Il tetano è una malattia infettiva acuta non
contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani.
Si tratta di un bacillo Gram-positivo che cresce solo in assenza di ossigeno
(cioè è anaerobio), ed è presente in natura sia in forma vegetativa, sia sotto
forma di spore. Il germe in forma vegetativa produce una tossina, detta
tetanospasmina, che è neurotossica e causa i sintomi clinici della malattia. Si
tratta di una di una tossina estremamente potente, tanto che la quantità letale
per un uomo è di circa 7 milionesimi di milligrammo.
Il batterio è normalmente presente nell'intestino degli animali (bovini, equini,
ovini) e nell'intestino umano e viene eliminato con le feci. Le spore possono
sopravvivere nell'ambiente esterno anche per anni e contaminano spesso la
polvere e la terra. Possono penetrare nell'organismo umano attraverso ferite
dove, in condizioni opportune (che si verificano specialmente nei tessuti
necrotici), si possono trasformare nelle forme vegetative che producono la
tossina.
Il batterio non invade i tessuti ma la tossina raggiunge attraverso il sangue e
il sistema linfatico il sistema nervoso centrale, interferendo con il rilascio
di neurotrasmettitori che regolano la muscolatura, causando contrazioni e spasmi
diffusi.
Sintomi e diagnosi
Nella maggior parte dei casi, il periodo di incubazione varia da 3 a 21 giorni.
Generalmente, più breve è il periodo di incubazione più grave è il decorso
clinico.
Le contrazioni muscolari di solito iniziano dal capo, e progrediscono poi verso
il tronco e gli arti. Un caratteristico sintomo iniziale è il trisma, cioè la
contrattura del muscolo massetere, che dà al volto del paziente un aspetto
caratteristico (riso sardonico), seguito da rigidità del collo, difficoltà di
deglutizione, rigidità dei muscoli addominali. Altri sintomi includono febbre,
sudorazione, tachicardia. Il paziente rimane conscio e gli spasmi muscolari,
provocati da stimoli anche minimi, causano dolore.
Non esistono test di laboratorio per confermare la diagnosi, che è
essenzialmente clinica.
Una forma particolare di tetano è quello che colpisce i neonati (tetano
neonatale), osservata soprattutto in Paesi in via di sviluppo. Colpisce bambini
nati da madri non vaccinate, che non hanno quindi la protezione conferita nei
primi mesi di vita dagli anticorpi materni. L'infezione viene contratta quando
il cordone ombelicale viene reciso con strumenti non sterili. Di solito, il
tempo di incubazione è di 7-14 giorni. I sintomi sono quelli del tetano
generalizzato, con una elevata letalità.
Trattamento e decorso
La malattia non è contagiosa, quindi l'isolamento nel paziente non è necessario.
La somministrazione di immunoglobuline umane antitetaniche (TIG) e l'accurata
pulizia della ferita infetta, con rimozione dell'eventuale tessuto necrotico,
l'uso di disinfettanti ad azione ossidante (come l'acqua ossigenata) e la
somministrazione di antibiotici (penicillina) sono importanti per prevenire la
fissazione alle cellule nervose della tossina eventualmente ancora presente in
circolo e per impedire che ne venga prodotta di nuova.
Tuttavia, le TIG non sono in grado di limitare l'azione neurotossica della
tossina che ha già raggiunto le terminazioni nervose: la terapia degli spasmi
tetanici è quindi essenzialmente sintomatica, e si avvale di sedativi o
anestetici generali, neuroplegici, farmaci curaro-simili.
La malattia non conferisce immunità, perciò i pazienti che hanno avuto il tetano
devono iniziare o continuare il ciclo vaccinale non appena le condizioni
cliniche lo consentano.
Prevenzione
La prevenzione della malattia si basa sulla vaccinazione, prevista in
Italia per tutti i nuovi nati.
In Italia, infatti, la vaccinazione antitetanica è stata resa obbligatoria dal
1938 per i militari, dal 1963 (Legge del 5 marzo 1963, n. 292) per i bambini nel
secondo anno di vita e per alcune categorie professionali considerate più
esposte a rischio di infezione (lavoratori agricoli, allevatori di bestiame,
ecc). Dal 1968 la somministrazione è stata anticipata al primo anno di vita e il
calendario vaccinale vigente prevede la somministrazione di tre dosi al terzo,
quinto e dodicesimo mese di età. Una dose di richiamo (associata con le
componenti contro la difterite e la pertosse - Dtap) viene eseguita nel sesto
anno e un'altra a 14 anni (tetano, difterite a ridotto contenuto di anatossina e
pertosse - Tdap).
Il vaccino è costituito dall'anatossina, cioè dalla tossina tetanica trattata in
modo da perdere la sua tossicità, mantenendo però la capacità di stimolare la
produzione di anticorpi protettivi. Dal 1998 a oggi sono stati introdotti in
commercio numerosi vaccini, in cui l'anatossina tetanica è associata, oltre che
ai vaccini antidifterico e antipertosse acellulare, anche all'anti Haemophilus
influenzae b (Hib), all'antipolio (Ipv) e all'antiepatite B (vaccino
esavalente).
La somministrazione di tre dosi di vaccinazione antitetanica conferisce una
protezione molto elevata, con un'efficacia superiore al 95%. La durata della
protezione nel tempo è di almeno 10 anni ed è ulteriormente garantita
dall'esecuzione dei richiami.
In caso di ferite a rischio, è importante la prevenzione post-esposizione,
basata sia sulla vaccinazione che sulla somministrazione di immunoglobuline
umane specifiche, da valutare in base allo stato della ferita e al pregresso
stato vaccinale.
Fonte:
EpiCentro, sito web
del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute
dell'Istituto superiore di sanità.
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