Bastano 36 ore per fare il giro del mondo in aereo: un tempo
ben inferiore al periodo di incubazione della maggior parte delle malattie
trasmissibili che possono essere contratte nei vari Paesi del mondo. Anno dopo
anno, sono sempre di più le persone che intraprendono viaggi internazionali,
anche in Paesi in via di sviluppo che in passato erano mete poco battute: la
riduzione del costo dei voli ha offerto a molti, infatti, la possibilità di
visitare Paesi lontani, spesso per la prima volta.
Gli oltre 700 milioni di viaggiatori che si spostano ogni anno sul pianeta hanno
un rischio significativo di ammalarsi e di diventare un veicolo di infezione per
altre persone una volta tornati a casa. Ogni viaggiatore dovrebbe essere
consapevole del fatto che proteggere la propria salute significa proteggere
anche quella degli altri e che per farlo occorre anche rispettare la cultura e
l'ambiente della destinazione di viaggio.
Negli ultimi anni, le autorità sanitarie di tutto il mondo hanno compreso
l'importanza di tutelare la salute da possibili focolai di infezioni o dalle
precarie situazioni igienico-sanitarie dei Paesi visitati. Da una parte, il
rischio si può minimizzare grazie a opportune precauzioni, profilassi e
vaccinazioni, prese prima della partenza. Dall'altra, l'identificazione e il
trattamento tempestivo di una malattia importata sono fondamentali per evitare
che la malattia si trasmetta ad altri, fino a diventare un serio problema di
salute pubblica.
Vaccinazioni e profilassi
Le vaccinazioni possono rappresentare un efficace metodo preventivo di molte
delle malattie che si possono contrarre durante i viaggi. Quando si è in
procinto di partire, è bene controllare innanzitutto di essere in regola con le
vaccinazioni previste dal programma nazionale. In particolare, in Italia sono
obbligatorie le vaccinazioni contro difterite e tetano (Dt), poliomielite (Ipv)
ed epatite B (Hb), mentre sono fortemente raccomandate quelle che proteggono da
morbillo, parotite e rosolia (Mpr) e dalle infezioni da Haemophilus influenzae b
(Hib).
A seconda poi della meta del viaggio, saranno consigliati dei vaccini o delle
profilassi specifici contro determinate malattie. Oggi nessun Paese richiede
più un certificato di vaccinazione contro il vaiolo e contro il colera. Il solo
certificato che deve essere richiesto nei viaggi internazionali, limitatamente
ad alcuni viaggiatori, è quello contro la febbre gialla. Molti Paesi
richiedono un certificato internazionale di vaccinazione valido ai viaggiatori
che arrivano da zone infette o che abbiano transitato attraverso quelle aree,
mentre qualcuno richiede un certificato a tutti i viaggiatori che entrano,
inclusi quelli in transito. Quest'ultimo obbligo va oltre quanto dichiarato nel
regolamento sanitario internazionale, tuttavia la vaccinazione è fortemente
raccomandata per i viaggi al di fuori delle aree urbane nei Paesi compresi
all'interno delle zone endemiche per la febbre gialla.
Per quanto riguarda invece la
malaria, per ogni Paese situato in zone endemiche è raccomandata una
chemioprofilassi specifica, in base alle specie e al livello di
farmacoresistenza dei parassiti presenti.
Riassumiamo in un utile tabella l'elenco delle vaccinazioni obbligatorie,
raccomandate nel nostro paese e quelle principali per chi compie viaggi
all'estero extraeuropei soprattutto in paesi in via di sviluppo:
Vaccinazioni obbligatorie
in Italia |
Vaccinazioni
raccomandate in Italia |
Vaccinazioni raccomandate
per viaggi internazionali |
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Morbillo
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Parotite
-
Rosolia (Mpr)
-
Infezioni da Haemophilus
-
Influenza b (Hib)
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Informazioni più dettagliate sull'obbligo di vaccinazione per visitare le
diverse zone del mondo si possono trovare su numerosi siti istituzionali, tra
cui quello del
Ministero della Salute, dell'Oms,
dei Cdc americani e sul sito
EpiCentro.
Fonte:
EpiCentro, sito web
del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute
dell'Istituto superiore di sanità.
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