teatrini di marionette per i bambini. Arrivati al mercato delle pulci, io e Cri
abbiamo comperato un vecchio barattolo, usciti siamo andati verso il porto dove
erano ormeggiate 2 inutili navi da guerra insieme a vecchi velieri restaurati.
Abbiamo continuato il ns. giro per negozi, così da poter comprare gli ultimi
souvenir fino a quando affamati ci siamo fermati presso un pub, dove abbiamo
mangiato una zuppa 'tipica' contenuta in una scodella di croccante pane. Cri ne
ha mangiate due, una alla carne e una al pesce. Dopo un gelato abbiamo ripreso
la strada di casa. Mentre io preparavo le valigie, gli altri sono andati a
parlare con i gentilissimi proprietari del B&B, che gli hanno offerto un liquore
da gustare con del pesce essiccato e delle tazze con il logo dell'Islanda e
della loro casa. Rientrato in camera, abbiamo finito le valigie e poi a nanna.
Domenica 18.08.2002
Sveglia verso le 04,30, controllo finale dei bagagli e poi tutti in macchina per
l'ultimo tragitto fino all'aeroporto di Keflavik. In macchina regna il silenzio,
un'po' per l'ora ed un'po' per la fine della vacanza. Lasciamo la macchina e ci
infiliamo nel salone dell'aeroporto in attesa di imbarcarci, tutto fila liscio
durante il viaggio fino ad Amsterdam prima e Milano Malpensa poi, riprendiamo la
ns. macchina e ci mettiamo in viaggio verso casa per arrivare intorno alle
00,45.
Questa è la 'cronaca' della nostra vacanza. Tutto è andato come immaginavo e per
alcuni versi anche meglio, escludendo i soliti imprevisti del caso. Come
riportato su molte guide, se siete appassionati di fotografia, raddoppiate il
numero di rullini che pensate di portare, perché se il tempo sarà dalla vostra
parte, le occasioni e gli scenari da immortalare saranno innumerevoli.
Nonostante non sia certo un paese abbordabile dal punto di vista economico, con
particolari accorgimenti si possono abbattere dei costi superflui e godere
ugualmente di una bella vacanza.
Portate con voi indumenti pesanti e vestitevi a 'cipolla', in quanto anche
durante i mesi più caldi, la temperatura può oscillare da 2/3° C fino ad un
massimo di 20° C e comunque siate pronti ad affrontare, durante la stessa
giornata, diverse situazioni climatiche.
Ancora oggi mi tornano in mente tutte le simpatiche vicende del ns. viaggio, i
paesaggi e l'emozioni provate. Mi ricorderò sempre di questa terra così diversa
della nostra, ovunque ci si trova in grandi spazi, in larghi orizzonti, nella
natura che regala un nuovo spettacolo ad ogni angolo. Questa terra e il popolo
cordiale ed ospitale che la abita, ispirano una sensazione di pace, tranquillità
e sicurezza.
Racconto di Eleonora e Christian
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Partecipanti:
- Christian Mariotti
- Eleonora Cingolani
- Mauro Sciaratta
- Elena Zanconi
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