Trentino, Val di Fiemme, agosto 2008.
Sono tornata qua, come faccio ogni anno. Amo questi posti e non saprei farne a
meno.
Questa volta però li ho voluti raccontare, e per evitare sproloqui di inutili
parole, ho portato la mia macchina fotografica e l'ho costretta a seguirmi
dappertutto.
Mi sono incamminata anche da sola, perché questi posti mi piace contemplarli nel
più totale silenzio. E poi di gente se ne incontra sempre; e sono incontri
piacevoli, perché essendo poche le persone che amano avventurarsi sui monti, si
ha la sensazione di condividere qualcosa di particolare anche con persone che
non si conoscono affatto, per il solo fatto di trovarsi lì, insieme.
Camminavo di buon passo, ogni tanto fermandomi d'improvviso, per prendere la
macchina fotografica e imprimere nella sua memoria le immagini di quei luoghi di
meraviglia.
Oppure mi fermavo e basta, non prendevo la macchina fotografica per non
interrompere l'incanto; magari mi sedevo semplicemente, e rimanevo a
contemplare, cercando di imprimere quei posti anche nella mia memoria.
Non sempre camminando in montagna si ha una meta precisa. Certe volte lo scopo è
semplicemente girare, osservare da vicino le vette che si vedono troneggiare
sulla valle.
Oppure c'è chi cerca funghi, piante, fiori. O chi spera di incontrare marmotte,
o piccoli scoiattoli. Anche le nuvole in montagna sono più belle.
Certe volte giri e scopri delle piccole cose che da sole forse non sarebbero di
gran bellezza, ma inserite in quei posti, e trovate così, d'improvviso, hanno
una capacità tutta loro di stupirti e di meravigliarti di come possano esistere
ancora amenità così.
Come una cascata formatasi dopo un giorno di pioggia.
Anche andare a sentire un quartetto d'archi a 2500m, magari all'alba, è
un'esperienza indimenticabile.
Poi ci sono quei bei ritrovi di camminatori stanchi che sono i rifugi. Baite più
o meno grandi, con un'architettura tipica di queste zone, si erigono quasi
inaspettatamente tra cime aguzze e dirupi.
Mi piace arrivarci dopo un lungo percorso, parlare con chi ci abita.
Probabilmente il fascino della semplicità dell'esperienza di sedersi in uno di
questi posti a bersi una birra o un bicchiere di latte (magari di loro
produzione) con la sensazione di esserselo conquistato, di esserci arrivati con
le proprie gambe, è unico.
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